The Nest (Il Nido), la recensione: l'horror d'autore tutto italiano

La recensione di The Nest (Il Nido), l'opera prima di Roberto De Feo, un horror ambientato nella meravigliosa e inquietante Villa dei Laghi.

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Il nido: un'immagine del film

Lo sappiamo, ma è sempre bene tenerlo a mente: quando si analizza un'opera bisogna dimenticare le parole dell'autore su di essa successive all'uscita, le piccole spiegazioni, gli svariati tentativi di definirla, gli ultimi sforzi illusori di mantenerla una creatura propria e non di tutti, come ormai è. Lo terremo ben presente durante questa recensione di The Nest (Il Nido), l'opera prima di Roberto De Feo, anche se non è semplicissimo. Perché in ogni occasione possibile, tra cui, ovviamente, la conferenza stampa del film, regista, cast, produzione e distribuzione hanno tentato di mettere in chiaro una cosa: The Nest (Il Nido), è un film molto poco italiano perché ha aspirazioni internazionali.

Il concetto è stato ripetuto talmente tante volte e per così svariati contesti (si è arrivato persino a dire "le facce dei protagonisti di questo film non sembrano italiane") da spingere a chiedersi: perché fare un film spiccatamente italiano dovrebbe necessariamente significare fare un film provinciale? Garrone non fa film profondamente italiani, ma incredibilmente belli, originali e vendibili in tutto il mondo? Non c'è cosa più provinciale di autoproclamarsi in ogni modo non provinciale. Tutto questo per dire che il consiglio che diamo (a noi stessi per andare avanti in questa recensione, e a voi per la visione in sala) è di tapparsi le orecchie nei confronti di queste ingerenze e approcciarsi al film a mente sgombra.

La trama e il cast di The Nest (Il Nido)

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The Nest - Il Nido: un'immagine del film

In un periodo storico indefinibile, che sembra contemporaneo ma che conserva dei chiari segni del passato, Samuel (Justin Alexander Korovkin), un ragazzino costretto su una sedia a rotelle dopo un incidente in cui ha perso la vita il padre, vive con la madre Elena (Francesca Cavallin) all'interno della fantastica e spettrale Villa dei Laghi, una residenza immersa nel verde e circondata, appunto, da laghi. Tira un'aria pesante all'interno della villa: Elena è una proprietaria di casa tirannica, i domestici sembrano quasi servi come in ville del genere se ne potevano trovare nei secoli passati, e il Dottor Christian (Maurizio Lombardi) è una strana figura, cupa e violenta, il braccio armato che si occupa di far rispettare i voleri di Elena. E il volere della madre è sostanzialmente uno: non permettere mai al figlio di uscire di casa, costruirgli una situazione di confort all'interno e intimorirlo costantemente rispetto a ciò che può trovare all'esterno. Quest'azione oppressiva, che già si stava complicando con l'avvento dell'adolescenza, trova un ulteriore ostacolo quando arriva Denise (Ginevra Francesconi), una coetanea di Samuel particolarmente insofferente alle costrizioni.

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The Nest - Il Nido: un'immagine del film horror

La marcia in più: Villa dei Laghi

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Il nido: una scena del film

Se The Nest è un film girato prevalentemente in interni, una ragione c'è. Villa dei Laghi, che si trova in Piemonte, è una location talmente bella, ma soprattutto talmente perfetta per il tipo di film che Roberto De Feo aveva in mente, che i suoi interni così peculiari, il suo splendore vivo e decadente dovevano essere messi al centro del film. Si dice spesso che un luogo può diventare un protagonista aggiunto, raramente è stato vero come qui. Tanto è forte il potere suggestivo intrinseco dei muri, dei soprammobili, del legno antico, che molte volte sembra che la regia e la recitazione siano funzionali alla villa, e non viceversa, che le possibilità inespresse da far emergere non stiano tanto nelle parole e nei movimenti, ma nelle immagini che la villa può regalare, se messa nelle giuste condizioni. In questo senso l'ideale sarebbe stato trovare questa villa (che, incredibilmente, versava in stato d'abbandono da oltre dieci anni) ancor prima di scrivere il film, perché partire proprio da Villa dei Laghi avrebbe permesso di estrarre ancora più forza da questa miniera d'oro.

L'inizio di una trilogia?

Un film poco italiano che guardi al mercato internazionale, si diceva. Anche tappandoci le orecchie e concentrarci solo su quello che dice il film, un elemento sarebbe stato immediatamente evidente: che riesca a esserlo o meno, The Nest è un film che fa di tutto per sembrarlo, internazionale. L'uso della musica classica accostata all'orrore delle immagini, per esempio, è un sentiero talmente battuto, che per non risultare stucchevole bisogna avere quel mestiere che De Feo dimostra di possedere solo a tratti, per ora. C'è un passaggio, per esempio, in cui il Dottor Christian pratica quella che potremmo chiamare un po' di amata ultraviolenza sulle note di Beethoven. Un po' troppo, francamente. De Feo, che con Lucio Besana e Margherita Ferri ha anche scritto il film, dimostra però di saperci fare in un altro "fondamentale", quello della creazione di un universo coerente al film stesso, fatto di piccoli indizi disseminati, di stranezze che viste poi da un'altra prospettiva risulteranno perfettamente comprensibili, di forzature che smettono di essere tali quando si sale un gradino più su nel processo di comprensione del quadro generale che, fortunatamente, è più complesso di quanto si possa immaginare per larghi tratti. Questa è la grande forza del film, la percezione tangibile che tutto nasca da un'idea robusta e mirata alla base, che la visione d'insieme dell'autore sia granitica, che De Feo sappia molto dei suoi personaggi e del mondo in cui vivono. Talmente tanto che sarebbe lecito aspettarsi sia un sequel che un prequel, perché The Nest sembra un prodotto perfetto per dare origine a una trilogia, quella sì che sarebbe un'operazione coraggiosa.

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The Nest - Il Nido: un momento del film diretto da Roberto De Feo

Conclusioni

Come abbiamo analizzato in questa recensione di The Nest (Il Nido), l’opera prima di Roberto De Feo è un film che “si specchia” un po’ troppo spesso, che indugia in soluzioni che vorrebbero ingolosire un certo tipo di spettatore smaliziato e appassionato del genere, ma che risultano un po’ trite, come un certo utilizzo del ralenti o della musica classica. Certo è anche evidente come De Feo, che ha pure scritto il film, abbia il pieno controllo sul prodotto, e la sua mano sempre percepibile è un bene per il film, che non dà mai l’impressione di andare fuori rotta. Tanto è saldo il mondo narrativo creato da De Feo, e tali sono gli li spunti disseminati in tutto il film (dei quali il finale è il culmine) che una trilogia sembra essere la dimensione esemplare per dirci tutto quello che c’è da sapere su questa fantastica Villa immersa nel verde e in un tempo che sembra sospeso.

Movieplayer.it
3.0/5

Perché ci piace

  • La perfetta scelta della location: Villa dei Laghi è un valore aggiunto del film.
  • De Feo ha scritto e diretto il film, e si percepisce, perché ogni nuovo elemento che man mano si aggiunge all'universo narrato è molto coerente.

Cosa non va

  • Il tentativo di ammiccare a una certa estetica degli horror d'autore contemporanei, conferisce ad alcuni passaggi una patina di già visto.