The Croods: due chiacchiere con il supervisore effetti Markus Manninen

Svedese di nascita, trapiantato a L.A., Manninen è diventato un'autorità in casa Dreamworks grazie al suo ruolo fondamentale su due dei più ambiziosi progetti della compagnia di Glendale: Kung Fu Panda e, appunto, I Croods, che è ora disponibile in home video.

Approda finalmente in home video, per la gioia delle famiglie, uno degli ultimi, grandi successi targati Dreamworks, e uno dei film d'animazione più spettacolari e divertenti prodotti dallo studio di Glendale. Il film di Kirk De Micco e Chris Sanders, che ha incassato sul mercato internazionale quasi 400 milioni di dollari, è disponibile da pochi giorni in DVD, Blu-ray e Blu-ray 3D per Twentieth Century Fox Home Entertainment; mentre ci prepariamo a tornare ad attraversare scenari incantevoli e minacciosi, ad affrontare tremende insidie, e a riscoprire con la famiglia di cavernicoli più simpatica di tutti i tempi, abbiamo fatto due chiacchiere con Markus Manninen, che si è occupato dell supervisione degli effetti speciali del film, e ci ha raccontato molti retroscena sulla produzione, oltre a parlarci del suo coinvolgimento e del suo ruolo nel progetto.

Markus, I Croods è un film incredibilmente complesso e dettagliato visivamente. Quali sono stati gli aspetti che più vi hanno dato più grattacapi?

Markus Manninen: Come per ogni film di animazione, bisogna guardare alle esigenze della storia. In questo caso, considerata la quantità e la complessità delle location in cui si dipana la storia, uno dei problemi principali erano le diverse impostazioni della luce. Questo ampio respiro della storia è una delle cose che abbiamo dovuto avere in mente sin dall'inizio, ed è diventato evidente abbastanza presto che avevamo bisogno di nuove idee per risolvere alcuni aspetti della pellicola. Ad esempio, abbiamo completamente rivoluzionato la gestione della luce rispetto a quanto fatto prima, per ottenere l'efficienza e la ricchezza di cui avevamo bisogno per il film.

Rispetto ad esempio a Kung Fu Panda, cosa avete tentato di migliorare o di gestire diversamente con I Croods?

Kung Fu Panda era caratterizzato da scenografie e da un look particolarissimo, ed è stata la prima volta che abbiamo affrontato qualcosa del genere. Quando abbiamo iniziato a sviluppare I Croods, si siamo resi conto che aveva bisogno di un look molto più naturalistico, e che era importante che il mondo in cui si svolge la storia fosse credibile e dettagliato e che i personaggi avessero radici in un mondo fisico, organico. Rispetto a Kung Fu Panda, l'estetica qui era molto più realistica e quindi più difficile da sviluppare dal punto di vista degli effetti visivi. Ogni singolo elemento è stato concepito prima della realizzazione come art direction, ma la gestione, ma il comportamento degli oggetti e della luce doveva essere molto più vicino a quello del mondo reale.

Ci puoi dire qual è stata la tecnica più innovatica che è stata utilizzata per The Croods?

Ci sono stati diversi aspetti delle realizzazione del film che hanno avuto bisogno di un approccio innovativo: tra questi, certamente la riproduzione dell'acqua. Avevamo lavorato ad altri film in cui era presente l'acqua, ma qui aveva un'importanza diversa, perché è un elemento fisico che la famiglia non conosce e che sperimenta per la prima volta. C'è un' interazione vera e propria, persino l'immersione e il nuoto, ed è una sfida per noi rendere l'interazione con l'acqua. Ovviamente il cinema live action non ha questo problema, si filma l'acqua ed è fatta; noi dovevamo studiare il microdettaglio per riprodurre il comportamento dell'acqua. Abbiamo dovuto sviluppare un approccio tecnico completamente diverso per ottenere il livello di dettaglio che ci serviva. L'altro elemento su cui è stato necessario sviluppare tecniche nuove è stata la colata piroclastica; abbiamo sviluppato un nostro software per la simulazione, perché gli effetti legati a questo flusso di nubi di gas nubi erano cospicui e importanti, e ci hanno dato l'opportunità di spingerci dove nessuno si era ancora spinto, dando al fenomeno il realismo e l'imponenza che volevamo avesse.

Una domanda sul tema del film: I Croods è molto focalizzato sulla "educazione" di un genitore che affronta il cambiamento e fatica ad adattarsi. Come ti relazioni come padre a questo argomento?

