Sul set di Cuore sacro

In occasione della visita al set da parte della stampa, parte del cast ha partecipato ad un'intensa conferenza stampa, carica di confessioni inaspettate e silenzi strategici.

Mercoledì 24 Novembre, ore 13.00 circa. Eccoci tutti schierati per la conferenza stampa del nuovo film di Ferzan Ozpetek. Eccolo davanti a noi, in compagnia di alcuni membri del casting come Barbora Bobulova, Lisa Gastoni, Andrea Di Stefano e Massimo Poggio e dei produttori Tilde Corsi e Gianni Romoli.

Qual è la sacralità del film? Ozpetek: Cuore sacro, lo dice il titolo, è un film sul sacro, ma non parla di una religione specifica, bensì della sacralità che abbiamo dentro noi, il film comunica proprio un messaggio su questa tensione verso il trascendente che è proprio di ogni uomo.

Nella scenografia si notano oggetti appartenenti a più religioni. Come si spiega questa scelta, alla luce soprattutto di un orizzonte mondiale tanto problematico? Ozpetek: Sì, in effetti gli oggetti richiamano ad almeno cinque religioni monolitiche, che possono diventare anche sei, sette, otto... In effetti in questo senso il film è sul filo del rasoio, a volte mi sento masochista mentre lo giro: una semplice inquadratura in più può sconvolgere tutto. Comunque il personaggio che fa per così dire il miscuglio di religioni è la madre di Irene... Non so come spiegarvelo, nel film si parla di tutte le religioni; ovviamente viviamo in Italia e quindi ci sono molti elementi cattolici, come il prete interpretato da Poggio.
"Cuore sacro" è un film che va in controtendenza con il mondo di oggi, che tende a dividere , a separare tutto, anche a livello di religioni. Qui si parla di altruismo, un altruismo reale, io ho conosciuto tante persone che si sono dedicate e si dedicano tuttora completamente agli altri.

Qual è l'ispirazione di questo "folle altruismo"? Ozpetek: Una quindicina d'anni fa ho fatto l'aiutoregista in India, ebbene la sensazione che ho avuto nei momenti del pasto ad esempio era: voglio essere cibo, così possono mangiarmi. Stavo veramente male per loro, tanto che rientrato in Italia mi è venuto quello che chiamano tutti "esaurimento nervoso", anche a tavola scoppiavo a piangere all'improvviso, mi tornavano in mente quelle facce...
Il rischio nel girare il film è che se metto tante cose così reali e concrete, se ad esempio riprendo i barboni che si passano il cibo fuori dai supermercati, ho paura che mi dicano che è tutto finto.

Ma questa "follia" dell'amore è positiva o negativa? Ozpetek: Beh non parlo di ossessione, ma di una follia spirituale. Ma come si fa a dire dove finisce l'uno (il positivo, n d.R.) e dove inizia l'altro (il negativo)? Ci dovrebbero essere più folli al giorno d'oggi...

'Tutto è doppio nel film', potete spiegarci quest'affermazione? Romoli: Cuore sacro è un thriller dell'anima, pieno di colpi di scena. Raccontare la trama significherebbe perciò svelare troppo, basti dire che è un viaggio all'interno di un mondo che la protagonista, la cui infanzia è rappresentata dal Palazzetto, non ha mai conosciuto, un viaggio dal materiale al morale, dal corpo all'anima. Il tema del doppio poi è esemplificato nel film con la presenza dei personaggi doppi: due zie, due uomini...

Una domanda agli attori: come sono i personaggi maschili? Di Stefano: Io sono quello che impazzisce per amore e poi va alla deriva, va per strada ed è lì che lo troviamo. Non vi dico altro perché questo film è una scoperta continua.

Poggio: Io sono Padre Carras, un prete di parrocchia che al di là della fede ha questa caratteristica: vuole ridare dignità a tutte le persone, ad ogni costo.

Ed il personaggio di Eleonora? Gastoni: Eleonora è un personaggio anomalo, lei incarna l'azienda, questa tradizione di famiglia, perciò è una donna che non ha sentimenti, molto dura e intransigente. La sola persona che ama realmente è Irene, che è l'unica che può prendere il suo posto; Eleonora vive per sua nipote, che alla fine (posso dirlo?) non ci sta. Non posso dirvi altro, perché non bisogna farlo arrabbiare il turco, con lui non si scherza: c'è sempre la scimitarra pronta!
Un'ultima cosa: il mio personaggio ha una durezza che è anche fisica: vi avverto, non si vedrà la Lisa Gastoni di una volta, sarò anche brutta!

