Tanti auguri Kirk Douglas: il nostro omaggio per i 100 anni dello Spartacus di Hollywood

Il 9 dicembre di un secolo fa nasceva Kirk Douglas, destinato ad entrare nella storia del cinema come uno dei volti più iconici dell'età d'oro di Hollywood: celebriamo il centesimo compleanno del mitico attore americano attraverso una panoramica su cinque tra i ruoli più famosi della sua lunghissima carriera.

La vita è come il copione di un B-movie: è proprio banale! Se mi proponessero di fare un film sulla storia della mia vita, direi di no.

A dispetto delle dichiarazioni dell'interessato, difficile credere alla "banalità" di una vita come quella di Kirk Douglas. E in ogni caso, banale o meno, un eventuale film basato su di essa avrebbe una lunghezza considerevole: proprio oggi, infatti, l'inossidabile attore statunitense spegne ben cento candeline, a cinque mesi di distanza da un'altra sua illustre coetanea, Olivia de Havilland. Nato ad Amsterdam - non in Olanda, ma una cittadina dello Stato di New York, sulle rive del fiume Mohawk - il 9 dicembre 1916 e padre di quattro figli, il primo dei quali è Michael Douglas, Kirk rappresenta uno dei volti simbolo della cosiddetta Golden Age di Hollywood.

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Appartenente ad una famiglia ebraica originaria della Bielorussia, unico maschio accanto a sei sorelle e con un'infanzia trascorsa in condizioni sociali prossime alla povertà (quella povertà da lui sempre ricordata come un'indispensabile elemento di formazione individuale), da ragazzo Kirk ottiene una borsa di studio per le sue doti di attore e può trasferirsi all'Accademia di arti drammatiche di New York, dove stringerà amicizia con una certa Betty Joan Perske, destinata ad essere conosciuta di lì a poco con lo pseudonimo di Lauren Bacall. Dopo tre anni passati al fronte nel corpo dei Marine e il ritorno a New York, nel 1946 un Kirk Douglas quasi trentenne esordisce al cinema proprio grazie al sostegno dell'amica Lauren Bacall: il suo film di debutto, il noir Lo strano amore di Marta Ivers, vede Douglas dividere lo schermo con una superstar quale Barbara Stanwyck. Sarà il primo di una lista di quasi cento pellicole interpretate dall'attore in quasi sette decenni di attività.

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Coerente e determinato tanto nel lavoro quanto fuori dal set, negli anni Cinquanta il democratico Kirk Douglas si rivelerà una delle voci più potenti di Hollywood contro il maccartismo e l'ignobile "caccia alle streghe" anticomunista dell'epoca. Nel 1996 viene colpito da un ictus, ma non si dà per vinto e in breve recupera la capacità di muoversi e di parlare; due mesi più tardi, il 25 marzo, ritirerà di persona il premio Oscar alla carriera per essere stato "una forza creativa e morale nella comunità cinematografica". E oggi, per festeggiare il suo centenario, vogliamo rendere omaggio a questo formidabile 'colosso' della storia hollywoodiana ricordando cinque fra i più grandi ruoli della sua sterminata filmografia.

1. L'asso nella manica (1951)

L'asso nella manica: Kirk Douglas
L'asso nella manica: Kirk Douglas

Una delle ragioni del valore dell'eredità artistica di Kirk Douglas consiste nel fatto che, fin da quando era sulla cresta dell'onda, l'attore non si è mai tirato indietro di fronte a personaggi ambigui e a ruoli controversi, ma a differenza di tanti altri leading man della propria generazione non si è limitato ad incarnare soltanto eroi positivi ed empatici. In tale direzione rientra, ad esempio, la scelta di imbarcarsi in un progetto rischioso quale L'asso nella manica, firmato dalla penna corrosiva di Billy Wilder. E Douglas non si risparmia nel dar vita al personaggio di Chuck Tatum, reporter opportunista e spregiudicato che, giunto da New York ad Albuquerque, fiuta lo scoop in grado di rilanciare la sua carriera quando un minatore, Leo Minosa, rimane intrappolato in una frana, suscitando una vasta eco mediatica. Troppo cinico e disincantato per godere di un ampio successo, il film di Wilder riceve una tiepida accoglienza, ma con il tempo sarà consacrato fra le opere di maggior calibro nella produzione del regista e di Kirk Douglas.

