Recensione Sotto il cielo di Roma (2010)

La miniserie in due puntate 'Sotto il cielo di Roma' alterna, incrociandole, due prospettive diverse sui tempi oscuri della II Guerra Mondiale, raccontandoci le scelte prudenti di papa Pio XII e le storie sentimentali di tre giovani ebrei romani che ne subirono le conseguenze.

Tempi oscuri... per il Papa

Figura dal valore ormai mitologico, Papa Pio XII è un personaggio emblematico della storia della Chiesa italiana e degli anni neri della II Guerra Mondiale. Ancora oggi le informazioni sul tentato rapimento che i nazisti provarono a effettuargli restano ambigue e il caso rimane aperto nel mistero come un enigma irrisolvibile. Se da un lato il nome di Pio XII si lega a una vicenda che forse non ebbe mai luogo, al contrario resta iscritta nelle pagine della Storia la sua singolare scelta di non esporsi pubblicamente a favore degli ebrei romani deportati dai nazisti a pochi metri da Città del Vaticano. A incrociare e mostrare sullo stesso schermo le due facce di una medaglia tanto memorabile ci pensa ai giorni nostri Sotto il cielo di Roma, miniserie Rai prodotta dalla Lux Vide, che racconta il dramma che intere famiglie ebree furono costrette a vivere.

La fiction, che basa la narrazione su fonti letterarie risultando quindi romanzata, parte dal 1943 quando Roma, dopo l'armistizio con gli Alleati, fu completamente occupata dalle truppe tedesche. Lo sviluppo storico che fa da sfondo e completa, integrandoli nei momenti più statici, gli intrecci sentimentali dei protagonisti ricostruisce con una fotografia molto accurata il progressivo assedio alla capitale ma soprattutto il clima di terrore scatenato nel ghetto romano, dove gli ebrei intuiscono presto di non essere più al sicuro. Da un lato le famiglie e le persone anziane vivono nel terrore della deportazione, dall'altro i giovani continuano a vivere la quotidianità spinti dalle passioni e dall'energia anagrafica. Tra loro ci sono la bella e premurosa Miriam, figlia di un libraio che fornisce dei lasciapassare falsi ai membri della comunità, il fascinoso Davide, un "perdigiorno" che utilizza il mercato nero per tirare avanti e che si ostina a fare la corte alla ragazza, e Marco, studentello universitario che s'improvvisa partigiano per seguire la causa. Alle loro spalle un tremendo destino trama in direzione avversa, dilaniato tra la feroce spietatezza dei servi del Nazismo, che barattano 200 vite ebree con 50 kili d'oro, e i prudenti timori di Pio XII, che si appresta a far aprire chiese e conventi a chi ne avrà bisogno, ma decide di non condannare pubblicamente il comportamento disumano dei nazisti a Roma.
Diretto da Christian Duguay Sotto il cielo di Roma alterna due prospettive parallele sugli eventi descritti, preferendo una linea quasi didascalica nei passi narrativi dedicati alla macrostoria del Papa, enfatizzandone i gesti fino ad ampliarne il valore, e percorrendo invece una traiettoria sentimentalista nel seguire gli intrecci dei protagonisti più giovani. Allo stesso modo l'immagine sembra dividere il pubblico mettendogli di fronte il maturo James Cromwell nei panni del santo pontefice e l'amata Alessandra Mastronardi (I Cesaroni), che con la sua freschezza riesce a strapparci qualche ingenuo sorriso. Così sul piccolo schermo i "tempi oscuri" della Guerra si consumano tra il raziocinio che scandaglia ogni decisione e l'istinto seguito per sopravvivere e salvare la propria famiglia. Ma la preferenza degli spettatori non potrà che prendere un'unica strada.