The Mentalist, Castle e Lie to Me: nuove stagioni e nuove indagini

Alla ripresa dopo la pausa estiva, Rick Castle, Patrick Jane e Cal Lightman confermano lo stato di forma già messo in evidenza nel corso della passata stagione.

Quella del detective, privato o meno che sia, è una professione che affascina tante persone: molti da bambini giocano a fare gli investigatori e tanti, anche da adulti, si dilettano ad esercitare la logica leggendo la narrativa di genere e guardando film e telefilm polizieschi. E' forse per questo che abbondano anche oggi in TV le figure di non professionisti che si occupano di affiancare le forze nell'ordine nel loro lavoro di indagine.
Esempio lampante di questo tipo di figure è il Patrick Jane interpretato da Simon Baker in The Mentalist, al suo ritorno sulla TV USA lo scorso 24 settembre confermando con l'episodio Redemption l'ottimo riscontro di pubblico ottenuto lo scorso anno, totalizzando 15 milioni di spettatori circa, una somma di poco inferiore alla media della stagione precedente che si è mantenuta anche nei successivi episodi andati in onda.
La prima indagine della nuova serie, però, è stata leggermente più fiacca della media della passata stagione ed il vero momento interessante dell'episodio riguarda la continuity della serie, con il caso di John il Rosso, la vera ossesione di Jane, che viene portato via ai protagonisti per essere assegnato all'agente Sam Bosco. Ovviamente Jane non ci sta, ma si rende conto che protestare non porterà a nessun risultato; meglio, quindi, fingersi comprensivo ed aggirare l'ostacolo per poter continuare ad indagare parallelamente, sfruttando però quanto di buono fatto dagli agenti incaricati del caso. Già nel secondo episodio, Scarlet Letter, nasconde una cimice nell'ufficio di Bosco per poter ascoltare gli sviluppi dell'indagine comodamente disteso sul suo divano fissando il soffitto.

Proprio Scarlet Letter e soprattutto il successivo Red Badge si rivelano nettamente superiori rispetto alla premiere, sia per i casi su cui il CBI è al lavoro e per la costruzione dell'intreccio, sia soprattutto per la continuità data ai due, grazie alla presenza dell'ottimo Christian Clemenson nel ruolo del dottor Roy Carmen, psicologo della polizia a cui Lisbon è affidata per valutare come l'agente stia affrontando le conseguenze dello scontro avvenuto ne Le orme di John il rosso, finale della prima stagione.
Gli autori dei due episodi, rispettivamente Tom Szentgyorgyi ed Ashley Gable, sono abili nel gestire il nuovo personaggio, il suo rapporto conflittuale con la Lisbon e rovesciare le aspettative dello spettatore con la rivelazione che risolve il caso di Red Badge, grazie anche all'efficacia dell'interpretazione di Robin Tunney.
E' anche grazie ad episodi del genere che una serie come The Mentalist, che non ha una forte continuity da sfruttare per mantenere l'attenzione del pubblico, riesce a confermarsi vivace e piacevole da guardare e lascia essere ottimisti sulla salute dello show.