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2. Il bruto e la bella (1952)

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Fra i migliori e più acclamati film di Vincente Minnelli, Il bruto e la bella è un altro, feroce ritratto di una Hollywood descritta dall'interno, sulla scia del recente trionfo di Viale del tramonto di Wilder. In questo intenso melodramma, ricompensato con cinque premi Oscar, Kirk Douglas veste i panni di Jonathan Shields, un rampante produttore esecutivo dell'industria cinematografica che, passo dopo passo, percorre tutti i gradini del successo, passando dai B-movie fino ai vertici di Hollywood, ma diventando nella sua scalata sempre più arrogante e privo di scrupoli. Narrato mediante una serie di flashback evocati da tre personaggi di cui Jonathan ha tradito la fiducia, Il bruto e la bella ci regala una delle performance più memorabili di Douglas, che per il film di Minnelli si guadagna la sua seconda nomination all'Oscar come miglior attore dopo quella per Il grande campione, tre anni prima.

3. Brama di vivere (1956)

Wallpaper: Kirk Douglas è Vincent Van Gogh in Brama di vivere
Wallpaper: Kirk Douglas è Vincent Van Gogh in Brama di vivere

Ed è ancora Vincente Minnelli, quattro anni dopo Il bruto e la bella, a dirigere Kirk Douglas in un altro, eccellente veicolo per il suo talento drammatico: Brama di vivere, un film biografico dedicato alla vita tormentata e all'arte rivoluzionaria del pittore olandese Vincent van Gogh, e basato sul libro omonimo di Irving Stone. Alle prese con un soggetto così complesso e ricco di contrasti, Minnelli realizza una delle sue pellicole più interessanti e in parte sottovalutate (il responso da parte del pubblico è inferiore alle previsioni), esplorando il tema della creazione artistica vissuta come ossessione totalizzante, nonché i difficili rapporti di van Gogh con il fratello Theo e con il pittore Paul Gauguin. E la prova d'attore di Kirk Douglas, mimetica e struggente, si rivela il maggiore punto di forza del film e gli vale il Golden Globe e la sua terza candidatura all'Oscar.

4. Orizzonti di gloria (1957)

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È uno Stanley Kubrick non ancora trentenne, e pressoché sconosciuto, il giovane regista che nel 1957 decide di portare sullo schermo un libro di Humphrey Cobb ambientato in Francia negli anni della Prima Guerra Mondiale: una storia lontana dalle facili tentazioni rassicuranti dell'eroismo e del patriottismo, ma in cui invece l'istituzione militare stessa viene sottoposta a un'analisi lucida e disincantata, mostrando l'ipocrisia di chi non tiene conto del dolorosissimo prezzo di un conflitto armato. E a Kirk Douglas è affidato il compito di rappresentare il "volto umano" dell'esercito: il Colonnello Dax, alfiere di un umanesimo che trova difficilmente posto all'interno delle distorte logiche militari (Kubrick riprenderà il discorso trent'anni dopo in un altro dei suoi capolavori, Full Metal Jacket). "Un film davvero grande su un tema davvero grande: la follia e la brutalità della guerra", commenterà Douglas a proposito di Orizzonti di gloria: "Come avevo predetto, non ha incassato nulla". In compenso, il primo, vero classico di Kubrick rimane una delle vette più alte nella carriera del cineasta, così come di quella del suo magnifico protagonista.

5. Spartacus (1960)

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Un progetto ambiziosissimo, quello a cui è maggiormente legata ancora oggi la fama di Kirk Douglas, passato dalle mani di Anthony Mann a quelle di Stanley Kubrick a riprese già avviate, e con un budget faraonico in ballo: eppure Spartacus, trasposizione del romanzo di Howard Fast, si sarebbe rivelato il maggior incasso della Universal Pictures fino ad allora, nonché il più grande successo nella carriera dell'attore. In questo avvincente kolossal ambientato al tramonto della Roma repubblicana Douglas domina la scena nella parte di Spartaco, soldato della Tracia costretto a combattere come gladiatore, fin quando non deciderà di ribellarsi alla propria condizione e di mettersi a capo della più grande rivolta degli schiavi della storia romana, sfidando il potere del Senato. Scritto da Dalton Trumbo, sceneggiatore finito sulla "lista nera" del maccartismo, e con un cast superlativo che comprende Laurence Olivier, Jean Simmons, Peter Ustinov e Tony Curtis, Spartacus segna forse il vertice assoluto nel filone dei kolossal storici in termini di qualità artistica, riceve quattro premi Oscar ed è considerato tuttora uno dei migliori film negli annali del cinema hollywoodiano.