The Young Pope, episodi 3 e 4: un Papa-bambino e un'assenza che diventa ossessione

Con il terzo e quarto episodio, la serie di Paolo Sorrentino, conferma le ottime impressioni iniziali, equilibrando suggestioni visive e narrazione, ironia e solennità.

Attenzione, l'articolo contiene spoiler sul terzo e quarto episodio della prima stagione di The Young Pope! Applaudita a Venezia 73, dove era stata presentata in anteprima tra consensi e ovazioni di buona parte della critica, e sorretta da un debutto televisivo da record per un canale tv a pagamento, la prima serie firmata da Paolo Sorrentino, sta continuando ad incassare approvazione anche dalla stampa estera (in Francia è andata in onda il 24 ottobre e in Inghilterra e Irlanda ieri sera), attestandosi forse come il lavoro del regista partenopeo che più di tutti, finora, è riuscito a mettere d'accordo il maggior numero di spettatori.

The Young Pope: il protagonista Jude Law
The Young Pope: il protagonista Jude Law

Ironico se si pensa alla naturalezza con la quale riesce a creare contrasti e spaccature nettissime grazie alle sue pellicole. Ai limiti della beffa se ci si sofferma a riflettere su come sia riuscito a farlo grazie ad un personaggio che nella contraddizione fonda il suo essere. Si tratta, ovviamente, del neoeletto Papa Pio XIII (Jude Law), al secolo Lenny Belardo, affascinante cardinale nordamericano scelto dal concilio cardinalizio per guidare la Chiesa ed essere guidato ma che ben presto si svela tutt'altro che docile marionetta nelle mani di astuti politicanti dal colletto bianco. Un personaggio già iconico, grazie alla scrittura precisa di Sorrentino e all'interpretazione ispirata di Law - attore dalla recitazione teatrale per un ruolo dai contorni enfatici -, modellato tra dicotomie terrene e spirituali, oniriche e tangibili. Un Frank Underwood in abiti ecclesiastici che, esattamente come il Presidente/squalo di House of Cards, rifiuta di accontentarsi perché "è come morire". Proprio lui che, nella prima scena di The Young Pope, "muore" come figlio abbandonato per rinascere "padre e madre" di milioni di fedeli.

The Young Pope: Jude Law in una scena della serie
The Young Pope: Jude Law in una scena della serie

Ed ecco che torna il doppio, elemento fondante della sua contraddittoria personalità. Bisognoso di quell'amore familiare negato eppure distaccato nei gesti, conservatore nella sua visione ecclesiastica ma rivoluzionario nell'immagine, tra una sigaretta e un sorso di Cherry Coke, una citazione di Banksy o dei Daft Punk. Sorrentino, nei primi due episodi, non si è limitato però a costruire un santino sui generis del suo Papa giovane. Ha, infatti, saputo costruire le basi per una narrazione capace di aprisi su più livelli, dalla finzione ai riferimenti all'attualità, e lo ha fatto anche grazie agli altri personaggi che arricchiscono la serie, da Suor Mary (Diane Keaton) al Monsignor Gutierrez (Javier Cámara). Su tutti spicca però il Cardinale Voiello (un ottimo Silvio Orlando), Segretario di Stato della Santa Sede, con il suo braccio di ferro con Pio XIII che ha permesso di scoprire molto di entrambi i personaggi grazie ad un'omelia sognata, negata, sceneggiata, scagliata, e che è diventata il ponte ideale per traghettare i due episodi iniziali di The Young Pope verso il suo naturale proseguimento.

"Non lui, me!"

The Young Pope:
The Young Pope:

Il terzo episodio della serie affonda le mani proprio sulle conseguenze mediatiche ed interne allo Stato del Vaticano che l'omelia di Pio XIII ha scatenato con il suo tono accusatorio e feroce, creando smarrimento tra i fedeli ed interrogativi che rimbalzano tra i più importanti quotidiani del mondo. Da El País al Guardian, tutti vogliono sapere qual è il progetto papale che si cela dietro le parole pronunciate dall'americano che non vuole farsi fotografare. "Io non appaio. Io non spiego" ribatte lui ad un Voiello sempre più preoccupato per le sorti della (sua) Chiesa. E così le immagini della sigla di The Young Pope, accompagnate dalle note di All Along The Watchtower, sintetizzano perfettamente i timori e il disordine portati dall'arrivo di Pio XIII, cometa da seguire che si tramuta in una palla di fuoco distruttrice pronta ad abbattersi sulla statua di Papa Giovanni Paolo II (citazione della scultura di Maurizio Cattelan e simbolo di una Chiesa apparentemente popolare e accogliente che stride con quella rappresentata da Belardo).

