Venezia 2010, giorno 10: ultimo giorno per il concorso

La qualità media più che soddisfacente dell'edizione di quest'anno del festival di Venezia trova conferma anche nella giornata di oggi che ha presentato Barney's Version, riuscito adattamento del romanzo di Mordecai Richler. Meno convincente Drei, non facilmente inquadrabile invece il ritorno di Monte Helman con Road to Nowhere. Ma è stata anche la giornata del 3D di Shimizu, attendendo la conclusione con Tempest.

Stanno per chiudersi i battenti su una delle migliori edizioni di Venezia degli ultimi anni e il festival lascia ancora il segno con la selezione dell'ultima giornata, prima della premiazione del sabato. Il film più atteso era ovviamente Barney's Version, adattamento cinematografico del grande romanzo del canadese Mordecai Richler, sulla vita dell'ebreo Barney Panofsky, le sue passioni, la sua trascinante storia d'amore e la malattia che lo colpisce incontrovertibilmente. Il film commuove, diverte e rispetta in pieno lo spirito del libro riuscendo a restituire quella malinconia che pervade tutta l'opera. Assolutamente perfetto il casting con un Paul Giamatti gigantesco e dei comprimari eccellenti tra cui spicca il fuoriclasse di sempre: Dustin Hoffman. Entusiasta la reazione del pubblico per uno dei film più amati della selezione.

E' stata anche la giornata del ritorno di Monte Hellman che dirige dopo più di un ventennio Road to Nowhere. Titolo emblematico per un'opera dal valore teorico e metacinematografico, su un regista che vuole fare un film sull'episodio reale di un politico corrotto che si suicida insieme alla compagna. Il piano del racconto è volutamente confuso con quello della realtà, impedendo allo spettatore di farsi un'idea, con un risultato che a volte ricorda Inland Empire di David Lynch. Lo scopo è programmaticamente quello di sottrarre convinzioni a chi guarda per un risultato che lascia però un pò freddi. Esperimento comunque interessante che ha ovviamente destato reazioni molto contrastanti.
Il concorso ha presentato anche Drei di Tom Tykwer, bizzarra storia di un triangolo amoroso sui generis nella Berlino contemporanea, tra quarantenni disperati. Il regista esploso con Lola Corre, e divenuto una firma di media statura del cinema contemporaneo, ritorna a un racconto più intimo accentando in un modo fin troppo insistito la particolarità del plot, in un cui una coppia sposata finisce per innamorarsi dello stesso uomo. Piuttosto fredda l'accoglienza in sala per un film che non lascia mai particolarmente il segno.
Continua anche oggi il percorso in 3D del festival con The Shock Labyrinth 3D, diretto da Takashi Shimizu, selezionato come fuori concorso. Il film che sarà nelle sale anche in Italia dal prossimo ottobre, si fregia di essere il primo live action in 3D realizzato in Asia. Come era lecito attendersi il film punta gran parte della sua suggestione sulla tecnica tridimensionale, vero fulcro di un horror altalenante nei suoi sviluppi, con al centro la storia di una ragazza che riappare a dieci anni dalla sua misteriosa scomparsa, avvenuta dentro un lunapark. La sorpresa generale passerà in secondo piano all'interno di un ospedale per un improvviso collasso che diverrà il luogo dell'incubo e dell'orrore.

Numerosi anche gli eventi collaterali come la presentazione di Dai nostri inviati - La Rai racconta la Mostra del Cinema 1954-1967 di Giuseppe Giannotti ed Enrico Salvatori, documentario di montaggio da materiali provenienti dale teche Rai, con lo scopo di omaggiare la Mostra dei Cinema attraverso i numerosi contributi televisivi dell'epoca.

Si rivede anche Giuseppe Tornatore che porta al Lido L'ultimo Gattopardo: Ritratto di Goffredo Lombardo, il primo frammento di quaranta minuti dell'amibizioso documentario che ha dedicato alla Titanus e al suo fondatore, Goffredo Lombardo. Infine Dante Ferretti: Production Designer di Gianfranco Giagni, altro ritratto in forma di omaggio di una personalità di grande rilevanza come Ferretti.

Il festival chiuderà ufficialmente domani con la presentazione fuori concorso di The Tempest, film diretto da Julie Taymor con un cast di grande rilevo composta da Helen Mirren, Russell Brand, Alfred Molina. Il film riporta ancora una volta sui grandi schermi l'opera immortale di William Shakespeare, a quattrocento anni dalla sua realizzazione.