Roma 2010, giorno 8: Le cose che restano del Festival

Oltre alla presentazione della miniserie televisiva, tra gli eventi della giornata spicca la proiezione fuori concorso di The Borrower Arrietty, nuovo film scritto e ideato da Miyazaki.

Sono sostanzialmente due gli eventi che catalizzano l'attenzione in questa penultima giornata di un Festival che tra polemiche e imprevisti, ma anche tanto buon cinema, sta volgendo alla conclusione: la proiezione fuori concorso, come titolo di punta della selezione dello Studio Ghibli, di The Borrower Arrietty, nuovo lungometraggio ideato e scritto da Hayao Miyazaki; e la presentazione nell'ambito degli eventi speciali di Le cose che restano, fluviale prodotto televisivo (circa sei ore di durata) scritto dagli sceneggiatori che portarono sul grande e piccolo schermo La meglio gioventù. Il film Ghibli, diretto dall'esordiente Hiromasa Yonebayashi e tratto da un romanzo di Mary Norton, si inserisce nel solco delle migliori opere dello studio nipponico, con un'attenzione sempre presente ai temi dell'ecologia e del rispetto delle diversità, pur non raggiungendo forse il lirismo delle migliori opere di Miyazaki; mentre Le cose che restano, narrando di una famiglia borghese sconvolta da un lutto, è invece un'esplorazione dei temi della modernità e della famiglia, con un cast di sicuro richiamo (ricordiamo tra gli altri Claudio Santamaria, Paola Cortellesi ed Ennio Fantastichini).

La giornata offre poi, nell'ambito della selezione di Alice nella città, il belga Adem, problematica storia di un adolescente malato di fibrosi cistica: il film diretto da Hans Van Nuffel racconta una storia difficile mantenendo misura ed equilibrio, evitando toni enfatici e facilmente ricattatori e puntando sul realismo della messa in scena. E' da segnalare poi, sempre nell'ambito della rassegna dedicata ai più giovani, l'italiano L'estate di Martino di Massimo Natale, singolare esempio di storia d'amore fiabesca raccontata sullo sfondo di un anno (il 1980) funestato dai tragici eventi di Ustica e della strage di Bologna. (Leggi la recensione del film e l'intervista al regista) Passando agli eventi speciali, va segnalato poi il documentario Crisi di classe di Giovanni Pedone, polemica ricostruzione della crisi economica del 2008 e soprattutto dei suoi devastanti effetti sulla società statunitense; mentre nell'ambito del focus sul Giappone viene presentato Toilet, di Naoko Ogigami, dramma dedicato alla storia di un uomo che vede la sua determinazione a vivere senza responsabilità e legami sconvolta dalla morte di sua madre. E' da ricordare inoltre, nel pomeriggio, la proiezione gratuita di Carlos, biopic di Olivier Assayas dedicato al noto terrorista sudamericano, che non era stato proiettato nella giornata di martedì a causa di un problema tecnico.
La selezione serale offre, fuori concorso, il francese L'Homme qui voulait vivre sa vie di Eric Lartigau, interessante storia di una crisi matrimoniale e di un tradimento, che vira nel thriller dopo un involontario omicidio; il film intriga e mette a disagio con uno stile a tratti più americano che europeo, nonostante qualche squilibrio nella narrazione e un'eterogeneità di toni che può spiazzare. Va segnalato poi, nell'ambito delle lezioni di cinema, l'incontro con Alexandre Rockwell, che precede la proiezione (nella sezione Extra) del suo nuovo lungometraggio Pete Smalls is Dead: una surreale commedia incentrata sul mondo del cinema ad alto budget, che vede Tim Roth nei panni di un regista da poco deceduto, in una serie di slittamenti temporali tra passato e presente, tra il lavoro del protagonista e il suo funerale a cui presenziano gli amici e i colleghi.