Se il CBI è felice di avere Jane al suo fianco, soprattutto per la sua effettiva bravura ed efficacia ai fini delle indagini, meno entusiasta dell'intrusione è l'agente Kate Beckett di Castle - Detective tra le righe, costretta a sopportare il borioso scrittore che dà nome alla serie, il Richard Castle che prende il volto sbruffone di Nathan Fillion e che conferma in Deep in Death la sua presenza scenica e l'ottima intesa con la partner Stana Skatic che interpreta proprio la suddetta agente.
Deep in Death, premiere della nuova stagione, ha ritmo ed ironia e vede le forze dell'ordine alle prese con il misterioso omicidio di un uomo comune invischiato con uno strozzino russo per ripagare i debiti dovuti al licenziamento subito e non confessato alla moglie. Indagini che portano Castle al tavolo da gioco con minacciosi Russi tatuati e la sua compagna poliziotta a mettere in mostra le sue doti più puramente femminili.
Entrare in minigonna nella bisca clandestina non è il peggio sopportato dalla povera Beckett, vittima ad inizio episodio di un'imbarazzante intervista condotta dalla guest star Elizabeth Ho, estremamente affascinata dalla carismatica figura dello scrittore, impegnato nel frattempo in un servizio fotografico con due procaci modelle (s)vestite da poliziotto. I non idilliaci rapporti tra Castle e Beckett, dovuti alle indagini di lui sull'omicidio della madre di lei, nonostante il parere contrario dell'agente, sembrano rimettersi in carreggiata a fine episodio grazie alle scuse dello scrittore. Avrà capito la lezione o tornerà alla carica per approfondire i dettagli venuti alla luce sul caso della madre dell'agente?
Ancora più ironico e divertente il successivo The Double Down, in cui Castle e Beckett finiscono in competizione con Esposito e Ryan a causa di una scommessa su quale squadra arriverà a risolvere prima il caso di cui si sta occupando, una scommessa che si estende a tutto il dipartimento e che viene gestita con esperienza proprio da Rick Castle. Interessante anche lo sviluppo dell'intreccio ed il modo in cui i vari pezzi vanno man mano al loro posto mostrando agli agenti come in realtà stiano indagando sullo stesso caso, rendendo vana la scommessa.
Meno efficace, proprio da questo punto di vista, il successivo Inventing the Girl, che però conferma la vena ironica della serie e dei personaggi.

Indagine non semplice, invece, per il ritorno sugli schermi di Cal Lightman ed il suo gruppo nell'episodio The Core of It di Lie to Me. Lightman non è certo un detective, ma la sua capacità di osservazione e le competenze scientifiche sono ampiamente sfruttabili anche dalle forze dell'ordine per far luce sui casi più intricati.

E' il caso della premiere della stagione 2, che vede il gruppo alle prese con un caso molto complesso che ruota intorno ad una ragazza affetta da personalità multiple, che si rivolge direttamente a Cal nel corso della presentazione di un suo libro, in cerca d'aiuto perchè certa di aver assistito ad un omicidio mediante una visione ed incapace di convincere la polizia. Quella che alla ragazza sembrava una visione psichica, è in realtà la percezione della realtà di un'altra delle sue personalità e Lightman non ha vita facile a destreggiarsi tra le diverse identità della ragazza per far luce sulla vicenda.
Altrettanto delicato il caso del secondo episodio, Truth or Consequences, che coinvolge uno studente di college accusato dello stupro di una minorenne, intrufolatasi ad una festa in ambiente universitario usando un documento falso. Il ragazzo era effettivamente convinto di aver a che fare con una maggiorenne? Il caso è per gli autori l'occasione per approfondire elementi di continuity della serie e dei personaggi, in primo luogo il rapporto tra Lightman e la figlia Emily, ormai in età adolescenziale e naturalmente combattuta tra il sentirsi a tratti ancora una bambina e la voglia di crescere e sentirsi accettata da ragazze, ma soprattutto ragazzi, più grandi di lei.
Certo è che la povera Emily dovrebbe ormai sapere quanto sia frustrante e soprattutto inutile nascondere qualcosa ad un padre come Cal Lightman, vero maestro nell'individuare le bugie. Special Guest Star di Truth or Consequences, James Marsters nel ruolo di Pollack, rivale dell'altra guest, ormai personaggio ricorrente della serie, Jennifer Beals.
Anche per Lie to Me, quindi, un avvio in linea con il finale della stagione precedente sia in quanto alla qualità di quanto messo in scena, sia in termini di ascolti che con 8 milioni di spettatori circa ad episodio mantiene la media delle ultime puntate andate in onda la scorsa primavera.

Movieplayer.it

3.0/5