Rowan Atkinson presenta a Roma 'Mr. Bean's Holiday'

A dieci anni da 'L'ultima catastrofe' torna a far danni Mr. Bean, nelle sale italiane dal 6 Aprile.

Rowan Atkinson incontra la stampa per raccontare la storia di questo nuovo successo, Mr. Bean's Holiday, che in Inghilterra ha letteralmente sbancato, soffiando il primo posto al fenomeno di 300.
Questa volta il "signor Fagiolo" si reca nel sud della Francia, per trascorrere una settimana di vacanza. Come suo solito, sarà un disastro dopo l'altro.

Cosa spinge Rowan Atkinson, dopo dieci anni, a riprendere la divisa di Mr Bean?

Rowan Atkinson: In realtà, inizialmente, si era pensato di fare un sequel di Johnny English, presentato a Roma quattro anni fa. Ma poi ci siamo detti che era davvero tanto tempo che non si portava Mr. Bean sul grande schermo. Solitamente però, i seguiti vengono realizzati massimo a due anni dall'uscita del film originale; qui ne sono passati ben dieci. Ecco perché la pellicola si chiama Mr. Bean's Holiday e non Mr. Bean 2. E' trascorso tanto tempo tra l'uno e l'altro film, probabilmente la gente si sarebbe chiesta che cosa fosse Mr. Bean, non ricordandolo più. La memoria a volte fa brutti scherzi.

Questo film è una bella commedia, con una sceneggiatura ben costruita. L'ha scritta insieme allo sceneggiatore? E Mr. Bean come è inserito al suo interno?

Come persona seguo ogni singola fase del processo creativo del film. Non ho mai affermato di essere uno scrittore a tutto tondo, però quello che faccio è cercare di guidare un po' chi scrive la sceneggiatura. Soprattutto perché posso affermare di essere il vero esperto di Mr. Bean. In questo caso specifico poi, sia gli sceneggiatori che il regista, non avevano mai avuto una frequentazione diretta con il personaggio di Mr. Bean, perciò ho cercato di dare il mio contributo dicendo quali potevano essere le scene più comiche, più adatte al suo carattere.

Nel film la sua gestualità, i suoi movimenti e la sua mimica, ricordano un po' Jacques Tati. Si è ispirato a lui in qualche modo? E con quali aggettivi definirebbe Mr. Bean?

Non posso non riconoscere che Jacques Tati è sempre stata una presenza molto forte nel mio subconscio. Anzi vi racconto che, quando ero adolescente, ed ero responsabile della biblioteca cinematografica della mia scuola, ho passato un week end intero a godermi Le vacanze di Monsieur Hulot. È come se, questo film, avesse aperto in me la porta di un giardino segreto. Non vorrei comunque che Mr. Bean fosse scambiato per una copia di Mr. Hulot, non è affatto così. Soprattutto perché, rispondendo anche alla domanda degli aggettivi, Mr. Bean ha un carattere ed un atteggiamento completamente diverso: è molto egoista, aggressivo, vendicativo, e soprattutto è molto bambinesco.

Ultimamente, complice anche l'uscita di Borat, si parla molto di comicità politicamente scorretta. Che opinione ha lei riguardo il concetto di "politicamente scorretto", anche in relazione alla comicità del suo personaggio?

Domanda spinosa! (ride). Innanzitutto Borat mi è piaciuto molto! Come attore, come persona, amo molto la comicità degli attori che riescono ad entrare completamente nella pelle del personaggio. Mr. Bean è in fondo un bambino, non ha alcun interesse politico, nessun interesse sociale. Si esprime poco verbalmente, infatti raccontiamo una storia prevalentemente attraverso le immagini. Non si può dare a Mr. Bean una caratterizzazione politica, corretta o scorretta che sia, perché lui non è interessato neanche alla nazione, tanto meno ai personaggi che incontra. Lo definirei quindi più che politicamente, socialmente scorretto, poiché non agisce mai come un adulto.

Si è mai sentito prigioniero del ruolo di Mr. Bean?

No! Mi sento perfettamente a mio agio con questo personaggio. Metto e tolgo la sua pelle senza problemi. Non sovrasta affatto la mia personalità. Comunque in Gran Bretagna ho avuto la possibilità di rivestire ruoli diversi, alcuni dei quali sono stati di grande successo tanto quanto Mr. Bean.

Ha dichiarato che questa sarà la sua ultima interpretazione di Mr. Bean. È davvero cosi?

Diciamo che non bisogna mai dire mai! È comunque improbabile che io torni a rivestire i panni di Mr. Bean. È un personaggio che richiede una certa fisicità, ha una comicità molto gestuale. Con il passare degli anni questo carisma, questa forte fisicità potrebbe non essere la stessa. Quindi diciamo solo che è improbabile, ma non impossibile.