Star Trek: Dominic Keating da Enterprise a Lucca 2017

Nell'edizione di Lucca che celebra i 50 anni di Star Trek, un esponente della serie Enterprise è stato accolto tra gli ospiti della manifestazione toscana.

Lucca 2017: uno scatto di Dominic Keating all'incontro con la stampa
Lucca 2017: uno scatto di Dominic Keating all'incontro con la stampa

La saga di Star Trek ha ormai varcato la soglia dei cinquant'anni d'età e l'edizione 2017 di Lucca Comics and Games l'ha voluta in qualche modo celebrare, come è giusto che sia per un franchise che ha fatto la storia della televisione e del cinema, acquisendo anime e forme diverse, partendo dalla serie classica fino ai suoi numerosi spin-off. Se la seconda giornata dell'evento di Lucca ha ospitato parte del cast dell'ultima nata del gruppo, Star Trek: Discovery, le giornate successive hanno visto l'arrivo di Dominic Keating, un esponente di spicco della serie che l'ha preceduta, quella Star Trek: Enterprise che si è conclusa da più di dieci anni.

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Britannico di nascita e formazione, l'interprete di Malcolm Reed è arrivato a Lucca dimostrando tutta la sua simpatia e disponibilità, spaziando tra sensazioni e ricordi, raccontando, sempre con la battuta pronta, aneddoti di una carriera che l'ha visto passare da Buffy - L'ammazzavampiri a Heroes e Prison Break. Un racconto ricco di verve che non ha rinunciato a lanciare più di una frecciatina al mondo di Hollywood e lo tsunami di scandali che la sta travolgendo, lasciando trasparire una punta di tristezza per tutte le volte in cui ha sfiorato il grande successo senza riuscire mai ad acciuffarlo in pieno.

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Cuore di Trekkie

Lucca 2017: Dominic Keating all'incontro con la stampa
Lucca 2017: Dominic Keating all'incontro con la stampa

Com'è stato confrontarsi con l'universo di Star Trek e farlo in una serie ambientata prima di quella classica?

Guardavo la serie classica da ragazzino... ebbene sì, sono vecchio. Avevamo una delle prime TV a colori della mia strada e mi fece impressione vedere che la maglia di Spock fosse blu. Era una TV enorme, ci poteva atterrare un elicottero sopra. Ma poi non ho più guardato Star Trek fino al 1994, quando sono arrivato in USA ed ho scoperto che c'era un attore inglese, Patrick Stewart. Quando mi hanno preso per Enterprise ho comprato Dune di Frank Herbert, pensando di dovermi preparare sul mondo della fantascienza, ma non sono andato oltre pagina 30... era così noioso!

Come ha vissuto l'ultima puntata di Enterprise?

Vi dico la verità, rispetto al resto del cast sono quello che ha avuto meno difficoltà. Un po' perché eravamo stati cancellati e mentalmente ero già andato avanti, un po' perché è stato fantastico avere Marina Sirtis e Jonathan Frakes sul set con noi. Anche se la storia che li ha portati nella nostra serie è stata un po' forzata, è stato fantastico averli. Marina è fantastica, è la regina delle convention, mentre io ne sono il Principe. Gli altri mi guardavano male per questo, ma quando sono arrivato sul set con la mia nuova Porsche hanno tutti cambiato idea. Arrivati alla fine di Enterprise, gli showrunner Brannon Braga e Rick Berman avevano lavorato per 17 anni su quattro serie di Star Trek, e non mi è sembrato negativo che per chiudere questo arco richiamassero personaggi dal passato delle serie su cui hanno lavorato. Mi sono accorto solo dopo che Scott Bakula ha avuto qualche difficoltà in più ad accettarlo, perché lui era il capitano, quella era la sua nave e la sua serie. Hollywood è un luogo molto strano... come state scoprendo quotidianamente.

Star Trek: Discovery, una scena sul ponte di comando
Star Trek: Discovery, una scena sul ponte di comando

Stai guardando Star Trek: Discovery?

Non l'ho ancora vista, ma ho intenzione di farlo. Ero stato invitato alla premiere, ma proprio quel giorno ho dovuto portare il mio gatto dal veterinario per farlo addormentare, così non ero in condizione di andare.
Conosco Jason Isaacs da trent'anni, perché quando abbiamo iniziato a recitare avevamo lo stesso agente. Capitano Isaacs... chi l'avrebbe mai detto!

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Non solo Star Trek

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Sei apparso in un episodio di Buffy, ci racconti qualcosa?

Credo fosse il mio primo lavoro televisivo in America e ho fatto la storia di Buffy, perché Compleanno di terrore è un episodio seminale in cui i poteri di Buffy sono messi alla prova. Facevo la parte di un osservatore che aveva l'incarico di sorvegliare un vampiro brutale avvicinato a Buffy per testare i poteri di lei come Cacciatrice. È stata la prima volta in cui è stata mostrata la trasformazione da umano a vampiro. In quell'episodio ho lavorato con Jeff Kober che poi ho ritrovato nella terza stagione di Enterprise e poi in Sons of Anarchy. Hollywood è un posto così piccolo... eppure non ho ancora lavorato con Harvey Weinstein!

