Recensione Yamanaka Tokiwa (2004)

Seppur di non facile fruizione, il film rappresenta una scommessa vinta, un prodotto originale quanto emozionante, che coniuga tecnica documentaristica e narrazione teatrale per dare nuova vita a una delle personalità più note e amate della storia del sol levante.

Una storia dipinta

Definire Yamanaka Tokiwa un documentario sarebbe sbagliato, così come lo è definirlo un film. Nonostante la presenza di un accompagnamento musicale tratto dal joruri, anche i tentativi di definizione ispirati al mondo del teatro non calzano.
Il motivo di tale difficoltà risiede nella unicità ed assoluta originalità dell'opera di Sumiko Haneda, che porta su schermo la storia celebre in Giappone di Ushiwaka-maru usando un emakimono in 12 volumi.

Dopo un'introduzione storica, che si avvale di riprese dal vero per illustrare la storia del dipinto e mostrare i luoghi interessati dagli avvenimenti, la Haneda vi si immerge totalmente e lo percorre con la sua macchina da presa mentre le canzoni tratte dal joruri narrano quello che le figure su schermo rappresentano visivamente.
Consci di rischiare molto con questa affermazione, non possiamo non sottolineare che questa tecnica narrativa evidenzi come possa essere ricercato il seme da cui sono germogliati i moderni manga negli antichi emakimono, rotoli che raccontavano una storia con una sequenza di immagini.

Seppur di non facile fruizione, soprattutto a chi non avesse una conoscenza di base di storia, cultura ed arte giapponesi, il film rappresenta una scommessa vinta, un prodotto originale quanto emozionante, che coniuga tecnica documentaristica e narrazione teatrale per dare nuova vita a una delle personalità più note e amate della storia del sol levante.

Movieplayer.it

4.0/5