True Detective: Commento alla premiere

L'appuntamento con il primo episodio del crime True Detective di HBO è il più strabiliante della stagione sul fronte della serialità americana.

Esiste una nutrita e scanzonata tradizione nella cinematografia americana del buddy cop film. Eppure la convivenza finzionale tra partner poliziotti non è sempre complice: True Detective, serie crime esordiente su HBO incentrata sulla decennale attività di un serial killer, ne tratteggia una difficile e quasi opprimente. Il detective Martin Hart, padre di famiglia socievole e pratico, deve trovare un modo per andare d'accordo con il suo compagno di investigazioni Rustin Cohle, rabbioso filosofo pessimista. Rust è introverso, dà poca confidenza, è freddo e ostico come il suo luogo d'origine, l'Alaska, ma il suo spirito è inquieto ("Io non dormo, sogno e basta", dice al collega) è rovente come la pelle del volto bruciata dal sole del Texas dove ha lavorato per anni.

True Detective si dipana su più piani temporali; saltando tra il presente e il passato rievoca, in un sistematico rimbalzo tra flashback e reminiscenze, un caso memorabile del 1995 su cui Hart e Cohle indagarono. Si tratta dell'omicidio della prostituta occasionale e tossicodipendente Dora Lange, vittima di un omicidio rituale abbandonata nei bayou fuori dal tempo della Louisiana. Sette anni dopo il ritrovamento i contatti tra Hart e Cohle si sono interrotti bruscamente; a dieci dalla loro ultima conversazione vengono interpellati circa il morboso delitto.

True Detective: Woody Harrelson nella premiere The Long Bright Dark
True Detective: Woody Harrelson nella premiere The Long Bright Dark

L'uragano Rita si è portato via i file del caso, probabilmente legato alla sparizione di una ragazzina avvenuto nei primi anni 90 e a un nuovo delitto. Se l'Hart contemporaneo è cambiato tutto sommato poco rispetto a 17 anni prima - qualche kilo e qualche ruga in più, tanti capelli di meno - del Cohle taciturno, rigido e impomatato del 1995 è rimasto quasi nulla: è un barbone sciatto e beone dai modi sovversivi, che si diverte a provocare e sbeffeggiare i detective che lo interrogano per nascondere loro che in quella sua carcassa abusata crepita ancora l'istinto dell'investigatore.

Cosa ci è piaciuto di questo episodio

True Detective: Matthew McConaughey e sullo sfondo Woody Harrelson nell'episodio The Long Bright Dark
True Detective: Matthew McConaughey e sullo sfondo Woody Harrelson nell'episodio The Long Bright Dark

Cohle, in una delle rare occasione in cui condivide la sua angosciosa visione del mondo con Hart, osserva che i luoghi della Louisiana abbandonati da Dio dove operano gli sembrano la mera ombra di località reali. Il collega si indispettisce, ignorando che l'atmosfera alienante e immobile che li avvolge è uno degli elementi più suggestivi della serie. Ci sono ingredienti del Southern Gothic in True Detective, show agghiacciante e ipnotico, e la natura locale, primitiva e insensibile verso gli umani indolenti che ne abitano i territori, evoca la medesima sensazione di sconfortante solitudine ed empia inquietudine di Texas Killing Fields (Le paludi della morte). Sconfinato e quieto (sul set sono stati ospitati un paio di gufi per inibire l'incessante canto dei tordi), il bayou ospita noncurante un cadavere in preghiera che sembra una Titania regina delle paludi.

La narrazione di True Detective è lenta, diluita, l'azione è limitata al ritrovamento del corpo e alla scoperta del possibile legame con la ragazzina scomparsa. Il pilota, The Long Bright Dark, accenna i primi dettagli sullo spinoso rapporto tra Hart e un Cohle - quest'ultimo reduce da un lutto che ha annichilito la sua vita - che si è adattato a vivere accampato in un monolocale spoglio in compagnia di una manciata di trattati di criminologia. Quando non lavora legge, studia e cesella la sua Weltanschauung dal pessimismo cosmico, illustrata al suo partner nel dialogo più folgorante della prima puntata.
Il pilot di True Detective è impeccabile sotto ogni aspetto; mesmerizzanti le sue atmosfere e i suoi dialoghi, ostenta due protagonisti solidi - Woody Harrelson è bravissimo, Matthew McConaughey, il cui talento sembra aumentare in modo inversamente proporzionale al suo peso, è addirittura impressionante. Tutto, a una prima visione, ci è piaciuto di The Long Bright Dark.

Cosa non ci è piaciuto di questo episodio

True Detective: un'immagine della premiere The Long Bright Dark
True Detective: un'immagine della premiere The Long Bright Dark

Dall'azzeccata canzone dei titoli di testa (Far From Any Road di The Handsome Family) fino all'ultimo fotogramma è difficile trovare qualcosa da criticare in questo sensazionale pilota. Unico appunto, HBO si è fatta fregare da NBC: i due omicidi raffigurati in The Long Bright Dark sembrano messi in scena dal Gufo del Minnesota di Hannibal, tanto l'estetica morbosamente suggestiva è simile. Il senso di déja vù toglie qualcosa alla seduzione di queste rappresentazioni folli e mistiche della mente del serial killer (e sorge spontanea la domanda: come mai questa coincidenza infausta?).

Note a margine

La prima stagione di True Detective si compone di otto episodi. Sono stati tutti sceneggiati dallo scrittore Nic Pizzolatto, autore di questo ameno romanzo in audiovisivo, e diretti dal Cary Fukunaga di Jane Eyre. Questa uniformità di ispirazione britannica, non comune alle altre serie HBO, promette una fluidità e una visione d'insieme inedite.

What's Next

Improbabile che l'azione, in True Detective, subisca un'impennata subito dopo il pilot, auspichiamo un andamento con pochi sviluppi sul caso nell'immediato a favore di una definizione dell'ambiente e delle dinamiche relazionali. Sempre tenendo in considerazione che la serie annovera un solo sceneggiatore - e creatore - e un unico regista per tutta la stagione, riteniamo improbabile anche un calo di qualità. Stiamo per assistere a una serie che rischia di far impallidire le varie The Bridge, The Killing e simili.

Movieplayer.it

5.0/5