True Blood - Stagione 3, episodio 1: Bad Blood

La terza stagione della serie di Alan Ball presenta subito le sue novità ed imposta storie e stati d'animo dei protagonisti, ampliando ulteriormente la sua già complessa mitologia.

Sarà merito della sua originalità e soprattutto del suo coraggio, o forse dell'efficace campagna promozionale fatta di teaser poster accattivanti e creativi, ma la crescita di True Blood in termini di ascolti è ormai una tendenza che si sta confermando nel tempo, diventando una vera e propria certezza: se il suo primo episodio aveva totalizzato solo 1.44 milioni di spettatori nel settembre 2008 e la premiere della stagione 2 oltre il doppio, 3.70 milioni, sorprende la premiere della nuova, terza stagione andata in onda la scorsa domenica sulla HBO, totalizzando ben 5.10 milioni di spettatori, che sono andati a pareggiare l'ascolto della season finale dello scorso settembre, confermandosi la serie più vista della HBO. Si tratta di una continuità rispecchiata dal plot della serie, che riprende esattamente dove l'ultimo episodio andato in onda aveva lasciato gli spettatori, gli stessi spettatori, a giudicare dal loro numero.
Bad Blood, questo il titolo del primo episodio, è una conferma sia dal punto di vista dei temi e del sapore della serie, che dell'atteggiamento e del coraggio dei suoi autori, guidati da Alan Ball: resta l'umorismo che contraddistingue la serie, il suo modo di affrontare l'eccezionalità di quello che accade e l'uso che fa dell'integrazione dei vampiri nella società della serie per far riferimento alla discriminazione in senso generale. Ma spiccano nella premiere anche un paio di momenti particolarmente riusciti a livello visivo, piccoli tocchi capaci di colpire con la messa in scena e non solo per le situazioni che vengono raccontate.

Si riparte quindi dal rapimento di Bill, che rappresenta una delle storyline della premiere, una di quelle che presumibilmente farà da filo conduttore per tutta la nuova stagione, perchè introduce un nuovo elemento alla mitologia della serie: i licantropi. Un'aggiunta che ci preoccupa sia perchè il background di True Blood è già molto articolato ed il rischio di esagerare è sempre dietro l'angolo, un rischio che già nella seconda stagione più volte era sembrato concreto, sia perchè avere i lupi mannari come mandanti del rapimento di Bill fa venire allo scoperto una contrapposizione tra loro ed i vampiri che fa il verso a quanto accade in Twilight, ma che speriamo sia sviluppata in termini più ampi ed articolati.
Se dal punto di vista di Bill assistiamo ad un incipit della sua storyline di stagione, ne consegue che parallemente ci sia poco da fare per Sookie, alle prese con la ricerca dell'amato, ma per tutti gli altri la premiere riesce ad impostare stati d'animo e gettare basi interessanti. In primo luogo con Sam, non solo per la sua ricerca dei genitori, ma per le conseguenze dell'aver assunto il sangue di Bill, che ha creato un legame tra i due che ha come prima controindicazione un sogno erotico con i due protagonisti di una situazione omosessuale interrotta, per ora, solo da un brusco risveglio.
E' l'ulteriore conferma del tentativo degli autori di continuare a stupire, spostando di volta in volta il limite un passo più avanti, dando ormai per normali le scene di sesso che anche in questo nuovo episodio non mancano, dal rapporto di sei ore tra Eric e la nuova ballerina del Fangtasia alla imbarazzante performance, o mancanza della stessa, tra il solito impagabile Jason Stackhouse e due ragazze di passaggio a Bon Temps.
Per il povero Jason non è infatti un periodo facile: il personaggio di Ryan Kwanten, come come la Tara di Rutina Wesley, devono affrontare le conseguenze della morte di Eggs, ovviamente con modalità ed emozioni diverse coinvolte. Jason è sconvolto per aver ucciso un uomo, ed è costretto ad affidarsi suo malgrado ad Andy Bellefleur per evitare il carcere (ma quanto la strana coppia da loro formata, a cui si deve qualche scambio di battute imperdibile, riuscirà a confermare la loro versione dei fatti senza tradirsi?), mentre Tara è disperata per la scomparsa dell'amato e precipita in una fase di depressione molto profonda. Ed affascina la goffagine della neonata, in termini vampirici, Jessica alle prese con le prime pulsioni e difficoltà del suo nuovo stato; un aspetto che fa forse storcere il naso ai puristi del vampirismo, ma che rappresenta motivo di curiosità per un prodotto che cerca di affrontare il genere in modo originale, sdrammatizzandone molti punti consolidati.
Non mancano gli aspetti più puramente politici del mondo dei vampiri, con il ritorno del Magister interpretato da Zeljko Ivanek e la Regina Sophie-Anne di Evan Rachel Wood, entrambi con Eric per valutare e gestire la diffusione di V, seppur con intenzioni e motivazioni diverse.
Insomma Bad Blood risulta un avvio di stagione che mette insieme continuità e novità, impostando stati emotivi e storie per questi nuovi dodici episodi, tra novità ed approfondimento dei personaggi già noti ed amati, con l'intento di fare ulteriori passi avanti sul cammino della trasgressione, voluta e cercata, nella speranza che gli autori riescano a confermare l'abilità dimostrata nel mantenere il giusto mix di elementi ad evitare quel passo di troppo che possa far perdere l'equilibrio tra umorismo e trash volontario.

Movieplayer.it

4.0/5