Tin Star 3, la recensione: i parenti delinquenti tornano per l’ultima missione su Sky

La nostra recensione della terza ed ultima stagione di Tin Star: Liverpool, la serie Sky Original con Tim Roth dal 30 dicembre su Sky Atlantic e NOW TV.

"A volte c'è una linea sottile che distingue un poliziotto da un criminale. Ciò che guida la loro personalità può essere la stessa cosa, ma loro hanno semplicemente scelto professioni e ruoli diversi per definirla". Dott. M.L. Rapier, Psicologo Clinico

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Tin Star: un'immagine della stagione 3

Utilizziamo questa citazione che apriva la stagione inaugurale ora che ci apprestiamo a scrivere la recensione di Tin Star 3, ultimo capitolo della serie thriller Sky Original con protagonista Tim Roth, in arrivo il 30 dicembre su Sky Atlantic e NOW TV con il sottotitolo Liverpool e di cui abbiamo visto i primi due episodi in anteprima. Liverpool è un sottotitolo calzante dato che, ancora una volta, la serie utilizza una struttura circolare e ci riporta dove tutto è iniziato per la famiglia Worth, nella città inglese in cui i tre protagonisti Jack, Angela e Anna (insieme a Roth, tra gli interpreti figurano Genevieve O'Reilly e Abigail Lawrie) dovranno venire a patti con i fantasmi del proprio passato, una volta per tutte.

DOVE ERAMO RIMASTI

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Tin Star 3: una foto di scena

Avevamo lasciato la famiglia Worth divisa, in fuga e fresca di un segreto riguardante la nascita di Anna. La ragazza non è la figlia biologica di Jack, che sotto copertura ha ucciso il vero padre, Danny, per salvare Angela e la piccola. La coppia (mai ufficialmente sposata) è poi scappata oltreoceano ed è finita in Canada per quanto accaduto nelle stagioni precedenti. La prima domanda dei nuovi episodi quindi è: riusciranno a ritrovarsi e riunirsi? Jack e Angela hanno una lista di persone che vuole ucciderli e che va eliminata prima che possa far loro del male - in pieno stile Revenge (la serie tv con Emily VanCamp). Primo fra tutti, Michael (Ian Hart), il fratello di Danny che ha giurato vendetta dal giorno della morte dell'uomo. La seconda domanda è: i Worth saranno disposti a non guardare in faccia a nessuno per ottenere un po' di libertà e, soprattutto, felicità? Come in ogni crime "sporco" che si rispetti tra gli alleati di Michael figura la polizia corrotta, rappresentata dal personaggio di Catherine McKenzie (Tanya Moodie), capo della polizia del Merseyside. Segreti pronti a essere svelati e rancori vecchi e mai sopiti sono la materia prima di quest'ultima stagione, che in sei episodi è pronta a chiudere definitivamente la storia per la famiglia Worth. Nel bene o nel male non ci è dato saperlo.

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IL CERCHIO SI CHIUDE A LIVERPOOL

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Tin Star: Tim Roth in una scena della terza stagione

La serie utilizza, come dicevamo, per l'ennesima volta la struttura circolare, che si riversa nell'intera serie e ci riporta, come dicevamo, dove tutto è iniziato, a Liverpool, fra i vicoli chiassosi e pieni di luci al neon, nel caos della metropoli, e la regia non smette di addentrarsi nelle vie, dentro ai pub e nei bar da karaoke. In Tin Star: Liverpool, così come nelle stagioni precedenti, il confine fra "bene" e "male", legge e giustizia privata, vendetta e perdono, è estremamente labile e viene superato da tutti i protagonisti, i Worth in primis. Il creatore Rowan Joffé mette a punto una serie di colpi di scena alla fine degli episodi volti a invogliare lo spettatore a continuare la visione.

A SOUNDTRACK TO KILL FOR

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Tin Star: una scena della terza stagione

Pregio della serie è ancora una volta la colonna sonora accuratamente scelta, che volutamente cozza con quanto sta accadendo sullo schermo - come ad esempio un brano dolce in una sequenza ad alta tensione o viceversa una canzone rock in una scena romantica - e che risulta spesso assordante, copre i dialoghi e fa parlare lo show attraverso i testi dei brani musicali. Anche i dialoghi sono asciutti e spesso affidati alle immagini e alla musica, dimostrandosi non sempre una scelta efficace. Anche il mix di humour e azione non è sempre riuscito ad allentare la tensione durante le scene più crude e senza peli sulla lingua (e ce ne sono parecchie, come Tin Star ci ha già insegnato). La nostra speranza è che questi sei episodi riescano a chiudere degnamente le storyline tanto dei Worth quanto dei personaggi secondari, come non fatto nelle stagioni precedenti, per una serie che ha saputo mescolare in modo originale elementi tanto diversi, anche se non sempre in modo efficace.

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Conclusioni

Concludiamo questa recensione di Tin Star 3 (i primi due episodi), fiduciosi - vista la qualità di questa serie e il suo saper amalgamare registri e toni diversi, la colonna sonora e la regia accattivanti - che le altre quattro puntate sapranno chiudere degnamente il cerchio per le vicende della famiglia Worth. Interessanti le new entry presentate, speriamo abbiano il tempo di essere approfondite a dovere.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
3.4/5

Perché ci piace

  • Tim Roth e Genevieve O’Reilly dimostrano ancora una volta una chimica riuscita.
  • Soli sei episodi a disposizione potrebbero essere utili per concludere degnamente la storia e non diluire troppo il racconto, ma è più una nostra speranza non avendoli visti tutti
  • Colonna sonora e regia accattivanti e azzeccate…

Cosa non va

  • …ma non sempre ben amalgamate fra di loro, così come il registro e il tono del racconto che mescola humour e azione.
  • Il rischio che le interessanti new entry non abbiano il tempo di vedere la propria storia approfondita a dovere.