Recensione Sky Fighters (2005)

Gerard Pires tenta di realizzare un Top Gun francese, ma va anche oltre il suo modello per banalità e valori maschilisti da quattro soldi.

Sognando Top Gun

Il capitano Antoine Marchelli e il suo compagno Sebastien Vallois sono i due piloti più in gamba della loro base areonautica, vanto dell'esercito francese. Questo almeno fino a che uno strano episodio non ne mette a repentaglio la reputazione. Per aver fatto fuoco su un aereo che il comando sostiene stesse facendo un'esercitazione mirata a testare la sicurezza del comparto areonautico Marchelli viene congedato. Quando però servirà l'aiuto del migliore sulla piazza per una missione rischiosissima sarà richiamato.

Più nazionalista, maschilista, manicheo e scontato anche di Top Gun, l'ennesimo delirio di Gerard Pires (già autore dell'involontariamente autoironico Taxxi) ha il solo pregio di usufruire delle immagini dell'archivio areonautico francese, evoluzioni aeree effettive (senza alcun ritocco al computer) a tratti quasi poetiche. Ma è comunque l'unico possibile elemento di interesse in un film che giustamente esce da noi direttamente in DVD.

Non c'è pietà per lo spettatore. Dai dialoghi ridicoli, alla facile morale, dai personaggi macchietta ai nemici genericamente arabi fino ad una trama che a tratti rasenta l'inverosimile. Ne esce un involontario ritratto di un nazionalismo francese contaminato moltissimo da quello americano, un'esaltazione della forza e del maschilismo più becero che ci sia: quello delle donne senza personalità e esistenti solo in funzione degli uomini, deprecabili quando autonome e da ammirare quando pronte a seguire il proprio innamorato.
Anche il ritmo non è dei migliori e le riprese dei combattimenti aerei, i montaggi cioè delle azioni degli aerei in volo e dei piloti in cabina, che dovrebbero essere il vero centro del film sono confuse e difficili da seguire.