Survival of the Thickest, la recensione: una comedy su misura (di un corpo non conforme)

Survival of the Thickest è un Glamorous che ce l'ha fatta? Non esattamente. È la voce di Michelle Buteau, stand-up comedian americana, che prova a raccontare una versione sopra le righe di se stessa, tra Ugly Betty e Il diavolo veste Prada. In streaming e in Top 10 su Netflix.

Survival of the Thickest, la recensione: una comedy su misura (di un corpo non conforme)

Presto arrivata, presto in Top 10 su Netflix. Ma c'era da aspettarselo. Come spiegheremo nella recensione di Survival of the Thickest, disponibile in streaming, la nuova comedy originale della piattaforma parte dal successo che negli Usa ha la creatrice e protagonista, Michelle Buteau, come stand-up comedian. Successo che il colosso dello streaming ha provato a trasportare nel darle una propria serie fatta su misura (letteralmente e metaforicamente), come spesso capita in questi casi. Il risultato? Un interessante nuovo punto di vista sul tema - già esplorato ampiamente da Ugly Betty, Il diavolo veste Prada e la più recente Glamourous sempre su Netflix - che però non si allontana troppo dagli stilemi comici che caratterizzano questo tipo di prodotti.

La sopravvivenza di un corpo non conforme

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Survival of the Thickest: una scena

Michelle Buteau nei suoi stand-up show si è distinta per parlare delle difficoltà non solo di essere una donna nera nella società contemporanea, ma soprattutto una donna nera con un corpo non conforme. Taglie cosiddette forti, sguardi perplessi dalle persone se non addirittura schifati, battute inappropriate per strada, e così via. Ma Buteau ha fatto di tutto questo la propria forza e ha provato a trasportarlo nella storia di Mavis Beaumont (nome assonante non a caso), un'aspirante stilista che oltre a dover imparare a farsi largo nell'agguerrito, competitivo e poco gentile mondo della moda deve anche affrontare una crisi personale quando viene tradita dal proprio fidanzato per una ragazza più giovane e soprattutto più magra, e quindi lo lascia. A quel punto deve ricominciare la propria vita, con una coinquilina singolare ed invadente, un migliore amico che non riesce ad impegnarsi ma per lei c'è sempre (Khalil, interpretato da Tone Bell), un'amica avvocato che è abituata a farsi rispettare sul lavoro e a trattare gli uomini come zerbini (Marley, col volto di Tasha Smith) e un lavoro che lascia per le ingerenze con l'ex fidanzato, proprio come il loro gruppo di amici.

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Ricostruire la propria vita, un outfit alla volta

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Survival of the Thickest: una scena

Mavis a questo punto deve imparare ad accettare questa nuova fase della propria vita perché, nonostante tutto, fisicamente ha imparato ad accettarsi molto tempo fa. Prendendo in giro la cosiddetta "body positive" molto in voga, Michelle Buteau e Danielle Sanchez Witzel, che ha scritto insieme a lei la comedy basandosi sul libro di memorie omonimo, provano a raccontare la sopravvivenza delle donne oggi, soprattutto quando a 38 anni (età ritenuta biologicamente già geriatrica a livello di gravidanza) vogliono ricostruirsi una vita. Eppure tutti questi cambiamenti, sentimentali e lavorativi, la spaventano e ce la mostrano vulnerabile e fragile e allo stesso tempo forte e coraggiosa, un dualismo molto onesto e realistico.

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Survival of the Thickest: una scena

La comedy, tra una risata e l'altra, una situazione surreale e l'altra, prova a scardinare tutti i possibili pregiudizi e stereotipi sugli argomenti trattati, e lo fa anche nel mondo della moda, ben diverso da quello di Ugly Betty, Il diavolo veste Prada e anche della più recente Glamorous (che parlava di cosmetici, ad essere precisi). Gli approcci però sono certamente diversi: se qui alla protagonista è difficile non affezionarsi rispetto al Marco di Miss Benny, rendendola più vicina alla Betty Suarez di America Ferrera, anche il suo perfido nuovo capo risulta un mix tra Miranda Priestley, Wilhelmina Slater e Madolyn Addison, col corpo (anche in questo caso non conforme) dell'ex modella ora assoluta star degli eventi interpretata da Garcelle Beauvais. Sotto tutte quelle pailletes e quei lustrini, però, c'è molto da scoprire in un rapporto di amore-odio che diventerà una bella amicizia ma soprattutto una storia di rispetto reciproco.

Comprimari validi cercarsi

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Survival of the Thickest: una scena

Michelle Buteau: Survival of the thickest ha però un problema di molte comedy e romcom: i comprimari. Le storyline dedicate ai personaggi di Khalil e Marley sono infatti più sostanziose di altri show simili, ma allo stesso tempo non riescono a cogliere propriamente nel segno ritagliandosi un proprio spazio degno. Menzione speciale però per Khalil nel suo rapporto con Mavis: un'amicizia uomo-donna onesta, schietta e senza sotterfugi e sentimenti repressi nel 2023 è una bella boccata d'aria fresca (anche se è una carta che si potrebbero giocare più avanti). Molto di ciò che accade nella vita di Mavis non sappiamo se succederebbe davvero a livello di realismo romantico e lavorativo, ma in fondo a tutti piacciono le storie che ci fanno un po' sognare. E questa è sicuramente una di quelle.

Conclusioni

Abbiamo parlato di corpi non conformi nella recensione di Survival of the Thickest. Non solo quello della protagonista ma anche quello del suo nuovo capo e di altri personaggi che popolano il suo colorato mondo. L’entusiasmo irrefrenabile di Mavis/Michelle non può non conquistare gli spettatori così come il suo approccio vulnerabile eppure coraggioso alle difficoltà della vita, che tutti noi abbiamo affrontato.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
5.0/5

Perché ci piace

  • La protagonista Michelle e il suo alter ego Mavis.
  • Il discorso sulla body positivity nella moda.
  • Il rapporto tra Mavis e Khalil.

Cosa non va

  • Le occasioni a volte un po' troppo surreali che capitano a Mavis.
  • L’essere costantemente sopra le righe.