Soma: parlano gli autori della serie web

Abbiamo incontrato gli ideatori e produttori della web series Soma per discutere temi e prospettive della loro serie in occasione del finale della sua prima stagione, online dal 1 Febbraio.

Con la diffusione online del 1 Febbraio, arriva alla conclusione la prima stagione della web series Soma, fanta-thriller ecologista prodotto dalla Malatesta Film. Un viaggio iniziato lo scorso autunno al RomaFictionFest e continuato di mese in mese con la pubblicazione dei quattro episodi che compongono la stagione e raccontano una storia di ribellione della natura contro l'uomo, attraverso la storia di Emilio Ongaro (interpretato da Emilio Vacca), un fotografo professionista che si accorge che qualcosa in lui sta cambiando, al ritorno da un viaggio in Sudamerica. A rendere più agitato il sonno di Emilio, i sogni ricorrenti in cui si materializzano scenari di foreste e una donna misteriosa. Al tempo stesso, sente più forte il bisogno di luce, di acqua e di libertà. Quella che era una vita perfetta viene travolta da questo istinto animale e violento che il fotografo non sa spiegare e che lo spingono a fuggire ed inseguire. Sulle sue tracce Il commissario Mangia (Luigi Di Fiore), personaggio tutt'altro che edificante con una vita disastrata tanto sul piano professionale quanto su quello privato.
L'episodio finale è un punto di arrivo in cui i fan della serie possono trovare le risposte alle tante domande poste dalla puntata precedente, ma rappresenta anche l'avvio di una nuova fase, per una seconda stagione già prevista.
E' uno degli argomenti del nostro incontro con i quattro i fondatori di Malatesta Film, nonché ideatori e produttori di SOMA: Davide Devenuto, Fabio Paladini, Dario Sardelli e Francesco Vitiello. La loro collaborazione è nata proprio per produrre questa serie per il web, e dimostra una solidità ed una unità d'intenti che traspare dalla coralità con cui hanno risposto alle nostre domande.

Ad un passo dall'episodio finale, facciamo un passo indietro: ci raccontate come è nata l'idea per Soma e la sua produzione?

Veniamo tutti dalla televisione, chi in veste di attore, chi di autore, chi di regista. Volevamo mettere il nostro mestiere al servizio di una storia che potesse piacerci non solo in quanto addetti ai lavori ma anche come spettatori. Purtroppo spesso ci troviamo a lavorare su prodotti che non aderiscono esattamente ai nostri gusti. Con Soma abbiamo cercato insomma una valvola di sfogo. Abbiamo costituito una associazione culturale, la MalatestaFilm, per darci uno statuto, e ci siamo buttati sul web che al momento ci pare essere il luogo migliore dove trovare la libertà creativa che stavamo cercando.

Come avete scelto gli interpreti principali? Che caratteristiche cercavate per ogni ruolo?

Innanzitutto abbiamo cercato tra i nostri amici e colleghi, persone con le quali avevamo già lavorato in altre occasioni. Le scelte sono state mirate in base ai personaggi ideati nella fase di scrittura. Abbiamo cercato la professionalità, ma anche la disponibilità di qualcuno che si appassionasse al progetto e che in Soma potesse investire tempo ed energia. Le nostre aspettative sono state ampiamente soddisfatte: la qualità della recitazione è tra le cose che ci rendono orgogliosi.

Soma si discosta dalla media delle produzioni per il web. In che modo avete cercato di differenziarvi dalle altre produzioni?

Rispetto alla maggior parte delle serie web italiane, che hanno prevalentemente un'impronta comica e una breve durata, abbiamo lavorato fin dalla fase di sceneggiatura a un prodotto che potesse raggiungere quel pubblico che è abituato a servirsi della rete per fruire delle serie tv americane. Abbiamo provato insomma ad alzare l'asticella. A partire dalla scelta del genere, il fanta-thriller, tradizionalmente poco presente nel panorama nazionale, e dal tema, diciamo, "impegnato".

