Recensione Il superpoliziotto del supermercato (2009)

Il film è godibile grazie alla prova comica e fisica di Kevin James, che de Il superpoliziotto del supermercato è anche sceneggiatore: il suo è un underdog con cui è davvero difficile non simpatizzare - senza bisogno di riconoscersi nel profilo dell'americano medio.

Superpoliziotto per amore

Non è particolarmente difficile interpretare il successo al botteghino stelle e strisce di un film come Il superpoliziotto del supermercato (in orginale Paul Blart: Mall Cop), rassicurante commedia slapstick sulla rivincita di un perdente nato ambientata in uno dei santuari della cultura suburbana USA: il mall, il centro commerciale lustro e animato dei giorni di festa. I prevedibili elementi portanti della feel-good comedy - quella che non ha nulla di goliardico o anche vagamente allusivo come quelle del team Apatow e tanti recenti epigoni - ci sono tutti, anzi, mella struttura e del plot il film sembra ricordare un altro straordinario successo dal tocco infantile e datato 1990: parliamo naturalmente di Mamma, ho perso l'aereo. Ma c'è anche e soprattutto un eroe che sembra l'epitome dell'americano medio in cerca di rivalsa: sovrappeso, frustrato da aspirazioni più grandi di lui, ignorato o vessato dal prossimo. Per di più il nostro Paul Blart soffre di narcolessia dovuta a continue crisi ipoglicemiche, che gli hanno impedito l'ingresso nella polizia di stato facendo di lui un veterano della sicurezza in un Mall del New Jersey.

Ma per Paul arriva il momento del riscatto quando una banda di rapinatori, guidata dall'imboscato Veck Sims, nel cui addestramento come guardia di sicurezza Paul aveva profuso tanto impegno, prendono d'assalto il centro nella serata del Black Friday, il giorno in cui i saldi post-Ringraziamento inducono gli americani a prendere d'assalto gli esercizi commerciali. Il villain della situazione, che ha un piano per fuggire alla Cayman Islands con il suo cospicuo bottino, fa un grave errore strategico quando prende in ostaggio la dolce Amy, la ragazza che vende capelli posticci di cui il nostro è perdutamente innamorato.
Sfuggito ai criminali perché rinchiuso nella sala giochi dove era impegnato in una performance da cinque stelle a Rock Band, Paul sta per lasciare il centro agli SWAT quando vede la Mustang d'epoca della sua Amy ancora posteggiata, e capisce che la bella è in mano al nemico.

Così ha inizio la sua sfida personale ai rapinatori, che, grazie alla sua padronanza topografica della struttura e a un'astuzia e a un coraggio che solo l'amore poteva instillare in lui, riesce a mettere KO uno dopo l'altro, fino al duello finale con il perfido Veck.

Il film è godibile grazie alla prova comica e fisica di Kevin James, che de Il superpoliziotto del supermercato è anche sceneggiatore (alla produzione, invece, c'è Adam Sandler): il suo è un underdog con cui è davvero difficile non simpatizzare - senza bisogno di riconoscersi nel profilo dell'americano medio. La regia sfrutta senza troppe remore la sua goffaggine e i suoi chili di troppo, mettendogli di fronte un esercito di giovani, agili e scattanti malintenzionati che saltano, schizzano e piroettano da un angolo all'altro del mall, ma su cui Paul riesce sempre, miracolosamente, ad avere la meglio.
Considerate le potenzialità del personaggio in relazione al target familiare cui il prodotto si rivolge, le

dimensioni dell'affermazione personale di Kevin James, un caratterista che aveva nel suo non certo ampio carnet un ottimo successo al fianco di Will Smith in Hitch oltre alla sit-com The King of Queens, e l'eco inconfondibile di Mamma, ho perso l'aereo, che ebbe ben due sequel, non è implausibile pensare che le avventure di Paul Blart non siano finite qui.

Movieplayer.it

3.0/5