Touch: la nuova serie tv targata Fox

A due anni dalla fine di 24, l'indimenticabile Kiefer Sutherland sembra aver abbandonato momentaneamente intrighi internazionali e fantapolitica per vestire i panni non meno impegnativi di un padre alle prese con un figlio autistico dalle doti speciali nella nuova serie tv targata Fox.

Secondo un'antica leggenda orientale c'è un filo rosso che unisce indissolubilmente tutta l'umanità. L'uomo sembra non esserne minimamente cosciente ma, questo legame universale, pur intricandosi e prendendo vie inaspettate, è destinato a percorrere spazi geografici infiniti e a toccare vite altrimenti estranee senza spezzarsi mai. Su questa mitologia millenaria e sui principi quantistici applicati ai sentimenti, si basa la struttura narrativa di Touch, la nuova serie tv prodotta da Fox in tredici episodi che, dopo l'accoglienza trionfante ottenuta negli Stati Uniti lo scorso 25 gennaio (dodici milioni di spettatori per il pilot), si prepara dal 20 marzo a celebrare con un lancio internazionale in ben 64 paesi il ritorno di Kiefer Sutherland sul piccolo schermo. Così, a due anni dalla fine di 24, l'indimenticabile Jack Bauer sembra aver abbandonato momentaneamente intrighi internazionali e fantapolitica per vestire i panni non meno impegnativi di un padre alle prese con un figlio autistico dalle doti speciali.


Dopo aver perso la moglie nell'attentato alle Torri Gemelle e aver rinunciato alla sua carriera da reporter, il suo Martin Bohm passa da un lavoro all'altro vinto dal destino e dall'impossibilità di comunicare con l'unico vero affetto della sua vita. Il mutismo irreversibile in cui Jake (David Mazouz) sembra vivere dal giorno della sua nascita rappresenta una barriera sentimentale che l'uomo non riesce a scalfire, fino a quando, costretto dagli eventi e dalle necessità, scopre l'esistenza di un linguaggio segreto. Chiuso in un mondo fatto di silenzi e distanze fisiche, il ragazzo sembra essere ossessionato solamente dai numeri e dalle loro composizioni che, lontane dall'essere casuali, nascondono dei messaggi visibili solamente a pochi. In questo modo, privo delle infrastrutture del mondo moderno e completamente sordo agli impulsi esterni, Jake si scopre interprete di una verità universale, custode di un passato, presente e futuro in grado di unire l'umanità intera come un corpo solo. Ma, per portare a termine la sua missione, per intervenire tempestivamente all'interno di una storia che mette in contatto persone e situazioni a prima vista completamente estranee, ha bisogno che suo padre impari a "ascoltare" questi messaggi, trasformandosi così in un esecutore e in un genitore finalmente in contatto emotivo. Ad accompagnarlo in quest'avventura sono l'assistente sociale Clea Hopkins, interpretata da Gugu Mbatha-Raw, e Danny Glover nei panni dello scienziato Arthur Dewitt.

"Dopo la mia esperienza in 24 non avevo intenzione di tornare subito a lavorare per la televisione - dichiara Kiefer Sutherland in diretta dalla Premier di New York - ma non ho potuto rifiutare di fronte allo script di Touch. Si tratta di una storia diversa, che affronta il racconto da una prospettiva insolita. Per molto tempo l'industria cinematografica e televisiva si è concentrata su prodotti volti a mettere in evidenza le differenze che dividono l'umanità. In questo caso, invece, ci troviamo di fronte ad una storia che s'interroga su cosa ci unisce indissolubilmente". Scritta da Tim Kring (Heroes) e diretta da Francis Lawrence (Io sono leggenda), Touch porta evidentemente i segni riconoscibili di una cinematografia a metà strada tra scienza e soprannaturale tanto cara ai suoi creatori, ma, celato dietro questo elemento portante, si nasconde una tematica sentimentale e familiare capace di attrarre anche un pubblico tendenzialmente estraneo alla materia.
Per questo motivo, costruita su una struttura giustamente complessa ma non necessariamente intricata, la serie si prefigge di seguire due strade parallele in cui l'action a sfondo matematico s'interseca con l'evoluzione di un rapporto affettivo che, oltre l'assenza di parole e la lontananza fisica, racconta la particolare storia d'amore tra un padre e un figlio. Un elemento, questo, messo particolarmente in evidenza nelle prime due puntate, mentre l'indagine scientifica procede velocemente verso delle soluzioni a volte troppo facili e chiaramente prevedibili. Confidando, però, nell'esperienza dei creatori e nel loro background, si presuppone che questa sorta d'iniziale ingenuità narrativa abbia lo scopo di accompagnare lo spettatore all'interno di un universo sconosciuto e di avvicinarlo alla complessa realtà di Jake con lo stesso stupore che caratterizza il personaggio di Martin. In questo modo Kring e Lawrence sembrano aver progettato un percorso disseminato di misteri da scoprire e numeri da codificare volti a comporre, passo dopo passo, l'immagine di un intreccio più ampio che tutti ci connette oltre le divisioni geografiche, le differenze culturali e le limitazioni fisiche.