Sean Connery: un ideale maschile di intelligenza e sensualità

Con Sean Connery se ne va non solo un grande attore, ma un simbolo potente e positivo del genere maschile, che ha attraversato decenni.

l'attore Sean Connery
l'attore Sean Connery

Una vita da James Bond si potrebbe dire pensando al grande Sean Connery, che ci ha lasciato oggi a 90 anni. Tuttavia l'impatto dell'attore scozzese sull'immaginario pubblico, è stato davvero molto più profondo di quanto si pensi e di certo non limitato al solo personaggio tratto dai romanzi di Ian Fleming. Sean Connery ha recitato in più di 70 pellicole, destreggiandosi tra generi molto diversi, dalla fantascienza al thriller, dalla commedia romantica all'action, senza naturalmente dimenticarsi delle spy stories o del fantasy. Eppure, un filo conduttore ha legato tutti questi film, ed è stata la sua capacità di incarnare un modello di riferimento per il mondo maschile, essere l'ideale a cui aspirare in termini di fascino, carisma, intelligenza e sensualità. Ecco perché parlare di lui non vuole dire tanto (o non solo) parlare di James Bond, ma dell'alpha male definitivo.

Il ragazzo di Edimburgo

Sean Connery ai tempi in cui concorreva per il titolo di Mister Universo, nel 1950
Sean Connery ai tempi in cui concorreva per il titolo di Mister Universo, nel 1950

Scozzese doc, nato ad Edimburgo, prima di diventare una star del cinema, Sean Connery era stato tante altre cose: imbianchino, muratore, guardia del corpo, bagnino e modello. Classificatori terzo al titolo di Mr Universo, Connery fu finalmente notato dalle case cinematografiche. Poi nel 1962 fu scelto per il ruolo di James Bond in Licenza di Uccidere. Quel personaggio cambiò tutto, per sempre. L'impatto nell'immaginario collettivo fu incredibile, perché Sean Connery, 190 cm su un fisico atletico, sguardo ironico, ammaliante ma con la giusta dose di tenebra, era qualcosa di assolutamente inedito nel panorama maschile. Ancora oggi si discute su chi abbia aiutato chi, se James Bond sia stato il trampolino di lancio per l'attore o se piuttosto sia stato questi a decretarne il decisivo successo. Probabilmente entrambe le cose. Ma il punto fondamentale, è che Connery creò un modello a cui ispirarsi, un uomo che aveva tutto ciò che una donna potesse desiderare ma che esprimeva anche un qualcosa di accessibile, di raggiungibile per gli altri.

Bond, James Bond

Sean Connery non era un amante irreale di una qualche pellicola romantica, non era l'algido Gary Cooper o l'eleganza irripetibile ma troppo standard di un Cary Grant. Im lui vi era la fisicità di un Burt Lancaster, la faccia tosta e il carisma di un Kirk Douglas, mossi però da uno charme europeo irresistibile, che si ancorava anche ad una moderna materialità, quindi a qualcosa di reale, di pratico. L'abito faceva il monaco o perlomeno aiutava. L'alta moda maschile trionfò sul suo fisico scultoreo, aveva auto all'ultimo grido, orologi di marca, scarpe fatte a mano... Ma fu nel modo di porsi, un misto di sprezzante sicurezza, charme e sfacciata ironia che Sean Connery diventò icona di stile, di seduzione, visto che le bellissime e sovente pericolose amanti, erano catturate dal suo modo di fare diretto ma mai cafone. Sean Connery/James Bond era sesso. L'amore ci sarebbe stato in qualche occasione, ma lui era la conquista di una notte, era il modus operandi del sogno della promiscuità maschile, del playboy che con poche frasi giuste, uno sguardo e gesti decisi, otteneva ciò che voleva. Il martini agitato non mescolato, la sigaretta di lato, lo smoking bianco, il tight, si abbinavano però non ad una natura viziosa e pigra, ma ad un uomo dalla fisicità prorompente; egli era combattente, pilota, sommozzatore, e chi più ne ha più ne metta.

Sean Connery in 007 Licenza di Uccidere
Sean Connery in 007 Licenza di Uccidere

Sean Connery: i 10 migliori film dell'attore

Il simbolo di sensibilità e fragilità

Sean Connery e Tippi Hedren nel finale di Marnie
Sean Connery e Tippi Hedren nel finale di Marnie

Dopo quattro film Connery decise di lasciare il lucrativo ruolo che lo aveva lanciato, e di non rimanere intrappolato nel personaggio. Gli anni 70 lo videro capace di destreggiarsi in tanti ruoli differenti, anche in alcuni personaggi negativi, senza dover più nascondere quella calvizie che lo aveva costretto ad indossare il parrucchino sul set dei vari 007. Fornì stavolta quasi sempre l'immagine di un uomo ambiguo, mutevole, che fosse in Marnie o ne La donna di paglia, ne La Collina del Disonore come in Una Splendida Canaglia. Erano gli anni 60 che volgevano al termine, l'identità maschile era in dubbio, il modello borghese era messo sotto accusa. In lui parve rivivere questo dilemma, questo volersi allontanare dal personaggio del macho senza dubbi sempre vincente in un mondo dorato e avventuroso. Connery fu la fragilità, l'impotenza, la sensibilità, tutte qualità che il suo Bond non aveva mostrato che molto molto raramente, ma senza mai perdere il suo sex appeal, casomai mettendolo un po' in disparte.