Uno degli aspetti più piacevoli del lavoro a questo film, del vedere la storia diventare quello che è diventata, è il fatto che ognuno di noi aveva un personaggio in cui riflettersi, almeno in parte; non necessariamente solo Grug, anche gli altri, c'era chi si sentiva più Eep, chi più Guy... di Grug mi fa ridere la testardaggine nel voler risolvere i problemi a modo suo, un po' come faccio io a casa mia, per lo scontento di mia moglie! Ma in generale tutte le dinamiche di questa famiglia inteneriscono, nessuno è capace di cattiveria, alla base c'è amore e rispetto, come nelle vere famiglie.

I Croods 2 è già confermato.. Sarai convolto anche tu?

Non lo so ancora. Siamo una piccola famiglia, quasi sempre siamo tutti chiamati a dare il nostro contributo, il ruolo che avrà dipenderà dai tempi di sviluppo del progetto. Ma spero di sì!

Ti è mai capitato di dover dire "no, così non si può fare, è impossibile. Dobbiamo cambiare questo o quell'altro dettaglio"?

In realtà il mio ruolo è molto interessante, e per certi versi anomalo. Io lavoro accanto al regista fin dall'inizio, e l'aiuto a progettare il film che vuole realizzare. Sono coinvolto così presto che le soluzioni vengono trovate prima che si presentino i problemi, anche se certamente non è processo semplice. Rispetto al cinema live action il reparto effetti visivi interviene sin dalla concezione della storia, c'è un rapporto stretto col regista, un forte apporto creativo e un costante aiuto reciproco. Quindi no, non direi che si presentano situazioni come quella che descrivi, ma ci sono comunque momenti critici della realizzazione del film a cui bisogna pensare per tempo, il lavoro con il mio team in questi casi è difficile - dobbiamo preparare diverse soluzioni, esaminarle, scegliere la migliore - ma è anche molto gratificante.

Parliamo del 3D, che nell'ambiente genera ancora molte controversie: secondo te il 3D dà davevro una marcia in più al cinema d'animazione?

Se usato bene, il 3D rende l'esperienza cinematografica qualcosa di davvero straordinario per il pubblico. Per realizzarlo a dovere, però, deve essere tenuto in considerazione sin dalla concezione del progetto e usato come un mezzo creativo. Ma poi deve fare la sua parte anche l'esperienza in sala: le dimensioni dello schermo e la qualità della proiezione incidono in maniera sensibile sulla fruizione di uno spettacolo in 3D. Ma io credo che valga la pena di abbracciarlo creativamente, perché rappresenta un valore aggiunto per il pubblico. Purtroppo è raro che si riesca a fruirne così come si dovrebbe, anzi abbondano titoli semplicemente convertiti in 3D e di fronte ai quali il pubblico può non trovare quello che si aspetta; credo che questo rappresenti un danno per l'industria cinematografica.

Dal tuo punto di vista, come esperto di animazione, il 3D cosa ha cambiato?

Non è cambiata la sostanza, ma una cosa è diversa, nel senso che adesso dobbiamo essere sempre all'erta su quelle che sono le possibilità in più di "ripresa" che ci offre la stereoscopia, per sfruttarle creativamente e non lasciarle cadere nel vuoto. Mi sento molto fortunato perché con I Croods ho lavorato con dei registi che mi hanno permesso di fare esattamente questo.

Per finire, una curiosità: quali sono i tuoi film d'animazione preferiti?

A parte I Croods e Kung Fu Panda, vuoi dire, no? Ho gusti molto vari a dire la verità, e ciò che apprezzo particolarmente nel cinema di animazione che mi ha ispirato è da una parte la forte estetica, e dall'altra la forza dei personaggi e della narrazione. Uno dei miei preferiti in assoluto, per questi aspetti, è Dragon Trainer, in cui ho amato il modo in cui è tratteggiata la relazione tra il protagonista umano e il drago; un altro è Ratatouille di Brad Bird, che ha questa straordinario dono di riuscire a fare funzionare un personaggio, una relazione, senza ricorrere alle parole, che credo debba essere l'obiettivo ultimo del cinema di animazione; infine voglio citare Ghost in the Shell, uno dei miei film preferiti in assoluto, non solo perché eccelle come film d'animazione negli aspetti che ho indicato ma anche perché riesce a trattare temi profondi ed esistenziali in un action movie. Incredibile.