Recensione La damigella d'onore (2004)

Se il tema dell'amore ossessionato e possessivo fino alla follia non è certamente originale, va detto che il rapporto assoluto preteso da Senta è rappresentato in un modo davvero mirabile, quasi con leggerezza, e il ritmo e la tensione della storia ne guadagnano in maniera evidente.

Una folle prova d'amore

Claude Chabrol porta sugli schermi un romanzo di Ruth Rendell e sforna una prova di prevegole eleganza, estrapolando dall'ambiente della provincia francese e dai suoi meccanismi un noir dai toni ansiogeni, dove la suspense costante non è frutto di clamorosi colpi di scena ma di una sceneggiatura precisa come un orologio svizzero.

Philippe (Benoit Magimel), un giovane che vive in una tranquilla famiglia con la madre (Aurore Clement) e due sorelle, al matrimonio di una di queste conosce una fatale e misteriosa damigella d'onore, Senta (Laura Smet), da cui resta letteralmente fulminato. La passione è reciproca, ma quella della donna, che racconta di lei tante cose di cui Philippe sospetta la verità, è travolgente. Ma il bollente rapporto non si ferma qui: Senta come prova d'amore vorrebbe che Philippe uccidesse uno sconosciuto.

Se il tema dell'amore ossessionato e possessivo fino alla follia non è certamente originale, va detto che il rapporto assoluto preteso da Senta è rappresentato in un modo davvero mirabile, quasi con leggerezza, e il ritmo e la tensione della storia ne guadagnano in maniera evidente.

L'affascinante ma demoniaca Senta è il gorgo nel quale Philippe non saprà non farsi risucchiare, sempre in bilico tra la coscienza e la razionalità di cosa gli sta accadendo e la voglia di non fermarsi, di mollare gli ormeggi e farsi andare alla deriva. Una situazione psicologica rappresentata perfettamente, perchè si ha sempre la netta sensazione di come Philippe pensi di avere sotto controllo la situazione e di come invece questa gli stia sfuggendo di mano.
E infatti, proprio quando si pensa che tutto possa rientrare nei canoni della normalità, Chabrol innesca perfetti meccanismi a catena che porteranno la vicenda a un epilogo che, ultimo tocco di eleganza, in realtà non c'è.