Venezia 2011: Aronofsky e i suoi giurati

L'incontro con il presidente e i membri della giuria cui spetterà l'arduo compito di determinare i vincitori di questo promettente concorso.

Venezia torna alla origini. Tra mille polemiche, tagli di fondi dovuti alla crisi della cultura, cantieri aperti in cui spunta l'amianto ed estensione dell'area wifi voluta per favorire il lavoro degli addetti ai lavori presenti al Lido, lo sforzo organizzativo volto ai riportare la Mostra del Cinema lagurare agli antichi fasti si fa tangibile con una serie di modifiche sospese tra tradizione e modernità. Da una parte abbiamo un palazzo del cinema ristrutturato e ampliato ripristinandone il look degli anni '30. La sala stasera rivivrà una seconda inaugurazione, dopo quella originaria del '37 dove ospitò l'anteprima di Voglio danzare con te, pellicola musicale interpretata da Fred Astaire e Ginger Rogers, con il cast stellare di Le idi di marzo, gradito ritorno di George Clooney a Venezia dove, dopo tante edizioni da ospite, ormai il divo è praticamente di casa. Ancor più tradizionale, almeno in epoca mulleriana, è la parata di grandi maestri presenti in concorso, da Cronenberg a Polanski, da Friedkin a Ferrara, a fianco di eventi mediatici fuori concorso come l'anteprima della nuova pellicola diretta da Madonna, il biopic storico-sentimentale Edward e Wallis, e la valorizzazione di autori mai domi come Ermanno Olmi e Citto Maselli.

Quest'anno a guidare la giuria del concorso internazionale è stato chiamato Darren Aronofsky, autore che della Mostra conosce bene onori e oneri, avendo sperimentato sulla propria pelle il doloroso flop di L'albero della vita, esperimento visionario poco riuscito, e la rinascita con il bellissimo The Wrestler, Leone d'Oro 2008. Aronosfky e la sua giuria, composta da Alba Rohrwacher, Mario Martone, Todd Haynes, Eija-Liisa Ahtila, David Byrne e André Téchiné, si sono confrontati con le domande e le curiosità della stampa, desiderosa di conoscere i criteri di valutazione di coloro che stabiliranno i vincitori di questa sessantottesima edizione della Mostra del Cinema lagunare.

Darren, cosa si prova a trovarsi per una volta dalla parte del giudicante?
Darren Aronofsky: Se guardo la lista degli autori in concorso e dei film, mi sento veramente onorato al pensiero di dirigere questa giuria. Di solito nei festival ci sono sempre un certo numero di film che non mi interessano, invece stavolta le opere sono tutte incredibilmente stimolanti.

Quest'anno il festival ospita fuori concorso il thriller Contagion. L'anno scorso il tuo Il cigno nero è stato premiato agli Oscar. Credi che negli ultimi anni vi sia un ritorno a un filone esaurito come il thriller psicanalitico?
Darren Aronofsky: Essendo un regista indipendente, per me è interessante vedere rinascere un genere, soprattutto quando si tratta di registi, come Soderbergh, che tentano di fare qualcosa di diverso, ma è anche vero che vi sono film difficilmente etichettabili. In una piazza come Venezia però è tutto più semplice perché c'è un aricettività che permette di valorizzare e apprezzare ogni tipo di film.

Cosa si prova a presentare un film che sarà sottoposto al vaglio di una giuria come quella veneziana?
Darren Aronofsky: Come regista, essere in concorso è già una vittoria. Io quando partecipo non mi aspetto mai di vincere qualcosa, dipende dai criteri della giuria. E' molto difficile giudicare film diversi, ognuno di noi ne comprende solo una piccola parte ed è difficile valutarne la qualità. A volte vincere un premio aiuta un film a sfondare sul mercato, altre volte il film funziona da solo. Non bisogna prendere la cosa troppo sul serio.

Quale sarà il tuo modus operandi come presidente?
Darren Aronofsky: Non credo che farò niente di diverso dagli altri. Guarderò le pellicole e le giudicherò con onestà, senza pregiudizi. Stamani abbiamo visto il nostro primo film e ne abbiamo parlato animatamente per mezz'ora. E' bello confrontarsi, avere opinioni diverse e portare la nostra esperienza sul tavolo della giuria.

E voi giurati, come valuterete i film che vedrete?
David Byrne: L'importante è non essere influenzati dal peso del film e dal successo che si presume avrà, dalla presenza di grandi attori o meno. Un film deve semplicemente scorrere, prenderti ed emozionarti.
Mario Martone: Ci sono film che vincono premi, ma non vengono distribuiti e film ignorati dalle giurie e premiati dal pubblico. Con una selezione così interessante è difficile che vengano premiati film non belli.

Todd, in Carnage troviamo [Kate Winslet, una meravigliosa attrice che tu hai diretto in Mildred Pierce. Come farai a non essere influenzato dalla sua presenza e dal rapporto che avete?
Todd Haynes: Kate Winslet è un'attrice straordinaria, ma ci saranno attori molto bravi anche negli altri film che vedremo. Lo spirito che abbiamo è quello di vederli in una "magnifica cecità", in maniera assolutamente neutrale. Sarà sicuramente una grande esperienza.

Darren, tu torni spesso a Venezia. Secondo te in cosa differisce quest'ultima edizione che si sta per aprire? Hai notato dei miglioramenti?
Darren Aronofsky: La direzione Muller mi piace. Se questa domanda serve a spingermi a fargli i complimenti glieli faccio volentieri. A Marco piacciono i miei film e per questo motivo sono stato selezionato spesso a Venezia. Probabilmente condividiamo una visione comune del cinema e per me è un grande onore.