Una risata per 'tirarsi su', parola di Tom Reeve

Il regista Tom Reeve si offre con intelligenza e garbo ai giornalisti durante la conferenza stampa della sua commedia surreale 'Holy Water'. L'incontro è stato inevitabilmente dominato dall'argomento Viagra, tanto caro anche alla nostra attualità, e dalle polemiche sorte tra la casa farmaceutica Pfizer e i produttori del film.

A salutare Tom Reeve è giunto persino "Viagra-man", buffo tizio che indossa un costume a forma della portentosa pillola azzurra e che è stato immortalato nei giorni scorsi anche da Striscia la notizia. Del resto il tema cui ruota la commedia surreale Holy Water (incentrata su quattro sbandati che nel tentativo di rubare una scorta di Viagra la disseminano nelle falde di un paesino irlandese) sembra essere tornato alla ribalta nel nostro Paese, per via dei tragicomici scandali d'attualità che sono tristemente noti anche al regista irlandese. Il perfetto gentleman Reeve, tuttavia, dimostra un impeccabile self-control, dribblando con astuzia qualsiasi dichiarazione politica, sia che si faccia riferimento al suo paese, agli Stati Uniti, o all'Italia. Il regista preferisce, invece, ribadire come Holy Water sia principalmente un prodotto di pura evasione, e sembra prendere con molta leggerezza anche le polemiche sorte con la casa farmaceutica Pfizer, che si è pubblicamente dissociata dal film. Evidentemente la seriosa multinazionale americana (che ha localizzato gran parte delle sue centrali produttive proprio in Irlanda) deve essere poco incline al goliardico umorismo irlandese, come sottolinea anche il divertito Reeve ai giornalisti. Il regista ha inoltre speso molte parole d'apprezzamento per il doppiaggio italiano del film, rappresentato in conferenza stampa dalle note voci di Pino Ammendola e di Andrea Ward.

Come nasce l'idea del film?
Tom Reeve: Mi piacerebbe attribuirmi tutti i meriti dell'idea, ma la verità è che tutto ha origine della sceneggiatura che ormai otto anni fa mi consegnò Michael O'Mahony. A quel tempo il tema del Viagra riscuoteva molto successo, e Michael si divertì a pensare a una situazione in cui una serie di persone perfettamente rispettabili assumono inconsapevolmente le famose pasticche. Il mio apporto si è limitato a integrare il lavoro di sceneggiatura con l'aggiunta di alcune gag e situazioni umoristiche in fase di lavorazione.

Il piano escogitato dai quattro sbandati protagonisti del film è in qualche modo un suggerimento per fuggire dalla crisi, che oggi attanaglia l'Irlanda, come altri paesi europei?
Tom Reeve: Penso che lo scopo di qualunque genere di film sia quello di intrattenere. In questo momento di crisi politica generalizzata, forse una commedia come Holy Water può servire da scappatoia per tirare su il morale.

La storia del film in qualche modo accenna anche al fatto che una corporation statunitense si arricchisce realizzando il proprio prodotto in Irlanda, ma poca di questa ricchezza viene investita nel vostro Paese.
Tom Reeve: Si fa riferimento semplicemente al fatto che la Pfizer è una società statunitense che ha localizzato i propri impianti produttivi in Irlanda. Il contesto che c'è dietro il film si basa su fatti autentici. Detto questo, non c'è una presa di posizione politica contro gli Usa. Non è detto che bisogni vedere negli Stati Uniti il nemico a tutti i costi, come fino a qualche decennio fa lo era la Russia comunista.

Come mai la società Pfizer si è opposta al vostro film, visto che comunque si fa indirettamente pubblicità al loro prodotto?
Tom Reeve: Si tratta di una casa farmaceutica ormai già avviata, e evidentemente ha ritenuto che l'utilizzo del loro prodotto nel film potesse arrecargli un danno di immagine. Per questo motivo la Pfizer ha imposto che all'inizio e alla fine di Holy Water ci fossero dei cartelli di avvertimento, in cui si afferma che il Viagra va preso solo per uso terapeutico. A parte questo, non ci sono state altre pressioni durante la realizzazione del film e penso che il loro atteggiamento nei confronti di Holy Water sia piuttosto neutrale, né positivo, né negativo. In realtà siamo stati contattati da altre case farmaceutiche che producono medicinali analoghi e che ci hanno chiesto, dietro compenso, di citare i loro prodotti. Io però ho preferito utilizzare il Viagra, perché ormai la famigerata "pillola blu" è entrata nell'immaginario collettivo ed è immediatamente riconoscibile da tutti.

La Pfizer era stata interpellata durante la lavorazione del film?
Tom Reeve: Abbiamo chiesto loro la possibilità di utilizzare il nome e il marchio del farmaco, ma sin dai primi contatti ci hanno fatto capire che non erano interessati e che non volevano legare la loro immagine a quel tipo di contesto. In realtà, adesso che sono passati due anni dall'uscita del film in Gran Bretagna, direi che l'utilizzo che oggi si fa del Viagra si avvicina molto di più a quello ritratto nel film.

