Sole, cuore, amore, parla Daniele Vicari: "Il film è ispirato alle persone che amo di più, soprattutto donne"

Presentato alla Festa del Cinema di Roma, finalmente il nuovo film di Vicari esce nelle sale. Abbiamo incontrato regista e cast, lucidi interpreti di un quotidiano di tutti.

Sono trascorsi sei mesi da quando Sole, cuore, amore è stato presentato alla Festa del Cinema di Roma. Atipico per un titolo italiano far passare così tanto prima dell'uscita, ma Koch Media non è solita gettare al vento i titoli in cui crede, e tantomeno lo farebbe un produttore come Domenico Procacci. Quindi il nuovo film di Daniele Vicari, il regista di Diaz, quello "politicizzato", quello che molti, sbagliando, vorrebbero eternamente arrabbiato, esce in un momento in cui le tematiche che tocca si sentono molto di più che in una tarda giornata estiva. "Questo film esiste perché ancora una volta Domenico Procacci ha visto meglio di me", esordisce Vicari all'incontro con la stampa. "Ho scritto questa sceneggiatura in sole 48 ore, come se fossi in trance, in seguito ad avvenimenti che hanno suscitato in me una forte reazione emotiva. Domenico ha letto e ha voluto realizzarlo immediatamente". Questo bisogno di girare il film "a caldo" ha naturalmente spaventato un po' il regista, che magari avrebbe voluto la possibilità di raffinare e di riflettere meglio, ma oggi siamo contenti che Domenico Procacci abbia ancora saputo fidarsi delle lucide visioni del mondo di Daniele, sempre così puntuale nell'individuare il nocciolo di ogni questione. "Il film si ispira a fatti realmente accaduti, anche recenti", ha spiegato Procacci. "La storia è possibile, tanto possibile che è accaduta più di una volta, pertanto andava raccontata. In Italia si tende a non voler vedere, ad andare al cinema per distrarsi. Invece questa storia va raccontata, perché accade ogni giorno e penso che lo spettatore dovrebbe farsi anche il regalo di riflettere guardando un film".

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La storia di Eli e Vale è la storia di tutti

Sole, cuore, amore: Isabella Ragonese in un'immagine del film
Sole, cuore, amore: Isabella Ragonese in un'immagine del film

"Quando ho letto la sceneggiatura, mi sono ritrovata sia in Eli che in Vale", racconta la co-protagonista Eva Grieco, che nel film interpreta Vale, danzatrice contemporanea di ricerca (il suo lavoro anche nella vita reale). E anche chi scrive si è ritrovata in entrambe. E abbiamo ragione di credere che ciò sia accaduto e accadrà a molti, guardando il film. Questo perché, come ha spiegato lo stesso Vicari, "per me Eli e Vale sono due facce della stessa medaglia. Una ha scelto di avere una famiglia numerosa e sta percorrendo un momento che nel cinema italiano abbiamo già visto. È un personaggio quasi neorealista. Vale invece è il presente e il futuro. È un personaggio postmoderno. Si è adeguata a uno stile di vita che non presuppone nemmeno avere una famiglia. Se avesse una famiglia, non potrebbe fare quello che fa, ed è per questo che alla fine riesce a interpretare, attraverso la danza, il dolore dell'amica".

Sole cuore amore: Isabella Ragonese e Francesco Montanari in una scena del film
Sole cuore amore: Isabella Ragonese e Francesco Montanari in una scena del film

E la ragione dell'identificazione sta proprio, secondo l'autore, nel preciso momento storico attuale: "Stiamo vivendo contemporaneamente un'epoca neorealista e postmoderna. Abbiamo ancora vecchi strascichi: il maschilismo, l'idea del posto fisso... e su questo si è innestata una nuova era in cui il lavoro ce lo si inventa". Ma uno dei tanti meriti di Sole, cuore, amore è la non esaltazione del proletariato. Quel non cercare di creare eroi del quotidiano, di non indugiare sulla drammaticità. Eli e suo marito Mario, Vale e la sua amica, tutti sorridono, scherzano, vanno avanti con il massimo della leggerezza possibile, come ciascuno di noi fa ogni giorno. Perché questo è un film per pensare, per rivedersi, non per arrabbiarsi. Quello lo siamo già, tutti quanti, ogni giorno. E pochi artisti, oggi, potrebbero spiegarlo con l'incredibile lucidità che ancora una volta Daniele Vicari dimostra: "Ci sarà un motivo per cui siamo tutti incazzati? È che facciamo una vita che non ci piace, e non è perché siamo tutti viziati. La maggior parte di noi lavora onestamente e non riesce a fronteggiare la realtà. C'è poco da ridere nella nostra situazione", spiega. "Se vogliamo capire perché siamo tutti arrabbiati, dobbiamo guardare in faccia le dinamiche che ci portano poi a esserlo. Trovo sorprendente che gli italiani non si ribellino. Nel film, Eli non vede la possibilità di ribellarsi perché ha il problema di portare a casa lo stipendio. E sa che se si ribellasse, perderebbe anche l'unica possibilità che ha".