Si nota un rimando ad "Europa 51", anche lì c'era un'Irene interpretata da Ingrid Bergman, cosa può dirci a proposito? Ozpetek: Beh ci hanno influenzato tanti film, anche questo certo. Come mi disse una volta Ettore Scola, non ci si ispira mai ad un solo film, ma a tantissimi. E comunque "Europa 51" era un film sociale, il mio no, anche se potrebbe sembrare tale.

In che senso Cuore sacro non è un film sociale, né politico? Ozpetek: Perché io parlo di una donna al timone dell'azienda del padre, con una zia che le sta vicino certo, ma è pur sempre lei a dover prendere le decisioni. Una donna quindi spietata che continua nella sua ascesa, una persona molto determinata che pensa che la linea paterna, quella dell' "aver sempre di più", sia quella giusta. Invece poi scopre la linea materna, quella del "dare" - credo che nel rapporto madre e figlia ci sia un po' di tutto: complicità e competizione, autorità ma anche l'esser come sorelle...
Insomma, io racconto la storia di una giovane imprenditrice e dei suoi conti con la famiglia.

2001 - 2003 - 2005: per Ozpetek una preparazione tecnica che rispetta scadenze precise, come mai sempre febbraio? Corsi: In realtà non c'eravamo accordati sulle scadenze, è stato casuale. In effetti però anche "Le Fate ignoranti" era pronto a febbraio, tant'è che abbiamo partecipato al Festival di Berlino, anche se poi in Italia siamo usciti solo a marzo.
La fine delle riprese è prevista per il 18 Dicembre, undici settimane in tutto. Avrete capito che qui stiamo facendo un po' le corse!

Ozpetek: Io sono del segno dell'Acquario, per me Febbraio è tutto buono! Ovviamente se non facciamo in tempo rimanderemo, per me l'importante è che venga bene. Intanto io, come ho fatto con "Le Fate ignoranti" e con "La Finestra di fronte", sto già montando, così posso sempre cambiare, rifare ecc. Quello che conta nel nostro lavoro, secondo me, sono soprattutto le emozioni.

La produttrice parlava inizialmente di Valeria Golino. Poi? Ozpetek: Io e la Golino avevamo un affiatamento perfetto, avevo costruito il ruolo di Irene pensando che sarebbe stata lei ad interpretarlo... Poi però le cose non sono andate, abbiamo deciso di rimandare ad altri tempi un film insieme. Però io non volevo rinunciare a questo film e allora ho iniziato a valutare velocemente delle alternative ma non trovavo nulla di soddisfacente, anche perché avevo fretta e non amo fare i provini. Poi ho conosciuto Barbara Bobulova, che ritengo una delle migliori attrici del cinema italiano, altro che slovacca: parla l'italiano meglio di tante attrici italiane! Barbara mi dà gioia ogni giorno. Non so se piacerà il film, però sono sicuro che ne uscirà fuori una grande attrice, oltre a Lisa che conoscete già.

Ci dica Barbora: com'è interpretare il ruolo di Irene? Bobulova: E' un personaggio di cui ho avuto paura: Irene è glaciale. Questo film per me è un lavoro in progresso, adesso come adesso non saprei rispondervi appieno, ho ancora tante domande dentro di me... Ringrazio Ferzan per avermi dato quest'opportunità, io una slovacca, lui un turco: bella combinazione, no?

Almeno ci dica cos'ha in comune con questo personaggio e a quale donna manager si è eventualmente ispirata? Bobulova: A Tilde Corsi, no scherzo non mi sono ispirata a nessuno perché non volevo essere una macchietta. Cos'ho in comune con Irene ancora non lo so, ve lo saprò dire meglio a fine riprese, per adesso mi sento generosa come lei.

Un'ultima domanda tutta tecnica: qual è il budget e quale location avete scelto per "l'azienda di famiglia"? Corsi: Il budget è intorno ai 6.000.000 di euro, d'altronde Palazzo Rivaldi è una di quelle ricostruzioni che si facevano una volta...

Ozpetek: Per girare quelle scene abbiamo scelto "la Bicocca", la grande azienda Pirelli, dentro la quale si svolgeva esattamente lo stesso lavoro che ho assegnato ad Irene! Ecco, la mia follia è la magia che sento quando vedo le location più appropriate.