Recensione Mr. Brooks (2007)

La mistura di generi 'thriller, commedia, dramma familiare' non sempre riesce in pieno e, in molti momenti, è ben visibile la fatica provata nel creare un incastro perfetto tra questi elementi.

Una persona così a modo...

Thriller psicologico e serial killer movie, Mr. Brooks è un prodotto meno banale di quanto possa sembrare a prima vista. Il film è stato lanciato puntando molto sull'interpretazione di Kevin Costner che, non solo ritorna sugli schermi dopo un lungo periodo di assenza, ma per la prima volta interpreta un cattivo; in realtà, molto meno "cattivo" di quanto ci si possa aspettare.

Earl Brooks è un uomo di successo, un padre di famiglia ma anche una persona tormentata: la sua personalità è scissa in due distinti individui, uno dei quali, Marshall, lo spinge a commettere omicidi. Nessuno sospetta o conosce il vizietto di Earl, fino a quando un fotografo voyeur, per un puro caso, riesce a coglierlo sul fatto. Mr Brooks si trova così in un mare di guai: da una parte c'è il giovane fotografo che lo ricatta con una strana richiesta, dall'altra c'è la detective Tracy Wood che indaga sul suo caso. Ma i problemi di Earl non finiscono qui...

Le sorprese meno gradite arrivano tutte dalla sceneggiatura; la trama del film scricchiola inesorabilmente: la mistura di generi - thriller, commedia, dramma familiare - non sempre riesce in pieno e, in molti momenti, è ben visibile la fatica provata nel creare un incastro perfetto tra questi elementi. Spesso si denota l'indecisione sulla strada da prendere, sul tono da adottare. Inoltre, la quantità di sottotrame che a metà del film iniziano a sbucare fuori come funghi rischiano di creare confusione oltre a sembrare parzialmente inutili e vagamente irrisolte.

Ma è sempre dalla sceneggiatura che arrivano anche le sorprese più gradite. Prima fra tutte, la caratterizzazione di Mr. Brooks: uno Sherlock Holmes dell'assassinio, un talento del delitto perfetto, un drogato di morte dotato di un brillante senso dello humour, capace di apparire al tempo stesso tenero, efferato, buffo e patetico. Un personaggio egregiamente interpretato da Costner, che si prende tutta la scena portandoci a fare il tifo per lui. I dialoghi appaiono discretamente curati e contengono alcune battute di spirito gradevolissime e divertenti che vanno ad incentivare quel profumo di commedia nera che ammanta tutto il film (e che, purtroppo, non sempre è adeguatamente supportato). I siparietti dei due Mr Brooks: Earl e Marshall - quest'ultimo interpretato da un sornione William Hurt - sono perfetti sotto tutti i punti di vista e - tramite i loro discorsi un po' cinici, le loro risate a bocca aperta e un imprevisto momento di tenerezza - i due attori mettono in scena un rapporto corposo e per nulla scontato.