The Young Pope:
The Young Pope:

In questo episodio Sorrentino sembra più concentrato sulla narrazione rispetto alle suggestioni tipiche del suo cinema (nel quale la serie rientra senza costrizione alcuna), senza rinunciare ovviamente a parentesi ironiche, visivamente ammalianti o cariche di simbolismo - dal richiamo a La Pietà di Michelangelo ad inquadrature pittoriche o sequenze grottesche -, e dove il riferimento al passato traumatico del Papa è sottolineato a più riprese. L'abbandono del giovane Lenny davanti il cancello dell'orfanotrofio da parte di quei genitori dai volti immaginati e sognati è ossessione costante e inconsolabile (sigaretta sempre in bocca e un accendino/souvenir di Venezia come promemoria punitivo). Pio XIII è (rimasto) un bambino, nonostante dichiari al Cardinale Caltanissetta (Toni Bertorelli) che "un orfano non è mai giovane", e della fanciullezza ha l'impazienza, l'insofferenza e l'onnipotenza che si tramutano in un bisogno di vendetta per madre e padre che si allarga al resto del (suo) mondo. Quello che doveva diventare il Papa del compromesso, tra la visione progressista di Voiello e quella conservatrice del Cardinale Spencer (James Cromwell), scombina le carte in tavola e gioca a fare Dio. "Hanno voluto un pontefice che non conoscono e se ne pentiranno". Punire chi gli sta attorno per sublimare l'impossibilità di colpire chi l'ha lasciato nel vuoto di "un'assenza che è presenza", manifesto del suo papato.

"Senza un perché..."

The Young Pope: Silvio Orlando in una scena della serie
The Young Pope: Silvio Orlando in una scena della serie

Nel terzo episodio, oltre ad approfondire aspetti prettamente psicologici del suo Papa, il regista Premio Oscar, inserisce elementi narrativi che trovano riscontro nella quotidianità e contemporaneità di una Chiesa costretta a confrontarsi con sacerdoti pedofili. Il caso Kurtwell, tra l'imbarazzo e la necessità di un'azione risolutiva, rappresenta un chiaro rimando ad una delle piaghe che affliggono la Chiesa cattolica - tema trattato sempre più spesso al cinema, da Mea Maxima Culpa. Silenzio nella casa di Dio a Il caso Spotlight fino a Il club - ma che Sorrentino non (ab)usa per alimentare sterili polemiche quanto per mostrare un profilo ancora più intransigente del suo papà che non accetta l'omosessualità, andando così a scontrasi nuovamente con Voiello e la sua omelia/sogno nel corso del quarto episodio. Una puntata dove, invece, la regia di Paolo Sorrentino "gioca" con più sfrontatezza visiva fin dalla prima sequenza dedicata al contadino Tonino Pettola e alla sua apparizione della Vergine Maria nelle campagne laziali.

The Young Pope: Ludivine Sagnier in una scena
The Young Pope: Ludivine Sagnier in una scena

Ma, nonostante la palpabile libertà espressiva del regista partenopeo, si ha l'impressione che l'estensione temporale regalatagli dalla serialità, abbia permesso un "compromesso" tra plot e visione a favore di un risultato finale equilibrato. Questo si evince anche dall'introduzione di nuovi personaggi, come la giovane e timorata Esther (Ludivine Sagnier), moglie di una guardia svizzera che sogna la maternità, o ulteriori rimandi ad un dietro le quinte delle stanze del Palazzo Apostolico fatti di segreti e ricatti. Due episodi ironici, tragici, surreali, tra filmati di Maradona su Youtube e i Jefferson Airplane, Monsignori che collezionano peluche e nascondono bottiglie di gin, un Papa conservatore moderno che esige miracoli, ascolta Nada e ricorda gli occhi innamorati di una ragazza bruttina...

Movieplayer.it

4.0/5