The Changeling – Favola di New York, la recensione: una serie che non è una favola e nemmeno un horror

La recensione di The Changeling - Favola di New York, la nuova dramedy interpretata e prodotta da LaKeith Stanfield di Atlanta, dall'8 settembre su Apple TV+, tratta dal bestseller di Victor LaValle, in cui troppi elementi creano il caos.

The Changeling – Favola di New York, la recensione: una serie che non è una favola e nemmeno un horror

In America we rewrite history by erasing it.

A volte ci sono serie che nascono con i migliori ideali ma che, poi, nell'esecuzione di questi buoni propositi, si perdono nei troppi significati e significanti che volevano dare al racconto. Succede questo nella recensione di The Changeling - Favola di New York, dall'8 settembre su Apple Tv+ con appuntamento settimanale. Tratta dal romanzo omonimo di Victor LaValle, che per l'occasione diventa il narratore onnisciente in voice over di questa storia trasposta su schermo, la dramedy vede protagonista LaKeith Stanfield, qui anche produttore, che i più ricorderanno nei panni del perennemente fatto Darius in Atlanta di Donald Glover oltre che in vari film sulla storia e cultura black come Judas and the Black Messiah, Scappa - Get Out e Selma - La strada per la libertà. L'attore interpreta un giovane padre che deve affrontare una vera e propria Odissea nella New York di oggi.

La trama di The Changeling

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The Changeling - Favola di New York: LaKeith Stanfield in una scena della serie TV

È molto complicato riassumere di cosa parla la nuova serie originale Apple Tv+ ma ci proveremo. La serie, adattata per la tv da Kelly Marcel, è una favola per adulti, come recita il sottotitolo italiano, ma anche una storia dell'orrore, e ancora un racconto sulla genitorialità e se vogliamo una grande allegoria religiosa e sulla discriminazione dei neri e degli immigrati in generale negli Stati Uniti. Un ragazzo conosce una ragazza: ad accomunarli la passione dei libri con sullo sfondo una New York poetica e perennemente soffusa, avvolta nella nebbia, attraverso una fotografia tenue e cupa. I due si innamorano proprio come successe parallelamente ai genitori di lui molti anni prima, e lei rimane incinta. La storia sembra ripetersi, poiché entrambi vogliono essere migliori dei rispettivi e assenti padri, mentre le madri soffrono di depressione post partum. Eppure il bambino di Apollo (Lakeith Stanfield, davvero votato a questo ruolo) ed Emma (Clark Backo), chiamato Bryan proprio come il padre scomparso e nato in circostanze eccezionali, pare essere il figlio del Diavolo. Non è tutto: sembra esserci anche uno stalker che segue la vita dei due neogenitori ed entrambi hanno un segreto di famiglia non confessato.

La svolta di The Changeling

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The Changeling - Favola di New York: una scena della serie TV

Già da queste poche informazioni avrete capito come questo serial sia colmo di livelli di lettura, tematiche, toni e generi tutti amalgamati insieme in una ricetta non sempre equilibrata. Anche la durata e struttura diversa degli episodi - come il penultimo, incentrato sulla madre di Apollo interpretata da Adina Porter, di impronta totalmente teatrale anche nel montaggio paradossalmente poco adatto a questo racconto televisivo - non aiutano ad avere nel complesso un risultato omogeneo e fluido. The Changeling - Favola di New York si presenta inizialmente come una favola, complice il narratore che attraverso la propria voce, forse un po' troppo piatta e distaccata, vuole far seguire al pubblico le gesta dei personaggi. Varie citazioni ad effetto, appuntate nella suggestiva sigla e incise sui mobili che appaiono nello show oppure contenute nei biscotti della fortuna contribuiscono a creare un'atmosfera favolistica. Un'atmosfera Che costantemente in ogni puntata viene interrotta da un evento al limite del soprannaturale, con varie suggestioni horror che fanno credere agli spettatori che qualcosa di sinistro sta per avverarsi o che il destino dei due protagonisti è legato a doppio filo con qualcosa di terribile. Perfino col demonio.

Allegoria portami via

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The Changeling - Favola di New York: LaKeith Stanfield in una scena della serie TV

Non sono però gli unici contenuti del serial. Del resto, The Changeling - Favola di New York è una grande allegoria della Bibbia e in generale delle parabole e delle novelle religiose. Non solo: è anche una tragedia di stampo greco e latino con al centro la traversata infinita dei protagonisti per ritornare dai propri cari e salvare il figlio, quasi fosse il futuro dell'umanità, in cui bisogna capire quanto conti il Fato e quanto il Libero Arbitrio. C'è addirittura una "strega" che fa esprimere tre desideri ad Emma attraverso un braccialetto simbolico che non dovrebbe mai essere spezzato, e c'è Apollo che si chiama come un Dio, oltre che come il co-protagonista di Rocky.

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The Changeling - Favola di New York: LaKeith Stanfield in una scena della serie TV

Al contempo lo show è una metafora della discriminazione razziale e verso le donne nella società statunitense di ieri e di oggi, di come si sia sempre pubblicizzato come il Paese della libertà ma poi sia pieno di contraddizioni e ipocrisie. Tutti i registi coinvolti, a partire da Melina Matsoukas, sembrano essersi messi d'impegno per creare qualcosa di avanguardistico, mai visto prima, che sperimenta, che osa, e per quanto sia apprezzabile l'intento il risultato, costantemente nebuloso e compassato, non aiuta a mantenere alta l'attenzione del pubblico, costringendolo a dover scovare troppe chiavi di lettura per poter comprendere il testo seriale che sta vedendo. Il messaggio finale della serie comunque sembra essere che "The only real magic is in the things you'll do for the ones you love" a testimoniare ancora una volta la potenza dell'amore che, come spesso capita, vince su tutto ed è la magia più potente e più misteriosa che esista.

Conclusioni

Alla fine della recensione di The Changeling – Favola di New York confermiamo come si tratti di un prodotto dall’idea avvincente ed interessante sulla carta, ricca di spunti e possibili letture, purtroppo non al pari della loro resa sullo schermo. Troppe tematiche e contenuti tenuti insieme da una regia ed una fotografia che sono continuamente lente e cupe, costantemente narrate da una voce onnisciente quasi piatta.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
4.5/5

Perché ci piace

  • Il soggetto di base.
  • Mescolare la favola all'horror come nella miglior tradizione fiabesca.
  • Le tematiche e allegorie che la serie vuole portare alla luce…

Cosa non va

  • … che finiscono per essere troppe e mescolate confusamente.
  • LaKeith Stanfield crede moltissimo nel progetto, ma non basta.
  • La fotografia e la regia, troppo soffuse e fumose.
  • Il ritmo narrativo troppo compassato.