Recensione The Yellow Sea (2010)

Pur non essendo ai livelli precedente The Chaser, The Yellow Sea si fa apprezzare per un paio di colpi di scena di grande effetto e scene azioni coadiuvate da un grande padronanza tecnica da parte di un regista giovanissimo ma che dimostra un livello di maturità davvero non comune.

Una fuga alla rovescia

Con il suo primo straordinario film, l'action thriller del 2008 The Chaser, il coreano Na Hong-jin non solo aveva infranto record d'incassi in patria, ma aveva anche conquistato grande visibilità presso il pubblico internazionale e verso gli addetti ai lavori. Tra i tanti interessati al talentuoso regista ci sono addirittura un paio di major americane, come la Warner che ha in preparazione l'immancabile remake made in USA, e la 20th Century Fox che invece ha investito sulla sua seconda opera, questo The Yellow Sea (anche noto come The Murderer). E non è quindi un caso che questa seconda regia di Na Hong-jin abbia un gusto davvero molto americano, soprattutto nella seconda parte dove la pellicola si trasforma praticamente in un lunghissimo ed estenuante (sebbene magnificamente realizzato) inseguimento con incidenti spettacolari e violentissimi (ma anche ironici) combattimenti.

E pensare che invece il tutto parte da una storia quasi intimista, con uno squattrinato coreano che vivacchia in Cina facendo il tassista e ma è martoriato dai debiti accumulati non solo giocando da azzardo ma anche dalla moglie che è fuggita clandestinamente in Corea con un altro uomo facendosi fare un passaporto falso da alcuni malavitosi locali.Il povero Gu-nam (Ha Jung-woo) non ha quindi altra scelta che accettare il ricatto del boss Myun-ga (Kim Yoon-suk) e improvvisarsi killer di un ricco uomo che vive a Seoul.
Arrivato in Corea, dopo un allucinante viaggio in un barcone, Gu-nam studia un modo per avvicinare il proprio bersaglio, e nel frattempo si mette alla ricerca della moglie scomparsa; in entrambi i casi le situazioni finiranno per sfuggirgli di mano e, sorprendentemente, si combinano in uno spettacolare finale.
Pur non essendo ai livelli del film precedente - anche a causa di un notevole sbilanciamento del ritmo tra le due metà del film, laddove The Chaser era un incredibile crescendo di tensione fin dalle prime scene - The Yellow Sea si fa apprezzare per un paio di colpi di scena di grande effetto e scene azioni coaduivate da un grande padronanza tecnica da parte di un regista giovanissimo ma che dimostra un livello di maturità davvero non comune. E anche un certo spirito giocoso, considerato il recasting dei due attori principali del primo film, ma a ruoli invertiti; l'eroe del primo film è qui il villain (anche se di grande carisma e presenza scenica), e quello che era il bieco e odiatissimo serial killer diventa qui il personaggio con cui empatizzare. Da The Chaser siamo passati quindi a The Murderer, inutile dire che siamo curiosissimi di vedere cosa ci aspetterà alla prossima pellicola, Na Hong-jin ha certamente confermato di meritare la nostra attenzione.

Movieplayer.it

4.0/5