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Sole, cuore, amore: Isabella Ragonese e Francesco Montanari in un momento del film
Sole, cuore, amore: Isabella Ragonese e Francesco Montanari in un momento del film

Ma come Eli non ci sono solo i cosiddetti lavoratori "umili". Vicari elenca dei lavori, e in cima mette proprio le persone che ha di fronte. Giornalisti e critici precari, "che non so come facciate, anche voi", poi attori e lavoratori dello spettacolo, chiunque. "Noi odiamo chiunque vada al governo perché attribuiamo loro, volta per volta, la responsabilità di tutto questo, quando poi la faccenda è molto più complicata. Assistiamo poi a un fenomeno che è la proletarizzazione anche del lavoro intellettuale. E questo non va bene. La domanda all'origine è: 'Come fanno a vivere le persone che io amo?' Ce la dobbiamo porre tutti".

Al mondo poco umano la risposta è l'amore

Sole cuore amore: Isabella Ragonese in una scena del film
Sole cuore amore: Isabella Ragonese in una scena del film

"Il mondo che abbiamo costruito non è adatto per gli esseri umani", afferma senza mezzi termini il regista, che per questa volta non ha affatto voluto girare un documentario. "Ho cercato di dare una risposta sentimentale. Queste persone si amano. Eli con suo marito Mario, con la sua amica Vale, in quei rari momenti insieme che hanno ancora. L'amore in questo mondo è l'unica e più potente arma di ribellione che hanno". Poi racconta di come lui sia un regista che sta in mezzo alla gente, di come sia necessario non allontanarsi dalla realtà se si vuole descriverla, ma allo stesso tempo ammette di essere "solo un regista", di non avere né intenzione di dare risposte, né di dire al mondo come dovrebbe ribellarsi. "Se vogliamo parlare di ribellione, questa deve essere nella testa dello spettatore. Con questo film abbiamo cercato di intrepretare il nostro blocco, chi guarda il film ha gli strumenti per farsi delle domande. Prendiamo il personaggio di Nicola (Francesco Acquaroli, ndr). Lui non ha scelta, non sceglie di essere così. Un po' non se la dà per mancanza di cultura, un po' è anche che il meccanismo che governa la società è spietato, quindi si diventa spietati. C'è mancanza di coscienza dei propri diritti. Spero che questo tuttavia non risulti un film disperato, ma un film che ti costringa a prendere le misure".

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Le donne, nella danza della vita di ogni giorno

Sole, cuore, amore: un momento del film
Sole, cuore, amore: un momento del film

Le protagoniste di Sole, cuore, amore sono due donne. Eli esce fuori con una potenza devastante, interpretata da una sempre ottima Isabella Ragonese. "Questo personaggio per me è stato un regalo. Stimo Eli, verso di lei ho rispetto come se mi trovassi di fronte a un essere sacro, un esempio. Possiede un'energia incredibile. Ho interpretato un'eroina del quotidiano". E la sua affermazione non potrebbe essere più vera, vista quella che poi aggiunge Vicari: "Il film è ispirato alle persone che amo di più, soprattutto donne. È arrivato per noi maschietti il momento di capire che se la società va avanti, in questo momento è soprattutto grazie a loro, grazie alla loro forza, che non è la nostra, perché noi quel tipo di forza non lo abbiamo". "Questo film restituisce molto alle donne", dice anche Eva Grieco. "C'è bisogno di dire che le donne sono forti e si caricano di problemi, si deve ripeterlo come un mantra, è una lotta ancora molto dura, purtroppo. Non lo si deve dare per scontato". Ed è proprio nella danza di Eva Grieco la chiave per capire pienamente questo racconto. La coreografia è, tra le altre cose, anche un modo per raccontare facendo entrare in un tempo limitato tutta una serie di azioni. Pertanto può anche essere la metafora della vita faticosa di chi, ogni giorno, cerca di far entrare nella giornata tutto quello che c'è da fare. "Attraverso la coreografia abbiamo cercato di interpretare la tragedia e la tragicità del film. L'unica che si può ribellare è Vale perché non conosce limiti, va oltre se stessa, si mette in gioco andando anche oltre l'umano", spiega Vicari.

