The Walking Dead: commento all'episodio 4x05, L'inferno

La serie cult della AMC regala ai suoi fan un altro ottimo episodio, riuscendo in un colpo solo a proseguire l'ottimo lavoro sui personaggi e ad accontentare chi reclamava una buona dose di azione.

Il quinto episodio della quarta stagione di The Walking Dead, L'inferno (Internment), probabilmente chiude il mini ciclo legato alla terribile epidemia e lo fa con un episodio di ottima qualità che unisce tanta azione (e tensione) ad un ottimo approfondimento dei personaggi.

Il plot

Rick è di ritorno verso la prigione, solo, dove nel frattempo Hershel aiutato da Glenn e Sasha sempre più malmessi cerca di prestare le cure necessarie a tutti i malati del blocco A, sempre in attesa che il resto del gruppo torni dalla clinica veterinaria con degli antibiotici.
Purtroppo la situazione precipita, e, oltre all'ecatombe dei suoi pazienti, l'attempato veterinario deve anche vedersela con nuovi, affamati Erranti. Fuori dalla mura della prigione, Rick e Maggie cercano di evitare una nuova breccia, ma presto il nostro ex poliziotto sarà costretto a richiamare in azione anche il figlio Carl.

Cosa ci è piaciuto di questo episodio

  • Ovviamente non possiamo che partire da Hershel, un personaggio introdotto già due stagioni fa e che con il passare del tempo si è evoluto, assumendo il ruolo di padre, saggio, leader spirituale del gruppo e, in questo ultimo episodio, perfino di vero e proprio eroe, con tanto di componente badass, come direbbero gli americani. Oltre all'ottima prova di Scott Wilson, c'è però soprattutto da segnalare la bravura degli autori nell'andare a sviluppare elementi inediti di questo personaggi senza per questo snaturarlo, ma anzi continuando a sottolineare alcuni temi a lui cari come la fede, tanto in Dio ("Penso ancora che ci sia un piano, una ragione") quanto negli altri uomini e donne del loro gruppo. Hershel consapevolmente sceglie di continuare a sperare, di non arrendersi anche quando tutti gli altri lo hanno già fatto (come dimostra il dialogo con Sasha). E' significativo che Carol - diventata fredda, razionale e pragmatica - venga esiliata quasi contemporaneamente al momento in cui Hershel con la sua fede e la sua ingenuità (ricordiamoci che quando l'abbiamo conosciuto non voleva arrendersi e riconoscere la reale natura dei walkers) viene riconosciuto da tutti come vero e proprio pilastro del gruppo. E, come gli dice Daryl, come un "tough son of a bitch".

  • "A sad soul can kill you quicker, far quicker, than a germ" ("Un'anima triste può ucciderti più in fretta di un germe"). Una serie sugli zombie che riesce a citare John Steinbeck e il suo Viaggio con Charley in modo così puntuale ed efficace è l'ennesima dimostrazione che si è andati, da tempo, ben oltre il concetto di puro intrattenimento. E questo episodio, Steinbeck o non Steinbeck, lo dimostra in pieno, soprattutto nel saper tratteggiare non solo una situazione disperata e tragica ma anche il diverso modo di affrontarla da parte dei tanti personaggi.

  • Che Rick debba necessariamente tornare ad essere il leader è evidente fin dall'inizio stagione, ma è interessante il modo in cui sono gli altri ad indirizzarlo verso il suo ruolo naturale.
    La settimana scorsa Carol gli aveva detto "puoi essere un contadino, ma non puoi essere solo un contadino", adesso Hershel gli dice qualcosa di analogo con "ti è stata concessa una pausa, devi esserne grato". Ma il momento chiave è quando il suo stesso figlio, colui che in tutti i modi vuole cercare di proteggere non solo dai camminatori ma dall'idea stessa di dover uccidere per sopravvivere, gli lascia intendere che non può sottrarsi a quello che ormai è solo naturale.
    La scena dell'uccisione dell'orda di zombie avrà fatto felici coloro che non possono fare a meno di tanta azione, ma è in realtà una vera e propria resa da parte di Rick, la definitiva accettazione del fatto che un mondo diverso da quello a cui si sono tristemente abituati proprio non è possibile, né per il figlio né tantomeno per lui.

  • Abbiamo lasciato Carol, nell'episodio precedente, sul ciglio di una strada con armi e provviste ma scacciata da Rick e lasciata a sé stessa. In questo episodio il personaggio interpretato da Melissa Suzanne McBride non compare, ma la sua ombra è presente per tutta la durata dell'episodio: nello sguardo di Rick mentre torna verso la prigione; nella domanda insistente di Maggie ("Rick, dov'è Carol?"); nello sguardo di Hershel dopo aver saputo del destino della donna; nella scelta di Rick di rimandare il momento della confessione a Daryl e a tutti gli altri. Ma Carol è presente soprattutto nella memoria degli spettatori come contraltare di Hershel, una donna indurita dal lutto, dalla violenza, dalla paura e che ha perso ogni speranza e ogni fiducia. Per questo motivo questo episodio e il precedente Indifferenza rappresentano i due rovesci della stessa medaglia, due modi diversi di affrontare lo stesso inferno.

Cosa non ci è piaciuto di questo episodio

  • Probabilmente avrà fatto gioire molti, ma quell'ultima scena a preannunciare il ritorno del Governatore ci è sembrata un po' gratuita, e non particolarmente in tono con il resto dell'episodio. A meno che, ovviamente, non ci vogliano lasciar intendere che dietro tutti i problemi degli ultimi episodi (per esempio i walker attratti in gran numero, verso la prigione - ricordate il topo dato segretamente in pasto all'inizio dell'episodio Infetto?) ci fosse proprio il big bad della stagione precedente.

Note a margine

Ascolti in leggerissimo calo per questo episodio, ma con 12.2 milioni di spettatori la serie della AMC si conferma ancora come dominatrice della domenica sera.
La bella canzone che si sente nei due momenti più "intimi" di Hershel, l'uccisione dell'infetto e il pianto catartico finale, è Oats in the Water di Ben Howard.

What's Next:

Come già detto, la AMC punta molto sul ritorno del Governatore (qui trovate alcune dichiarazione al riguardo da parte di showrunner e interprete), e ce lo preannuncia non solo quell'ultima inquadratura che lo vede fuori la prigione ad osservare con attenzione i suoi nemici, ma anche con un promo per il prossimo episodio Live Bait completamente dedicato al personaggio interpretato da David Morrissey. Sicuramente il ritorno di un personaggio così carismatico cambierà lo sviluppo di questa quarta stagione, con buona pace di chi non apprezza questa maggiore introspezione dei personaggi a discapito dell'azione, ma sinceramente noi siamo molto più interessati a capire come reagiranno gli altri membri del gruppo, e in particolare Daryl e Tyreese, alla notizia dell'allontanamento di Carol.

Movieplayer.it

4.0/5