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Hai lavorato anche ad Heroes che ha anticipato le serie recenti su supereroi e mutanti. Che ne pensi?

Sì, ero nella stagione 2 di Heroes. Tim Kring è un uomo adorabile, ma quella seconda stagione è stata un disastro. Per me sarebbe dovuto essere l'inizio di un arco narrativo più lungo, ero stato preso per interpretare il membro di una banda di irlandesi che rapiva Peter, mentre come leader della banda fu preso Holt McCallany, figlio di un attore irlandese, che tra quando fu stato scritturato e le riprese fuggì a Cork, in Irlanda. Una volta tornato, era convinto di sapere tutto su come gli irlandesi dovessero parlare e durante le riprese discusse con gli autori perché si rifiutava di dire una certa battuta. Michael Green, uno degli sceneggiatori, litigò con lui e ricordo di sentirlo urlare "ho passato diciannove ore a scrivere questa battuta!" e lì capii che per noi si metteva male. Infatti dall'episodio successivo, siamo stati tagliati. Ogni volta che incontro Holt gli dico "mi devi un drink!". Tim quell'anno lasciò libertà ad una serie di autori di Hollywood convinti di salvare il mondo un episodio alla volta, ma rovinarono tutto. Spesero un sacco di soldi e il risultato fu noioso. Ma ho bei ricordi del cast, sono contento dei successi di Milo Ventimiglia e Hayden Panettiere, ma i set di Hollywood sono molto particolari, pieni di grandi personalità che li rendono poco piacevoli. E credo che ci siano un paio di produttori esecutivi di quella serie che possono temere di ricevere accuse come quelle che girano in questi giorni.

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Gli eroi reali

Jolene Blalock e Dominic Keating nell'episodio 'La taglia' della serie tv Enteprise
Jolene Blalock e Dominic Keating nell'episodio 'La taglia' della serie tv Enteprise

Questa edizione di Lucca è dedicata agli eroi. I personaggi di Star Trek lo sono in qualche modo, ma senza superpoteri. In che modo sono eroi i personaggi di quell'universo? E quali sono gli eroi nella vita quotidiana?

Eroi nella vita di tutti i giorni... bé, mia madre. Lei sì che ha superpoteri. Ma li vediamo tutti i giorni: vivendo in California penso a quelli che entrano in un edificio in fiamme per salvare qualcuno. Quelli sono eroi. I medici e le infermiere, quelli che cercano una cura per il cancro. O quelli che hanno portato i primi soccorsi dopo i terremoti in Italia. Questi sarebbero i miei eroi. Noi facciamo gli attori, eppure cerco di ricordare sempre che anche noi possiamo avere uno scopo: mi capita alle convention di essere avvicinato da qualcuno che mi dice quanto li abbia aiutati in un momento difficile della loro vita, che per quell'ora della serie vengono portati via dalla realtà ed è qualcosa che ti inorgoglisce e colpisce. Nel contesto di Star Trek penso che Leonard Nimoy si possa considerare il più grande eroe della nostra famiglia, un gentiluomo. Senza mancare di rispetto a William Shatner, ma Leonard era una persona meravigliosa che manca tantissimo a tutti. Lui aveva dei superpoteri! La prima volta che ho incontrato Leonard fu dopo che il nostro show era stato cancellato. Fui invitato ad una convention in Germania in cui salii sul palco insieme a lui per rappresentare l'inizio e la fine di Star Trek. Nonostante non avesse la minima idea di chi fossi, mi mise un braccio attorno alle spalle, mi condusse con lui davanti a migliaia di fan, e per la prima volta raccontò la storia dietro il saluto vulcaniano. Raccontò che da bambino, da ebreo osservante, rimase colpito osservando mentre il Rabino benediceva la platea e vide che faceva questo gesto con entrambe le mani. Gli attori rubano tutto.

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A quali serie TV in corso adesso ti piacerebbe prendere parte?

C'è tanta bella roba in TV ora. Ma penso di tornare per un po' a Londra, ho un agente che mi sta procurando buoni provini e penso di avere buone opportunità da quelle parti. Anche se sei un uomo, è abbastanza difficile lavorare a Los Angeles se non sei diventato una grande star nel frattempo. Ho fatto di recente un film a Londra, un film di gangster chiamato Once Upon a Time in London che sembra buono, devo fare una commedia chiamata Double Bluff e, se tutto va bene, potrei prendere parte alla nuova stagione di Genius, la serie di Ron Howard. Sono in trattativa per il ruolo di autista di Picasso... teniamo le dita incrociate!