Recensione 4 amiche e un paio di jeans (2005)

Nel complesso il film è una piacevole sorpresa di questo inizio stagione. Non resterà nella storia come pietra miliare del cinema, ma per molti suoi spettatori sarà un piacevole ricordo.

Una storia a misura di ragazza

4 amiche e un paio di jeans porta sullo schermo il romanzo di Ann Brashares che racconta un'estate particolare di quattro ragazze, amiche sin dalla nascita, da quando le madri si sono incontrate al corso di ginnastica prenatale. Cresciute insieme, le ragazze sviluppano un legame molto profondo, nonostante le grandi differenze che si stanno creando nelle loro personalità in via di sviluppo.
Durante il loro shopping, le amiche trovano un paio di jeans che magicamente sta bene a tutte loro e buttano giù dieci regole per gestire la coproprietà dell'indumento, facendo sì che questo diventi in punto di contatto tra loro per tutto il periodo estivo, che le vedrà per la prima volta divise.

Con l'aiuto dei jeans, Lena si recherà dai parenti in Grecia, dove si troverà a vivere una storia d'amore con il nipote del nemico giurato del nonno; Carmen starà dal padre, e dovrà affrontare la nuova relazione dell'uomo e il conseguente matrimonio; Bridget in Messico condirà i suoi allenamenti di calcio con una intensa relazione con un allenatore; Tibby, al lavoro per pagarsi attrezzature per la sua passione da documentarista, conoscerà Bailey, una bambina malata di leucemia che l'assisterà nelle sue riprese.
Il tutto mentre i jeans viaggiano da una città all'altra, da un continente all'altro, per donare la loro magia ad una dopo l'altra di settimana in settimana, secondo le regole decise insieme.

Le storie delle quattro amiche si intrecciano sviluppandosi e componendo un insieme fluido e piacevole, accompagnate da una colonna sonora varia ed efficace, montate con freschezza e ritmo, ma soprattutto dirette con vivacità da Ken Kwapis, regista di esperienza soprattutto televisiva, ma non per questo inefficace sul grande schermo.

Sottolineando che a volte basta arrendersi alla magia, lasciarsi sopraffare da lei perchè possa influenzare la nostra vita, la sceneggiatura di Delia Ephron e Elizabeth Chandler (entrambe con alle spalle commedie romantiche con poco mordente e relativa banalità, come Una ragazza e il suo sogno, Avviso di chiamata) cammina sul filo del luogo comune e del banale, ma riesce sempre a mantenere l'equilibrio e scivolare via con piacevole e genuina freschezza.
Il film si rivolge ad un pubblico di ragazze adolescenti, sembra capirle e metterne in scena paure, debolezze, sogni ed emozioni. Ma non per questo risulta inguardabile per un pubblico più vasto del suo target naturale.

Brave le quattro protagoniste, la più nota delle quali è la Alexis Bledel di Gilmore Girls che abbiamo già visto di recente al cinema nel Sin City di Robert Rodriguez, ma risulta efficace un po' tutto il cast, con poche eccezioni (per esempio Michael Rady che interpreta l'amante greco di Lena) e una menzione speciale per la piccola Jenna Boyd (Bailey).

Nel complesso il film è una piacevole sorpresa di questo inizio stagione. Non resterà nella storia come pietra miliare del cinema, ma per molti suoi spettatori sarà un piacevole ricordo.

Movieplayer.it

3.0/5