Com'è andato il film in Gran Bretagna?
Tom Reeve: Sfortunatamente Holy Water è uscito nella settimana in cui era programmato Avatar. La stessa cosa doveva succedere anche in Italia, ma qui i distributori hanno avuto il coraggio di posticipare l'uscita. Detto questo, sono soddisfatto del risultato, perché il film è riuscito a reggere nelle sale anglosassoni per ben 7 settimane. Inoltre nel cast di Holy Water è presente anche Linda Hamilton, ex moglie di James Cameron, che durante le conferenze stampa era intervistata soprattutto per dei pareri su Avatar. Lei però si è dimostrata molto professionale, e ha risposto che per lei il vero film con gli "uomini blu" era Holy Water!

Dov'è stato girato il film?
Tom Reeve: La location non era in Irlanda, bensì in un villaggio a Sud Ovest dell'Inghilterra, per due ordini di ragioni. In primo luogo perché l'Inghilterra ha una politica molto vantaggiosa di agevolazioni fiscali per le produzioni cinematografiche. In secondo luogo perché i villaggi irlandesi sono troppo carini e puliti, mentre noi avevamo bisogno di un'atmosfera più oscura, sporca e decadente!

Cosa ne pensa del doppiaggio italiano?
Tom Reeve: Non riesco ad afferrare bene l'italiano, ma conosco ogni battuta del film a memoria, quindi ho potuto apprezzare l'ottimo lavoro che è stato fatto dai doppiatori italiani. In Holy Water non conta tanto ciò che i personaggi dicono, ma soprattutto il modo in cui lo dicono. Sono contento che i doppiatori abbiano compreso questa differenza e siano riusciti a trasmettere il giusto atteggiamento nella recitazione.
Andrea Ward: Riuscire a lavorare al doppiaggio di un film del genere dà molte soddisfazioni, perché ci si può permettere di improvvisare sfruttando l'atmosfera di ilarità che si crea in sala di doppiaggio. Inoltre, tutti gli interpreti originali hanno fornito interpretazioni molto valide, e questo facilita enormemente il nostro lavoro. In qualità di direttore del doppiaggio, vorrei anche aggiungere che anche noi ci siamo avvalsi della pratica, ormai molto diffusa, del talent, senza però rinunciare alla qualità del prodotto. Abbiamo infatti selezionato tre esordienti, ma tutti dotati di grande talento e con esperienze di recitazione alle spalle.
Pino Ammendola: Abbiamo cercato di catturare l'atmosfera comica del film non traducendo semplicemente le battute in modo letterale, ma cercando di trasporle nel contesto italiano, adattandole al nostro tipo di umorismo. Vorrei ringraziare anche il distributore Angelo Bassi per aver scoperto questo piccolo gioellino comico. È importante preservare la diversità dell'offerta cinematografica e ciò avviene anche grazie al recupero di prodotti più insoliti da parte dei distributori indipendenti.

Negli ultimi decenni l'Inghilerra ha prodotto piccoli capolavori nel genere della commedia, come Quattro matrimoni e un funerale, Funeral Party, L'erba di Grace, eccetera. Le produzioni americane tentano spesso di realizzare dei remake tratti da questi film, ma non riescono mai a restituire la stessa atmosfera comica. Cosa ne pensa di questa tendenza?

Tom Reeve: Ogni settore commerciale oggi sta vivendo un momento di crisi e non mi stupisco che per evitare rischi si punti sul già noto, rifacendo prodotti che in precedenza hanno avuto successo, anziché sperimentare formule nuove. Tuttavia la comicità americana è molto diversa da quella europea, notevolmente più fisica e meno sottile, quindi è difficile riuscire a trasporre l'umorismo originale di queste opere. Per me, infatti, il personaggio più difficile da rendere sullo schermo è stato quello di Gaffer, che è quello dotato di una comicità più corporale e atipica. Dopo molti provini ho deciso alla fine di scegliere un attore apparentemente antitetico al personaggio come John Lynch, che ha una formazione molto classica. E penso che si sia rivelata una decisione vincente.

Qual è la differenza tra comicità inglese e irlandese?
Tom Reeve: Tanto per cominciare diciamo che in Inghilterra piacciono le barzellette irlandesi! In realtà gli inglesi hanno un preconcetto nei confronti degli irlandesi, ritenuti spesso buffi o ridicoli. Uno dei problemi principali è stato, infatti, rendere credibile il cast, composto tutto da attori irlandesi (sia del nord, che del sud). Per me era molto importante che non si ridesse della storia del film e non degli attori in sé. Volevo che risultasse credibile per gli spettatori l'idea centrale della sceneggiatura, ovvero il piano escogitato dal gruppo di rubare 63 milioni di dollari in Viagra.

L'argomento del Viagra è tornato di recente alla ribalta nel nostro Paese grazie ad alcuni scandali sessuali che hanno travolto la nostra politica, e che credo siano tristemente noti anche all'estero. Secondo lei Silvio Berlusconi è un personaggio comico?
Tom Reeve: Mi spiace, ma non faccio commenti sulla politica italiana. Credo che il Viagra sia in qualche modo diventato ormai una parte della nostra vita, a volte anche una parte divertente. Qualche anno fa anche Hugh Hefner, il magnate di Playboy, ha dichiarato di farne uso. Potete scovare innumerevoli dichiarazioni su personaggi famosi che prendono il Viagra, ma questo è un lavoro che spetta a voi giornalisti, a me non interessa.