The Hallow: i folletti del bosco di Corin Hardy vanno a caccia di neonati

Questa visione al femminile accompagna l'afflato ecologista che permea la pellicola imprimendo un orientamento ideologico (volontario o involontario che sia) molto moderno.

La scelta di radicare un film horror in una location magica e ricca di tradizione come l'Irlanda e di attingere al folclore locale per dar vita a una fiaba nera sembra vincente in partenza. Talvolta, però, dopo un inizio sprint si rischia di smarrire il cammino. Questo è ciò che accade a Corin Hardy nella sua opera prima, l'horror The Hallow. Nel tentativo di barcamenarsi tra tradizione e modernità, il regista, pur avendo a disposizione un sostrato suggestivo, lo sfrutta solo in parte. Hardy, ottimo disegnatore, dimostra di avere una buona padronanza del mezzo visivo. Il regista, che proviene dal mondo del videoclip e a breve firmerà il reboot del cult Il corvo, costruisce una pellicola stilisticamente scorrevole e ricca di trovate visive d'atmosfera (complice anche una citazione di Lucio Fulci), ma vacilla nella gestione della suspence.

The Hallow: un inquietante primo piano di Joseph Mawle
The Hallow: un inquietante primo piano di Joseph Mawle

The Hallow (esplicito riferimento alla sacralità del bosco e dei suoi abitanti) vede protagonista una coppia con un bimbo di pochi mesi trasferitasi da poco in una vecchia casa ai margini del bosco. Adam, il marito, è un biologo esperto di alberi che ha appena ottenuto un nuovo impiego. La sua mente scientifica gli impone di escludere la possibilità di pericoli soprannaturali. Così, nonostante le accorate richieste della moglie, ignora gli avvertimenti del vicino di metterlo che tenta ripetutamente di informarlo dei pericoli che incombono sulla sua famiglia.

Troppi mostri... alla luce del sole

The Hallow: Joseph Mawle in una scena del film
The Hallow: Joseph Mawle in una scena del film

Con una scelta che esula dalla tradizione classica dell'horror, Corin Hardy decide di svelare il look dei mostri che minacciano il figlio dei protagonisti poco dopo l'inizio del film. Hardy si lascia sopraffare dall'innamoramento per le sue creature, a dire il vero discretamente raccapriccianti, e punta sulle loro frequenti apparizioni. Così, se nella prima parte del film la fantasia dello spettatore viene stimolata dal mistero che avvolge la minaccia celata nel buio, da un certo punto in poi il gioco prosegue a carte scoperte. I mostri del bosco assaltano in massa i personaggi sbucando da ogni parte. La visione insistita delle creature a un certo punto ce le rende tanto familiari da smorzare ogni tensione. Così a un incipit misterioso e visivamente affascinante corrisponde una prosecuzione prevedibile, povera di colpi di scena. Corin Hardy semina qua e là qualche indizio interessante, come il libro sulle antiche leggende consegnato alla moglie dal tetro vicino di casa, a tratti più inquietante dei mostri stessi. Questi spunti, però, non vengono sviluppati quanto meriterebbero visto che da un certo punto in poi la narrazione si concentra unicamente sul tentativo di Adam e della moglie Claire di proteggere la loro creatura.

Un horror ecologista e femminista

The Hallow: Bojana Novakovic in una scena del film horror
The Hallow: Bojana Novakovic in una scena del film horror

La centralità della figura del neonato, vero obiettivo delle creature del bosco, porta in primo piano il ruolo della moglie dando una svolta femminista alla narrazione. Per salvaguardare la propria prole, Claire si trasforma in una lottatrice pronta a tutto. Fin dall'inizio della pellicola, però, la moglie viene dipinta come il personaggio più saggio e riflessivo, capace di ascolto e di prudenza, in contrapposizione a un marito premuroso, ma sventato, perso nel suo mondo di molecole ed esperimenti. Questa visione al femminile accompagna l'afflato ecologista che permea la pellicola imprimendo un orientamento ideologico (volontario o involontario che sia) molto moderno. Da un regista che dimostra una certa consapevolezza del mezzo, non possono mancare, ovviamente, gli omaggi cinefili. Oltre a Lucio Fulci, la comparsa delle creature ci riporta alla mente certe scene di Alien mentre l'ambientazione e la lotta dei personaggi che affrontano i mostri in interni ed esterni rievocano il disperato furore de La casa. Buone le performance degli interpreti. Joseph Mawle interpreta lo scienziato progressista Adam, mentre Bojana Novakovic dà vita a una moglie e una madre dolce e paziente che, nel corso della narrazione, si trasformerà in una coraggiosa guerriera. Quanto all'inquietante e tetro vicino di casa Colm, i fan de Il trono di spade riconosceranno un volto familiare, visto che a interpretarlo è l'irlandese Michael McElhatton, Lord Roose Bolton nella serie HBO.

Movieplayer.it

2.5/5