Twin Peaks 3, episodio 8: David Lynch racconta la nascita di Bob e riscrive la storia della tv

A circa metà della stagione Lynch ci regala un episodio visionario in cui viene indicata l'origine del male che infesta Twin Peaks e il mondo stesso.

Guardare l'ottavo episodio di I segreti di Twin Peaks, sentirsi completamente persi e al tempo stesso percepire che in fondo in fondo quei 57 minuti di follia parlano di noi, del nostro background, del nostro rapporto con David Lynch. Parlano alla nostra mente e al nostro cuore. E poi diciamolo, solo un genio come Lynch può tirare fuori dal cilindro un finale di episodio che fa così dannatamente paura. Dopo averci fornito, nell'episodio 3, un anticipo del tasso di follia che è in grado di inoculare nel suo show, Lynch ci stupisce ancora una volta costruendo un parabola sconvolgente eppure lineare nella sua eccentricità. L'episodio 8 si apre là dove si era chiuso il 7, con il malvagio Dale Cooper ormai fuori dal carcere, intento ad attraversare il deserto in auto insieme a Ray Monroe. Abbiamo già visto in precedenza Ray insieme a Cooper, ma i due non devono essere poi così intimi visto che alla prima occasione, dopo aver tolto i proiettili alla pistola di Coop conservata nel cruscotto dell'auto, Ray non ci pensa due volte a conficcargli due pallottole in corpo. Fidarsi è bene, non fidarsi (di Cooper) è meglio. Ma è davvero possibile uccidere la versione cattiva dell'Agente Cooper? David Lynch ci suggerisce di no.

I segreti di Twin Peaks: Carel Struycken in una scena dell'episodio 8
I segreti di Twin Peaks: Carel Struycken in una scena dell'episodio 8

La prima stranezza si verifica proprio quando Ray si avvicina al corpo di Cooper, che giace supino nella polvere, per sparargli ancora una volta e chiudere il conto definitivamente. All'improvviso alcune ombre scure si manifestano nel deserto e si chinano sul corpo di Cooper spalmandogli sul volto il sangue che sgorga dalle ferite. Poco dopo in auto, rivolto a Philip, Ray riferirà l'accaduto esprimendo i suoi dubbi sul decesso di Cooper. Naturalmente il Philip in questione altri non è che Philip Jeffries, l'Agente dell'FBI che si cela nell'ombra e sembra avere un legame con il malvagio Cooper. A interpretare Jeffries era David Bowie. Dal momento che il cantante è scomparso a inizio riprese, viene da chiedersi se vedremo mai il personaggio nel revival e se David Lynch ha optato per un recasting. Per il momento Jeffries è solo una presenza all'altro capo della cornetta e forse lo resterà a lungo.

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Visioni e ossessioni

I segreti d Twin Peaks: Kyle MacLachlan in una scena
I segreti d Twin Peaks: Kyle MacLachlan in una scena

Se l'intro dell'episodio 8 rientra nei canoni della narrazione più tradizionale - per quanto l'aggettivo "tradizionale" possa essere riferito a Twin Peaks - a fungere da separazione tra ordinario e straordinario ci pensano i Nine Inch Nails, band industrial metal guidata da Trent Reznor. La band al completo, forte anche della presenza di Atticus Ross, si esibisce al Roadhouse eseguendo una She's Gone Away da brividi. Le sonorità sono perfettamente in linea con l'asprezza visiva dell'episodio, e visto che Reznor, avendo collaborato alla score di Strade perdute, è una vecchia conoscenza di Lynch, la sua partecipazione sembra mettere più a suo agio del solito il padrone di casa, musicalmente parlando. La performance dei Nine Inch Nails è l'ultimo appiglio di realtà che ci viene fornito prima di sprofondare in una eccentricità esplosiva in cui videoarte, cinema muto, rumore, incubi e allucinazioni si fondono per raccontare una strana storia delle origini. David Lynch sente il bisogno di fare chiarezza, di creare un solido sostrato per i suoi personaggi, anche i più anarchici come Bob. Finora abbiamo sempre considerato Bob l'incarnazione del male, la malvagità che ha parvenza umana, ma solo quella. Più che chiederci quale fosse l'origine di quell'essere mostruoso, finora abbiamo indagato sui suoi crimini. Ebbene, adesso Lynch fornisce una spiegazione alla sua ferocia radicata in un contesto reale.

