Recensione Saw 2 - La soluzione dell'enigma (2005)

Saw 2 rimane un giochino, niente di più. Ma è un giochino truculento e funzionale che non paga eccessivamente l'inevitabile pretestuosità di un sequel non previsto, migliorando con intelligenza le numerose pecche presenti nel precedente: la recitazione e la scrittura dei dialoghi in modo particolare.

Saw 2: il sequel che non ti aspetti

E' passato poco più di un anno da quando Saw - L'enigmista sbalordì un po' tutti per il grande successo di pubblico ottenuto, inserendosi nel novero degli horror a basso costo che riesce a diventare campione di incassi. Che poi Saw dall'horror mutuasse solo una certa estetica e talune concessioni sanguigne e fosse in realtà un thriller puro è un altro paio di maniche. Onesto film che aveva dalla sua una morbosità espositiva abbastanza inusuale in un cinema come quello americano contemporaneo, in cui l'unica contrapposizione alla sfiancante ed imperante patinatura mainstream è rappresentata dal minimalismo indigesto in cui sguazza molto cinema indipendente, conformisticamente anticonformista, Saw fece di necessità virtù - come fa da sempre il cinema di pochi soldi e buone idee - e assestò un bel colpo. In tempi di magra, qualcuno si è lasciato prendere la mano tessendogli lodi eccessive e fuori luogo, altri l'hanno stroncato così furiosamente da non riuscire a non far sentire la puzza del moralismo a narici ormai abituate alla falsa coscienza di certe argomentazioni. Ad ogni modo, il 2006 aprirà i battenti con il seguito dei sadici giochi del serial killer dalla voce baritonale e c'è da aspettarsi che mieterà le sue vittime.

Il primo interessante motivo di riflessione di Saw 2 - La soluzione dell'enigma riguarda l'aspetto produttivo. Troppo spesso i sequel di film di successo puntano tutto sull'esibizione di un budget moltiplicato e perdono di vista i reali motivi di successo finendo per fare un buco nell'acqua (viene in mente il peggioramento inopinabile di The Chronicles of Riddick). Mantenendo inalterato gran parte della squadra che mise in piedi il fortunato precedente (la regia è sì affidata a Darren Lynn Bousman, ma i due creatori James Wan e Leigh Whannell, passati alla produzione esecutiva, hanno messo del loro nel progetto e allo stesso tempo hanno ottenuto di potersi occupare del prossimo thriller-horror Silence, attualmente in post-produzione) e puntando ancora sull'idea centrale del primo film e sulla forza del twist in end conclusivo, Saw 2 invece segna il suo primo successo risparmiando in denaro e non ingannando le aspettative dello spettatore. Le differenze sostanziali infatti riguardano l'architettura del plot e lo sviluppo dell'intreccio evidenziando un evidente miglioramento della sceneggiatura.

Alle prese con i deliri moralistici del sadico enigmista sono questa volta un intero gruppo di persone intrappolate in una situazione stile Cube - Il cubo e alle prese con tremende insidie. A legarli strane coincidenze ed un numero tatuato sulla pelle. A contrapporsi impotente al sadismo dell'enigmista, il detective Eric Mason che assiste alla carneficina a tempo con le mani legate a causa della presenza del figlio nel cerchio della morte.

Saw 2 rimane quindi un giochino, niente di più. Ma è un giochino truculento e funzionale che non paga eccessivamente l'inevitabile pretestuosità di un sequel non previsto, migliorando con intelligenza le numerose pecche presenti nel precedente: la recitazione e la scrittura dei dialoghi in modo particolare. Un inizio molto forte e un ottimo finale fanno da cornice ad un prodotto consapevolmente rozzo e modernista nella messa in scena, ma che non risparmia colpi bassi e dissemina la pellicola di gustosi eccessi violenti, pensati e realizzati per impressionare nei modi più comuni (c'è qualcosa di male?). Non per tutti gli stomaci, ma una tacca sopra il precedente.