Sole cuore amore: Eva Grieco in un momento del film
Sole cuore amore: Eva Grieco in un momento del film
Sole cuore amore: Eva Grieco in una scena del film
Sole cuore amore: Eva Grieco in una scena del film

Eva Grieco ha avuto un ruolo importante in questo racconto, scritto con la grammatica cinematografica da Vicari e con quella coreografica da lei stessa: "Sono felicissima di fare parte di questo film, anche perché vengo da un altro mondo. Daniele mi ha accolto e ha avuto fiducia in me. Inoltre mi ha permesso di avere un'autorialità che è una cosa molto rara, soprattutto se non sei molto nota. Io sono la testimonianza che Vale esiste e che fa un lavoro che spesso non viene neanche considerato un lavoro. Noi danzatori siamo divisi tra il fare quello che vogliamo e per cui ci siamo formati e fare quello che dobbiamo per sopravvivere". Eva Grieco parla poco, il suo personaggio non viene compreso appieno da tutti i presenti. C'è persino qualcuno che "suggerisce" al regista che le scene di danza avrebbero potuto essere evitate, non comprendendo che sono proprio la chiave interpretativa dell'intera pellicola. "Ma in questo film si riassume tutto nella danza di Vale", risponde Vicari. "E rendiamoci conto che molte persone lavorano nello spettacolo, con impieghi la cui azione principale è esprimersi, e che il loro non è nemmeno considerato un lavoro. Noi pensiamo ancora il lavoro in termini classici. C'è una quantità incredibile e crescente di giovani che invece ha preso un'altra strada, molto difficile. Quella della necessità di esprimersi, del desiderio di scrivere. A Roma l'industria del cinema è forse la prima industria della città. E ancora non capiamo che questo è un vero lavoro". Continua Daniele, nella spiegazione di un personaggio che è anche una sorta di difesa di classe, con estremo vigore e decisione: "C'è ancora un retaggio, tutto italiano, per cui il lavoro artistico è visto come una vergogna, come se agli artisti non andasse di fare niente. Ma Roma è piena di migliaia di lavoratori dello spettacolo che, come gli altri, fanno una vita faticosissima. Vale è un personaggio reale, è ispirata a Miriam Abutori, la fondatrice dell'Accademia degli Artefatti. Sto cercando di raccontare il mondo di due donne precarie con gli strumenti stessi dei miei personaggi. Vale è nata così e attraverso la danza interpreta il mondo. C'è rimasta questa di interpretazione, non abbiamo più altri mezzi per farlo. La danza per me è strutturale, era l'unico modo per descrivere e raccontare questa storia".

Sole, cuore, amore: Isabella Ragonese in un'immagine tratta dal film
Sole, cuore, amore: Isabella Ragonese in un'immagine tratta dal film

E la danza è ovunque, anche nel personaggio di Eli, come fa notare la Ragonese descrivendo il lavoro che ha fatto sul suo personaggio: "Per Eli sono importanti tre luoghi. Quando lei è al bar, è come una danza, una coreografia. È come se il bancone del bar fosse un palco. Infatti il film si apre con una coreografia di Vale montata in parallelo con Eli al bar. Poi i momenti in famiglia, con il marito Mario. Sono le scene d'amore più belle che abbia mai fatto. Quella sigaretta che ti fumi sul terrazzo anche se sei stanca, i momenti con i bambini e i momenti relazionali con Vale. Il terzo luogo è quello dei viaggi. I viaggi quotidiani sono l'unico momento in cui lei si siede, pensa, si concede anche un pianto. La metropolitana è un non luogo, affollato, ma nel quale in realtà siamo tutti soli, in cui il viaggio che compie è dentro se stessa. Magari si concede anche tenerezza per la vita che fa, perché lì si sente nascosta". Nascosta da un mondo che non la comprende e che, speriamo, capisca meglio l'incredibile coreografia, faticosa, che moltissime donne danzano ogni giorno, a tempo con la vita.