I segreti d Twin Peaks: un momento dell'episodio 8
I segreti d Twin Peaks: un momento dell'episodio 8

Mettiamo le mani avanti. La sequenza centrale dell'episodio 8 è talmente stratificata e densa di simboli che darne un'interpretazione certa è impossibile. Lynch ci prende per mano e ci svela un frammento degli incubi che sgorgano dalla sua mente. Rispetto al passato c'è una maggior aderenza a un contesto reale. Forse con l'avanzare dell'età il regista è diventato più buono? O la spiegazione che cerchiamo di darci è in realtà frutto delle nostre elucubrazioni che non necessariamente corrispondono alle sue? Ciò che è certo è che sarà difficile confutare qualsivoglia interpretazione, vista l'originalità concettuale messa in campo per raccontare la genesi di Bob. Genesi messa in scena attraverso un'abbondanza di tecniche retrò introdotte già nella sequenza della "morte" di Cooper nel deserto. Lynch denuncia tutta l'artificialità del mezzo cinematografico facendo apparire fantasmi in sovrimpressione o creando insetti posticci e mostruosi che sembrano presi di peso da un film di Georges Méliès. Al tempo stesso, i suoi viaggi cosmici avvengono in un tripudio di rumore elettronico che sembra ricollegarsi agli esperimenti della videoarte degli anni '70. Il tutto mentre una vecchia conoscenza, il Gigante della Loggia Nera, fa la sua comparsa in un frammento muto in bianco nero che potrebbe tranquillamente appartenere a un film espressionista. Eccole lì tutte le ossessioni cinefile di Lynch, servite su un piatto d'argento in una manciata di minuti che si configurano come una delle pagine più belle della televisione.

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Hai da accendere?

I segreti di Twin Peaks: i Nine Inch Nails durante l'esibizione
I segreti di Twin Peaks: i Nine Inch Nails durante l'esibizione

Il 16 luglio 1945, il White Sands Missile Range di Socorro, nel deserto del New Mexico, diviene teatro di Trinity, primo esperimento nucleare parte dell'infausto Progetto Manhattan. La messa in scena dell'esperimento è una scusa che permette a David Lynch di liberare la creatività più sfrenata in un caleidoscopio di suoni, colori, luci e immagini astratte che si compenetrano le une alle altre o si susseguono procedendo a scatti. Una delle conseguenze dell'esplosione nucleare sembra essere la comparsa degli spettri neri che abbiamo visto intorno a Dale Cooper. Ma c'è di più. A un certo punto nel cielo nero scorgiamo una figura fluttuante dalla cui bocca esce una scia gelatinosa, una sorta di DNA primigenio composto da numerose bolle. All'interno di una di queste bolle scorgiamo il volto di Bob. All'apparenza Lynch indicherebbe un'origine nucleare per il mostruoso Bob, proprio come Godzilla. Naturalmente la simbologia lynchiana non si ferma qui visto che poco dopo ritroviamo il Gigante (Carel Struycken) insieme a un nuovo personaggio di nome Senorita Dido (Joy Nash) in una stanza al cui centro si trova l'oggetto non identificato a forma di campana apparso nella parentesi galattica dell'episodio 3. Nella sequenza in questione rivediamo la bolla con Bob che compare su uno schermo, ma da una luminescenza scaturita dalla testa del Gigante si forma una seconda bolla, dorata, con riflesso il volto sorridente di Laura Palmer. La bolla viene lanciata sullo schermo su cui appare il Pianeta Terra e si dirige verso il Maine. La dicotomia Bene vs. Male si ricompone nel passato come nel presente.

I segreti di Twin Peaks: una scena dell'episodio 8
I segreti di Twin Peaks: una scena dell'episodio 8

Con un ulteriore salto temporale nel 1956 David Lynch mostra le spaventose conseguenze dell'esperimento nucleare. Mentre nel deserto un uovo si schiude liberando un mostruoso insetto, i fantasmi neri, in particolare l'uomo con la sigaretta in bocca che ripete ossessivamente il suo mantra "Hai da accendere?", si aggirano con andatura simile a quella delle creature che popolano La notte dei morti viventi seminando il panico. In chiusura dell'episodio David Lynch mette in fila una serie di sequenze raccapriccianti mostrando l'uomo nero che entra in una stazione radio, si impossessa del microfono e ripete un messaggio criptico: "This is the water, and this is the well. Drink full, and descend. The horse is the white of the eyes and dark within". A confronto il senso de "I gufi non sono ciò che sembrano" è lapalissiano. Il cavallo succitato non può non riportare alla mente quello comparso più volte nelle visioni di Sarah Palmer, mentre il drink full and descend si accompagna alle immagini di una ragazzina, simbolo di purezza, che si addormenta mentre l'insetto nucleare le scivola in bocca. Scena questa che, unita alla violenza improvvisa di alcune sequenze, turberà i sonni dello spettatore (a proposito, evitate di dormire a bocca aperta) lasciandolo con la consapevolezza di non aver mai visto niente di simile prima d'ora in tv.

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5.0/5