Recensione Un'estate al mare (2008)

Tra citazioni, gag e bellone in bikini si consuma il solito copione dei fratelli Vanzina, una commedia balneare che che strizza l'occhio alla grande commedia all'italiana di Risi e Comencini.

Vanzinata DOC

Attori di grande carriera televisiva e teatrale quali Lino Banfi e Gigi Proietti, comici teatrali ma prettamente televisivi quali Ezio Greggio, Biagio Izzo, il grande Enrico Brignano e l'immancabile coatto Enzo Salvi e poi le bellone (rigorosamente televisive) Alena Seredova, Anna Falchi, Victoria Silvstedt insieme all'immancabile new-entry tutta curve mozzafiato che risponde al nome di Marisa Jara. Due ore di frullato metacatodico ed ecco pronto Un'estate al mare, l'ultimo cocktail vanziniano e il primo cine-bibitone estivo che tutto è tranne che fresco e dissetante. Il sapore ricorda piuttosto la famosissima minestra riscaldata, di quelle che d'estate, ancor meno che in inverno, sono difficilissime da digerire.

Tanta carne al fuoco, tanti personaggi e tante situazioni 'scomode' ma niente che sia in grado di convincere o di far veramente ridere, eccezion fatta per lo strepitoso episodio conclusivo (da sbellicarsi letteralmente dalle risate) che vede Gigi Proietti, fino a quel momento voce narrante dell'intero polpettone nei panni di un disinvolto doppiatore, esibirsi in uno sketch farsesco-teatrale (tratto da un testo di Dino Verde) sulla falsa riga de La signora delle camelie di Dumas, già portato con successo in teatro dal grande attore romano. Se gli attori di formazione teatrale se la cavano degnamente, al massimo con qualche scivolata nel grottesco - vedi Lino Banfi che ci offre un personaggio dolceamaro che appare una sbiadita caricatura di Oronzo Canà e Pasquale Zagaria oppure la coppia di amanti Brilli-Brignano che, imitando la coppia Sandrelli-Sordi (vista in Quelle strane occasioni) danno vita ad un siparietto

niente male chiusi in ascensore - quelli di (de)formazione televisiva hanno decisamente la peggio. In Un'estate al mare tutto è esasperatamente 'coatto' naturalmente, ma il non-plus-ultra è rappresentato dall'episodio che vede protagonista un Enzo Salvi (e fin qui nessuna novità) nel ruolo semiserio (ma solo nelle intenzioni) del padre separato che cerca in tutti i modi di apparire quello che non è agli occhi del figlioletto. Un salto di qualità recitativo per cui il comico romano non era evidentemente ancora pronto. Tutto sommato digeribile ma indegnamente telefonato l'episodio che vede Biagio Izzo nei panni di un antiquario finto gay che con la scusa di arredare la villa di un magnate americano finisce per approfittare delle grazie della bella consorte (Alena Seredova). Non a caso li abbiamo lasciati per ultimi, non perché saranno i primi ma perché rimarranno ultimi, e sono i due episodi più brutti di tutta l'operazione, ai limiti del trash. Protagoniste le coppie Greggio-Falchi e Ceccherini-Fiorentina che tra 'vocalizzi obesi' e calcio mercato capaci di suscitare momenti di rara inquietudine anche nello spettatore meglio predisposto.

Tra citazionismi improponibili, gag che definire obsolete sarebbe un eufemismo, battute trite e ritrite e le solite bellone in bikini si consuma il solito copione dei fratelli Vanzina, una commedia balneare che alterna (pochi) momenti di brillantezza ai (tanti) momenti di depressione, che strizza l'occhio alla grande commedia all'italiana di Risi e Comencini ma che offre solo qualche pallido barlume di umorismo. Fallisce ancora una volta il tentativo rincorso per decenni dai fratelli del cinepanettone di realizzare una commedia in grado di andare oltre la confezione boccaccesca e qualche squallida storia di corna. Certo è che se Un'estate al mare è il massimo che la premiata ditta Vanzina è riuscita a tirar fuori dal cilindro per convincere gli italiani ad affollare le sale anziché le spiagge e gli esercenti a non chiudere per ferie è tutto dire... Giudicate voi.

Movieplayer.it

2.0/5