Il messaggio ecologista ha una certa centralità nella serie. E' stato una conseguenza della storia che avete immaginato o ha rappresentato un punto di partenza intorno a cui strutturare la narrazione?

Quando scriviamo una storia cerchiamo di partire sempre da un tema. In Soma l'idea di fondo era quella di raccontare il modo in cui la natura riesce a mettere in atto dei meccanismi di autoconservazione anche a discapito delle creature viventi che ne fanno parte. Questo tema si riflette sulla vicenda di Emilio, un fotografo che, di ritorno da un viaggio di lavoro in Sudamerica, si ritrova vittima di un contagio che ne modifica il comportamento. Ecco che il nostro protagonista diventa lo strumento nelle mani della natura per riequilibrare i suoi meccanismi. E la natura, si sa, non conosce il bene e il male.

Senza anticipare nulla del finale del quarto ed ultimo episodio, riuscite a darci un'idea della direzione che prenderà Soma nella seconda stagione?

Abbiamo sempre pensato a Soma come a una sorta di grande teaser in vista di una seconda stagione più lunga e strutturata. Abbiamo optato per un finale un po' atipico, e a nostro vedere coraggioso, che chiudesse la storia di Emilio rilanciando allo stesso tempo le aspettative dello spettatore per gli episodi successivi . Ci piacerebbe insomma arricchire la storia con nuovi personaggi per rilanciare su scala globale i conflitti che nella prima stagione declinavamo su un solo personaggio.

Quando inizierete a lavorare ai prossimi episodi?

L'outline della seconda stagione ce l'abbiamo già bene in testa. Adesso ci prenderemo una pausa e valuteremo il percorso della serie attuale. Sappiamo di avere fatto un'operazione azzardata, cercando di raccontare una storia più lunga e complessa rispetto alla serie web media, chiedendo allo spettatore uno sforzo in più in termini di attenzione. La speranza è che a breve si realizzi una convergenza tra la televisione e la rete. Molto del nostro futuro dipenderà proprio dallo sviluppo del mercato della serialità per il web nei prossimi mesi.

Resterete concentrati solo su Soma o state già iniziando a pensare ad altre possibili produzioni per il futuro? C'è un genere in particolare che vi piacerebbe affrontare?

Siamo così entusiasti dell'esperienza di Soma che non vediamo l'ora di buttarci su un nuovo progetto. Stiamo lavorando a nuove idee che ci piacciono quanto Soma e che magari ci daranno la possibilità di confrontarci con altri generi narrativi, altri formati e, perché no, altri media.

Il mondo delle web series è ora molto vivo anche in Italia. Visto dall'interno, come vi sembra che si stia sviluppando il panorama delle serie per il web del nostro paese?

Ci sono tante cose interessanti e molto diverse tra di loro. Ognuno cerca la propria strada, ma il bisogno comune è lo stesso. Quello di raccontare storie e affrontare temi che non possono passare attraverso i canali tradizionali. La speranza è che presto questa energia possa essere convogliata in un mercato.

Ci sono altre produzioni per il web italiane che seguite ed apprezzate?

Abbiamo una grande simpatia per i ragazzi di Travel Companions e apprezziamo l'originalità delle dinamiche interattive di Lost in Google.

Allontanandoci dal web, ci sono serie TV che amate? A chi vi ispirate nella scrittura delle vostre storie?

Siamo avidi fruitori di serie inglesi e americane. Giusto per fare qualche titolo: Homeland, Shameless, Breaking Bad, Il trono di spade... True Blood è un riferimento che stiamo prendendo per lo sviluppo della seconda stagione di Soma. Quello della serialità straniera non è però il luogo in cui cerchiamo di solito ispirazione per le nostre storie: le idee nascono principalmente da quello che leggiamo e dall'esperienza della vita vera. In questo modo evitiamo di raccontare storie che sono già state portate sullo schermo. Grande o piccolo che sia.