Un uomo di mondo

Sean Connery in una scena del film Zardoz
Sean Connery in una scena del film Zardoz

Gli anni 70 lo portarono dentro a progetti molto eterogenei, in cui la sua ritrovata connessione con il pubblico e la critica, si accompagnò ad una grande capacità di rappresentare l'ambiguità dell'animo maschile. L'amicizia virile, il dovere, furono compagne di viaggio assieme anche a personaggi oscuri o contraddittori. Prese parte a progetti estremamente arditi, come il celebre Zardoz, o Rapina record a New York, Meteor, L'uomo che volle farsi re, Il vento e il leone, Robin e Marian... proprio quest'ultimo film è davvero importante per ciò che egli portò sul grande schermo: l'invecchiare.

Sean Connery non era più il giovane aitante che aveva stregato le donne di tutto il mondo ai tempi di Bond, i capelli si erano diradati, si erano fatti bianchi. Eppure, paradossalmente, questo elemento, unito ad un raffinarsi della sua capacità recitativa, lo rese ancor più un simbolo di mascolinità. Non era più solo il playboy scavezzacollo, in lui si fece sempre più spazio la rappresentazione del leader, sovente romantico, magari anche condannato alla sconfitta, visionario, ma sempre fedele a se stesso, sempre elegante e carismatico. Il suo sex appeal rimase immutato per il pubblico femminile, anzi la maturità gli donò un fascino unico, gli donò autorità, regalità, termine che poi è sicuramente molto connesso a quella parte di carriera degli anni 80, che lo vide finalmente riconosciuto dalla critica per il grande attore che era.

Un simbolo di regalità e saggezza

Sean Connery in una scena de Gli Intoccabili.
Sean Connery in una scena de Gli Intoccabili.

Dopo I banditi del tempo di Terry Gilliam infatti, Sean Connery fu coinvolto in film come Highlander - L'ultimo immortale, Il nome della rosa, Gli intoccabili (che gli fruttò l'Oscar), Indiana Jones e l'ultima crociata. Sean Connery mostrò in tutti questi film cosa significasse essere degli "uomini di mondo", portò una mascolinità più matura, consapevole, una confidenza basata sull'esperienza verso l'ambiente circostante, con personaggi che erano incredibilmente colti, eloquenti, astuti ma anche capaci di grande umanità.

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Caccia
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Sul grande schermo era ormai il simbolo dell'uomo vissuto, saggio, ma che non perdeva mai il senso dello humor, la felicità della scoperta, ed il carisma. Un carisma che con l'età lo rese sempre più regale, anzi lo rese capace di suscitare un sano timore, di impersonificare il concetto di autorità, leadership, comando così come diventare modello di una paternità severa ma affascinante. Il tutto naturalmente condito dal solito sguardo ammaliante e da quel sorrisetto appena accennato da sciupafemmine consumato.
A 60 anni fu dichiarato uno degli uomini più sexy del mondo, lui con autoironia replicò che non gli era mai capitato di stare con un vecchio pelato. Gli anni novanta accrebbero tale percezione, unita ad una certa sacralità che lo vide diventare Re Artù, un fantastico comandante di sommergibili russo, Re Riccardo, senza però rinunciare all'action come in The Rock o al vecchio fascino del ladro gentiluomo in The Entrapment. Scoprendo Forrester fu il suo ultimo grande ruolo. Un film in cui era mentore, saggio, quasi una sorta di Diogene moderno, una guida per un giovane ragazzo in cerca della sua strada.

Oggi che ci ha lasciato, bisogna ammettere che Sean Connery, figlio di un camionista e di una cameriera, è stato per gli uomini, i ragazzi, ma suvvia diciamo anche il sesso maschile in generale, proprio questo: una guida. Ci ha mostrato come vivere e come essere veramente uomini in tutte le diverse fasi della vita, quali frutti cogliere, come camminare per l'irto sentiero della vita, restando se stessi ma anche cambiando, accettando il corpo che si trasformava, il tempo che ti correva dietro. Questo è stata la sua più grande interpretazione.