Tom Riley: il mio Leonardo Da Vinci sexy e geniale

Faccia a faccia con il protagonista della serie TV firmata da David S. Goyer, l'inglese che farà battere il cuore alle spettatrici di Da Vinci's Demons.

Leonardo da Vinci non ha più la barba bianca e i capelli incolti delle iconografie d'epoca, ma ha l'aria affascinante e il taglio sbarazzino di Tom Riley. Inglese, nativo del Kent, classe 1981 (ha festeggiato il suo 32° compleanno proprio nei giorni di permanenza a Firenze per la premiere mondiale di Da Vinci's Demons), dopo essersi fatto notare nella serie Monroe è stato scelto da David S. Goyer come protagonista del suo nuovo show. La scommessa, rischiosa, sembra essere stata vinta. Da Vinci's Demons ha debuttato negli Usa il 12 aprile con un ottimo share e la seconda stagione della serie, co-prodotta da Starz e BBC International, è stata appena confermata. Il 22 aprile anche Fox trasmetterà la versione italiana della serie e il merito di tanto successo va in gran parte al suo protagonista. Non appena ce lo troviamo davanti capiamo immediatamente perché David Goyer abbiamo puntato su di lui. Affascinante, simpatico, intelligente e ironico, Tom Riley non sarà iperattivo quanto il suo Leonardo, ma la verve e la battuta pronta non gli mancano di certo mentre parla dello show che rappresenta il suo trampolino di lancio verso il pubblico internazionale.

Per la prima volta abbiamo un Leonardo Da Vinci davvero sexy.
Tom Riley: In Italia non sono un sex symbol. Non sono famoso e non provengo da una famiglia di attori, ma ho studiato recitazione. Ho fatto un paio di cose in America, ma mai niente come Da Vinci's Demons.

Sul set ti sei divertito a interpretare le numerose scene di sesso previste?
Di solito sei nudo in una stanza vuota in cui fa terribilmente freddo con una persona che non conosci, anche lei nuda, e con un cameraman che respira pesantemente. Non c'è niente di bello o divertente in tutto ciò.

Che cosa ti ha attratto del personaggio di Leonardo?
La sfida contenuta nel progetto. Noi conosciamo un uomo con la barba, vecchio, pacato. La cosa interessante, per me, era percorrere il viaggio che lo porterà a diventare il personaggio storico noto a tutti.

Personaggio che, nel film, è tutt'altro che saggio e pacato.
Leonardo presenta tratti borderline, quasi autistici. Analizzandolo, mi sono reso conto di quanto fosse contraddittoria la sua personalità, ma la forza di Leonardo era la sua capacità di rifiutare i limiti, cercando di andare sempre avanti, pensando in grande. Quando una persona diventa, come lui, una leggenda ha una grandezza interiore, ma Leonardo per tutta la vita si è mosso sull'orlo del precipizio. Io ho voluto esplorare quest'orlo.

Se Leonardo vivesse nel presente cosa farebbe oggi?
Non saprei. Potrebbe ricoprire un ruolo di potere o potrebbe diventare un rivoluzionario. In questi giorni a Firenze abbiamo potuto visitare il museo con le sue invenzioni e molte sono straordinarie. Sono in giro anche oggi. La mente di Leonardo era incredibile, guardava sempre avanti.

La serie, soprattutto in Europa, ha ricevuto delle critiche sugli errori storici presenti.
Abbiamo scelto volutamente di affrontare la vita di Leonardo in un momento non ben documentato per avere più libertà. Sappiamo che Leonardo non si vestiva così, ma volevamo farne un personaggio fuori dal tempo. E' normale che i puristi lo criticheranno. Per esempio, nel film il mio look è molto moderno. Prima dell'inizio delle riprese abbiamo fatto delle prove, anche con i capelli lunghi e con la barba, ma non funzionava così alla fine abbiamo scelto di non essere filologici.

E' stato difficile comprendere il lato oscuro di Leonardo?
Mi piace rendere i bravi ragazzi spiacevoli e i cattivi ragazzi piacevoli. Mi piace che non sia tutto bianco o nero.

La complessità di Leonardo deriva sue dalle difficoltà familiari?
Senza dubbio. Nella serie il padre viene mostrato come una figura demoniaca e la relazione tormentata con lui è documentata. Ci sono molte teorie sulla madre. Noi ne abbiamo scelta una. Il tormento di Leonardo deriva dalla sua condizione di figlio illegittimo, dal suo desiderio di essere accettato. Lui sente il bisogno di far parte di qualcosa, vuole essere riconosciuto e forse questo è il mistero che lo spinge a cercare la madre.

David Goyer ha confessato di averti scelto per la tua intelligenza.
E ora volete che lo provi? (ride n.d.r.) In realtà ha stupito anche me perché non me lo aveva mai detto. Al provino mi ha dato sei pagine da recitare in modo naturale e poi mi ha richiamato.

L'iperattività fisica che caratterizza il personaggio è un'idea tua?
Si, alla base della gestualità frenetica c'è l'iperattività della mente di Leonardo. Quando la sua mente non lavora diventa iperattivo fisicamente e siccome è ambidestro ho usato un modo di gesticolare che coinvolgesse entrambe le mani.

Il tuo Leonardo viene paragonato a Batman. Sei d'accordo con questa visione?
In un certo senso sì. Leonardo è una specie di supereroe, vuole volare, ma non ci riesce e allora si inventa un modo alternativo attraverso la sua grande genialità. Qualcuno l'ha paragonato a Indiana Jones e in effetti l'idea di Goyer era quella di trasformare il Rinascimento in una grande avventura. Ma Leonardo ha anche dei tratti in comune con il nuovo Sherlock Holmes mostrato in Sherlock.

Nel primo episodio di Da Vinci's Demons scopriamo che Leonardo è anche un latin lover. Sulla sua sessualità le teorie storiche sono piuttosto ambigue e molti parlano di omosessualità.
Io credo che Leonardo fosse affascinato da tutti gli aspetti della sessualità. Ci sono cose che scopriremo più avanti nella serie. Per adesso lo vediamo con Lucrezia, ma capiamo che le sue ragioni per sedurla sono legate al desiderio di scoprire cosa lei nasconda. La sua personalità è complessa e anche la sua sessualità, ma Leonardo viveva in un'epoca in cui l'omosessualità era proibita. Questo tema verrà affrontato in modo sorprendente. Dovete solo avere pazienza.