The Slap: Schiaffi borghesi

Ispirandosi a un pluripremiato romanzo dello scrittore australiano Christos Tsiolkas, la regista Jessica Hobbs ha creato una serie dall'impianto collettivo, che ha lo scopo di gettare una luce ironica e un po' cinica su rancori e ipocrisie della vita borghese.

Hector, australiano di origini greche, sta per compiere i 40 anni. Tra il lavoro, una vita familiare tra alti e bassi con sua moglie Aisha e i suoi due figli, e una pericolosa relazione extraconiugale con una giovane dipendente della clinica veterinaria di sua moglie, l'uomo si appresta a superare il fatidico giro di boa con la più classica delle feste, un barbecue in giardino in cui saranno invitati amici e parenti, amati e meno amati. Tra questi, i suoi asfissianti genitori, le due amiche d'infanzia di sua moglie, Rosie e Anouk, il marito e il figlio di Rosie, l'irascibile cugino Harry insieme alla moglie di origini serbe: ma, durante la festa, un innocente gioco di un gruppo di bambini ha conseguenze imprevedibili, e l'instabile Harry finisce per tirare uno schiaffo al piccolo Hugo, figlio di Rosie. La festa finisce nel caos e tra le minacce di denuncia da parte dei due genitori, ma questo evento imprevisto cambierà per sempre la vita di tutti i personaggi coinvolti, facendo emergere vecchi odii, tensioni e risentimenti.

Ispirandosi a un pluripremiato romanzo dello scrittore australiano Christos Tsiolkas, la regista Jessica Hobbs ha creato una serie dall'impianto collettivo, che ha lo scopo di gettare una luce ironica e un po' cinica su rancori e ipocrisie della vita borghese, e su come queste possano essere squarciate da un semplice, apparentemente circoscritto gesto. I primi due episodi di questo The Slap (in tutto saranno otto) proiettati in anteprima nell'ambito del Roma Fiction Fest, mostrano una struttura che segue quella del romanzo originale, concentrando ogni episodio sulla storia di un singolo personaggio: nel primo, è la figura di Hector ad essere in primo piano, con la sua latente paura legata all'avanzare degli anni e una crisi familiare altrettanto sottotraccia, incarnata nel difficile rapporto con una moglie dal carattere spesso aggressivo e due figli che non riesce a comprendere fino in fondo. Il tema della festa è un pretesto per mostrare una galleria di personaggi buffi e sovente sopra le righe, la cui presenza il protagonista sembra accettare controvoglia, succube della volontà di una moglie con cui si pone da tempo un problema di comunicazione. Così, il focus sulla storia di Hector è un modo per introdurre i tanti personaggi che daranno vita all'intreccio, ognuno con le sue peculiarità.

La stessa struttura viene mantenuta nel secondo episodio, dal tono tuttavia più amaro, focalizzato sul personaggio di Anouk, amica d'infanzia di Aisha e Rosie e unica del trio ad essere single e senza figli. Anouk, sceneggiatrice di una soap opera di successo, impegnata in una relazione con la star del programma di circa 20 anni più giovane, è ossessivamente dedita al lavoro ma gravata dalla necessità dell'assistenza alla madre malata; mentre porta avanti una relazione in cui non ha mai creduto davvero, la donna vive con lo spettro della solitudine che la segue ovunque, temuta e ricercata al tempo stesso; al punto da farle prendere una difficile decisione che condizionerà la sua stessa vita e il suo rapporto col giovane Rhys. Un particolare colto durante la festa di Hector, inoltre, continua a tormentare Anouk, divisa tra la sua amicizia con Aisha e la responsabilità di mettere definitivamente in crisi il matrimonio dell'amica.

Alla luce dei due episodi visti, The Slap si rivela una serie intrigante e dalla trama ben congegnata, che sembra avere il suo punto di forza in una scrittura che sfrutta la serialità per approfondire dei personaggi complessi, credibili e sfaccettati. Il carattere collettivo, quasi altmaniano dell'intreccio, si esalta nella struttura ad episodi, in un'attenta caratterizzazione basata anche su buone prove attoriali, in una scrittura che dal particolare si sposta lentamente, di volta in volta, al generale, ponendo le premesse per l'episodio successivo e il relativo personaggio. Una scrittura felice i cui meriti vanno certo ascritti, in parte, all'opera letteraria originale, ma anche a una buona capacità di adattamento (almeno per quello che ci è stato dato di vedere) al mezzo televisivo e ai suoi ritmi. Lo sguardo della regista è cinico, poco compiacente, disilluso: se per questi personaggi ci sarà una qualche possibilità di redenzione, non ci è ancora dato sapere. La curiosità, che si traduce nell'attesa per i sei episodi successivi, comunque c'è: il risultato, per ora, è stato quindi raggiunto.