The Ring: il terrore transmediale tra Giappone e USA

Nessuna saga horror, probabilmente, si è mai estesa su una piattaforma di media così vasta come quella di The Ring, che dal romanzo originale di Koji Suzuki ha dato vita ad incarnazioni multiformi e diversificate.

Nel 1991 Koji Suzuki, scrittore horror definito in seguito "lo Stephen King giapponese", scriveva un romanzo che, anche se lui ancora non lo sapeva, avrebbe dato vita qualche anno dopo a un franchise tra i più longevi della storia dell'horror, caratterizzato essenzialmente dalla sua natura transmediale. Dal romanzo Ring, infatti, avrebbero avuto origine dagli anni '90 in poi una serie infinita di adattamenti cinematografici, televisivi, fumettistici, videoludici e radiofonici, oltre che una serie di sequel letterari scritti dallo stesso Suzuki: un fenomeno senza precedenti nella storia del genere (al di fuori di questo, vengono in mente saghe occidentali di ben altro impatto popolare come quella di Star Wars), che ha coinvolto media estremamente diversi tra loro e che ha fatto della terrificante bambina protagonista (Sadako o Samara a seconda delle versioni) una vera e propria icona moderna, non solo dell'orrore.

Dal romanzo di Suzuki, la storia del video assassino e della catena di morte che genera approda dapprima in televisione, con un film TV della Fuji Television intitolato Ring (Kanzenban) e datato 1995. Pur molto fedele al libro originale, il film non ottiene i risultati sperati, mentre ben altro destino ha la pellicola con cui Sadako fa il suo esordio sul grande schermo: Ringu, diretto nel 1998 da Hideo Nakata, ottiene subito un enorme successo e, pur pagando significative divergenze dal romanzo, affascina e spaventa un gran numero di spettatori, riportando in auge il cosiddetto J-Horror. Tra il 1998 e il 1999 escono immediatamente due sequel del film, uno indipendente dall'altro, che sviluppano la storia in direzioni diverse: il primo, Spiral, è tratto dall'omonimo sequel letterario scritto da Suzuki ed esce quasi in contemporanea col film originale, per la regia di Joji Iida; mentre il secondo, Ringu 2, vede tornare al timone di regia Nakata, per uno sviluppo della storia che si rivela del tutto personale e indipendente dalle versioni letterarie. Sviluppo che sarà ulteriormente approfondito in Ring 0. The Birthday, prequel diretto nel 2000 da Norio Tsuruta, che si concentra soprattutto sull'infanzia e l'adolescenza di Sadako, raccontando le origini della sua rabbia. Dovranno in seguito passare ben 12 anni prima che il franchise cinematografico giapponese si arricchisca di un nuovo capitolo: è datato infatti 2012 l'ultimo episodio, Sadako 3D, che sfrutta la tecnica della stereoscopia e si avvale di una sceneggiatura scritta dallo stesso Koji Suzuki.

Nel frattempo, il nascente successo della saga aveva interessato l'industria cinematografica della Corea del Sud, che nel 1999 co-produce con i giapponesi The Ring Virus, primo remake del film originale, per la regia di Kim Dong-bin. Ma il remake più noto, quello che avrebbe finito per far conoscere il film di Nakata anche in occidente, e per aprire un nuovo "ramo" della saga, arriverà nel 2002: The Ring, targato Dreamworks e diretto da Gore Verbinski, riscuote subito un grande successo, restituendo, pur nella fedeltà alla storia originale, una versione più occidentale e calata nel contesto statunitense degli spaventi presenti nel libro di Suzuki. Tre anni dopo, Hollywood fa uscire l'inevitabile sequel, ma sorprende che a dirigerlo sia proprio Hideo Nakata: il regista si smarca completamente dalla sua originale prosecuzione del 1999, cercando una mediazione tra la sua personale visione del genere e quella del moderno horror americano, e inserendo anche alcuni dei suoi motivi preferiti (tra cui quello dell'acqua) che fanno venire in mente certe sue opere precedenti come l'horror Dark Water. Il filone statunitense della saga, confortato dagli ottimi incassi, non sembra ancora essersi interrotto: nel 2010 la Paramount annuncia infatti di aver messo in cantiere The Ring 3D, nuovo capitolo anch'esso stereoscopico, diretto dal regista David Loucka e previsto per il 2014.

Titoli della serietv Ring Saishūshō (Ring: The Final Chapter)
Titoli della serietv Ring Saishūshō (Ring: The Final Chapter)
Anche dopo il passaggio al cinema, l'industria televisiva giapponese non ha tuttavia smesso di sfruttare il personaggio di Sadako e il tema della maledizione da lei generata: sono infatti datate 1999 due serie televisive, una conseguenziale all'altra, ispirate in parte ai libri di Suzuki e in parte alle varie versioni cinematografiche che questi hanno generato. Ring: The Final Chapter, diretta da Yoshito Fukumoto, consta di dodici episodi e fa un mix delle linee narrative generate dal romanzo e dai primi due film di Nakata; mentre Rasen, per la regia di Takao Kinoshita e Hiroshi Nishitani, riprende la narrazione là dove era stata interrotta nella serie precedente, con tredici nuove puntate ispirate in parte al secondo libro di Koji Suzuki.
Autore, quest'ultimo, che da parte sua non ha certo abbandonato a sé stessi i suoi personaggi, portando avanti la storia di Sadako in due romanzi e in alcuni racconti brevi: il già citato Spiral (Rasen) del 1995, il terzo capitolo Loop datato 1998, e la raccolta Birthday (1999), in cui troviamo tre racconti correlati alla saga, dei quali l'ultimo (Happy Birthday) ne rappresenta la conclusione letteraria.

Copertina del primo numero del manga The Ring
Copertina del primo numero del manga The Ring
Come già detto, la diffusione del franchise non si è tuttavia fermata alla letteratura, al cinema e alla televisione, coinvolgendo parallelamente una serie di altri media: è del 1996 un serial radiofonico che rappresenta un ulteriore adattamento del libro originale di Suzuki, edito in seguito su CD dalla Polygram; sono datati tra 1996 e 2000 una serie di manga in parte ispirati ai libri e in parte alle varie versioni cinematografiche e televisive della storia: The Ring, scritto nel 1996 dallo stesso Suzuki, un omonimo fumetto del 1999, in due parti, dell'autore Hiroshi Takahashi, un The Ring 2 dello stesso anno, sempre di Takahashi, e tre ulteriori storie a fumetti scritte direttamente da Koji Suzuki, intitolate rispettivamente Rasen (1999), Birthday (1999) e Ring 0 (2000).
Sarebbe già stato sufficiente, tutto ciò, a rendere questa saga, nel suo complesso, autentica croce e delizia per appassionati, collezionisti "completisti" e otaku vari, ma non sarebbe potuta mancare l'industria videoludica a dire la sua sull'argomento: è del 2000, infatti, il videogioco The Ring: Terror's Realm, una sorta di survival horror d'azione edito dalla Asmik Ace Entertainment, per piattaforma Sega Dreamcast.
E il giorno in cui l'inquieta Sadako sarà definitivamente sepolta e potrà riposare in pace, ne siamo sicuri, è ancora ben lungi dall'arrivare.