Recensione Runaways: superadolescenti con superproblemi

La recensione della prima stagione di Runaways, la serie Marvel su un gruppo di ragazzi che si alleano contro i genitori supercattivi: disponibile su TimVision.

Runaways: una foto di Virginia Gardner
Runaways: una foto di Virginia Gardner

Runaways è una serie tv creata da Josh Schwartz e Stephanie Savage e prodotta dalla Marvel Television, basata sull'omonimo fumetto scritto da Brian K. Vaughan. I protagonisti della prima stagione sono sei adolescenti: Alex Wilder, Nico Minoru, Karolina Dean, Gert Yorkes, Chase Stein e Molly Hernandez. Due anni dopo la morte della sorella di Nico, i sei amici scoprono di avere in comune qualcosa di terribile: i loro genitori sono tutti membri di un'organizzazione criminale nota come Pride. I ragazzi dovranno unire le loro forze per contrastare le attività malefiche del gruppo, dedito a misteriosi sacrifici al fine di aiutare il perfido Jonah...

Smells Like Teen Spirit: adolescenti ribelli

Risale al 2003 l'uscita del primo numero di Runaways, serie Marvel ideata dal noto sceneggiatore Brian K. Vaughan e inizialmente pensata come una miniserie, prima che le vendite spingessero la casa editrice a continuare (dopo l'addio di Vaughan, il secondo volume fu portato a termine da Joss Whedon). È invece dal 2008 che si parlava di un possibile film basato sul concetto di un gruppo di adolescenti che si ribella ai genitori supercattivi, un lungometraggio che avrebbe fatto parte del Marvel Cinematic Universe. Dopo vari tentativi, man mano che l'universo cinematografico si espandeva, si è deciso di portare la storyline degli adolescenti ribelli sul piccolo schermo, per l'esattezza su Hulu, servizio di streaming che proprio con Runaways ha tentato un approccio ibrido: la prima stagione è stata caricata a cadenza settimanale, dal 21 novembre 2017 al 9 gennaio 2018, la seconda invece debutterà in America il 21 dicembre con tutti gli episodi disponibili subito, secondo il modello Netflix.

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Gossip Girl: Blake Lively e Yin Chang nell'episodio Dirty Rotten Scandals
Gossip Girl: Blake Lively e Yin Chang nell'episodio Dirty Rotten Scandals

La scelta della serialità catodica è particolarmente azzeccata per questo titolo, che già in forma cartacea era impostato su una trama orizzontale che ben si presta al racconto lungo (i protagonisti sono letteralmente in fuga), soprattutto in mano a due showrunner come Josh Schwartz e Stephanie Savage, veterani del genere teen in quanto creatori di Gossip Girl (Schwartz ha inoltre ideato da solo The O.C. e scritto una versione scartata del copione di X-Men: l'inizio). Il loro tocco verosimile, fresco e irriverente dà alla serie un'identità propria che al contempo è compatibile con la struttura più vasta del MCU, di cui fa parte senza fare ricorso a crossover espliciti, come da tradizione per quanto riguarda la strategia creativa della Marvel Television (in realtà ci sarebbe un collegamento più solido, poiché la madre di Nico è apparsa in Doctor Strange, ma interpretata da un'altra attrice e senza essere chiamata per nome).

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Parenti serpenti... e un dinosauro

Runaways: un'immagine promozionale della serie
Runaways: un'immagine promozionale della serie

Il serial si mantiene in perfetto equilibrio tra rappresentazione realistica delle difficoltà adolescenziali e avventura intrisa di soprannaturale, con uno squisito tocco "artigianale" per alcuni effetti speciali (Old Lace, il dinosauro che ha un legame telepatico con Gert, è un pupazzo manovrato da sei persone). È un racconto che, come le serie Marvel prodotte da Netflix, si ritaglia un proprio angolo, più piccolo rispetto agli eventi su scala globale o addirittura cosmica che caratterizzano i lungometraggi cinematografici (piccola precisazione cronologica: pur arrivando in Italia alla fine del 2018, la prima stagione dello show è ambientata prima degli eventi di Avengers: Infinity War). Lo spirito della Casa delle Idee è però ben presente, con tanto di cameo, ora intriso di malinconia, di Stan Lee. E proprio come la Marvel cartacea, da sempre attenta alla diversificazione, questo nuovo progetto contribuisce al rendere più variegato l'universo multimediale nato nel 2008, approfondendo l'elemento giovanile già visto al cinema in Spider-Man: Homecoming.

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Julian McMahon in una scena del mystery Premonition
Julian McMahon in una scena del mystery Premonition

Ma non si vive solo di eroi, e data l'importanza fondamentale degli antagonisti nella struttura drammaturgica del fumetto originale e del suo adattamento catodico non sorprende affatto che il cast adulto sia di tutto rispetto e accompagnato da materiale degno delle doti recitative di interpreti come Annie Wersching, Kevin Weisman e James Marsters. E poi c'è il villain principale, Julian McMahon, già interprete di Victor Von Doom nella versione cinematografica dei Fantastici Quattro uscita nel 2005 e qui in splendida forma, visibilmente felice di tornare al formato televisivo che gli consente di dare maggiore spessore al Big Bad di turno. Il tutto spalmato in modo efficace lungo dieci episodi (la prossima stagione ne avrà tredici), un racconto che conferma per l'ennesima volta le mille potenzialità della Marvel fuori dal territorio cinematografico. "Noi abbiamo Hulk!", disse Tony Stark in The Avengers. "Noi abbiamo un dinosauro!", possono rispondere Alex, Nico, Karolina, Gert, Chase e Molly.

Movieplayer.it

4.0/5