Riccardo Scamarcio chiude Berlino con la fiaba di Costa-Gavras

Riccardo Scamarcio ospite alla Berlinale per presentare Verso l'Eden, evento speciale che chiude il festival diretto dal maestro Costa-Gavras.

Il dramma dell'immigrazione, un avventuroso road movie, un pizzico di magia e un protagonista come Riccardo Scamarcio concludono la 59° edizione del Festival di Berlino. La tanto sospirata bandiera dell'italianità, che è quasi completamente mancata nella kermesse, viene tenuta alta dall'attore pugliese che è protagonista assoluto di Verso l'Eden, ultima pellicola diretta dal maestro Costa-Gavras. Insieme a Scamarcio e all'anziano regista è presente all'incontro con la stampa l'attrice tedesca Juliane Köhler.

Costa-Gavras, come mai ha deciso di girare Verso l'Eden?

Costa-Gavras: Verso l'Eden è un film molto personale che racconta l'avventura degli immigrati costretti ad abbandonare la propria casa e la propria famiglia per cercare un futuro migliore nei paesi benestanti. Questa pellicola rappresenta il dramma della nostra epoca e narra la storia di un giovane uomo, interpretato da Riccardo Scamarcio, che è la storia di tutti noi visto che fotografa il nostro modo di affrontare le problematiche dell'immigrazione. Nonostante i pregiudizi imperanti nella nostra società, sempre più persone vorranno venire in Italia o in Francia perché le sacche di povertà si stanno facendo più ampie. Quindi il tema che ho affrontato è attualissimo.

La situazione in Europa è così estrema come si vede nel film? La polizia dà la caccia agli immigrati in ogni angolo di strada?

Costa-Gavras: Ovviamente il film si prende delle libertà a scopi narrativi, ma le ultime decisioni prese dalla Comunità Europea vanno proprio in questa direzione.

Riccardo Scamarcio, come si è preparato al ruolo?

Riccardo Scamarcio: Il fatto di poter lavorare con un regista come Costa-Gavras per me è un sogno che si realizza. Mi trovavo a Parigi quando per caso mi ha squillato il telefono e Costa-Gavras, che parla italiano, mi ha chiesto di incontrarci perché voleva farmi leggere un copione. Questa è una di quelle cose che accade con il cinema, puoi fare degli incontri meravigliosi come è successo a me. Per me è stato molto importante misurarmi con un ruolo in cui il mio personaggio parla pochissimo perché ho dovuto lavorare su altri codici di espressione per veicolare le emozioni. In più mi sono dovuto confrontare con un ragazzo estremamente ingenuo e inconsapevole di come funziona il mondo occidentale, così ho potuto liberarmi di tutti i pregiudizi insiti nella nostra società e riscoprire il mondo come attraverso gli occhi di un bambino.

Juliane Köhler, cosa ha significato per lei partecipare a questo film?

Juliane Köhler: Verso l'Eden è un film politico, molto importante. In più l'atmosfera che Costa ha creato nel film è stata veramente bellissima. E' stato molto importante per me far parte del cast.

Come mai ha scelto di ambientare la prima parte del film in un villaggio turistico?

Costa-Gavras: Il film è una favola metaforica, una parabola che vuole però denunciare un dramma reale, la volontà di cacciare gli estranei che turbano la quiete del mondo occidentale. In questo senso il villaggio turistico della prima parte del film è un microcosmo che riproduce in piccolo la società occidentale.

Nel film vi sono anche riferimento legati allo sfruttamento sessuale degli immigrati. Come ha affrontato questo argomento delicato?

Costa-Gavras: Gli immigrati sono estremamente fragili e in alcuni casi sono costretti ad accettare di tutto per sopravvivere. Anche incontri sessuali a pagamento e molestie. Il tutto perché sono estremamente deboli. Io ho solo descritto ciò che realmente accade senza però approfondire la questione.

Come mai non viene mai specificato da quale paese proviene il protagonista?

Costa-Gavras: Non volevo dare una nazionalità precisa al personaggio perché non volevo che il focus del film fosse la sua storia personale. Quello che mi interessava era mostrare un dramma che è universale. Per questa ragione anche nella scena in cui Scamarcio parla con un connazionale non si capisce quale lingua viene usata.

Riccardo Scamarcio, cosa pensa di poter fare nel suo piccolo per contribuire a risolvere il problema dell'immigrazione?

Riccardo Scamarcio: Io vengo dalla Puglia. Nel 1992 c'è stato uno sbarco pazzesco di clandestini e io che ero adolescente mi ricordo molto bene l'enorme nave ancorata al porto di Bari. Personalmente conosco bene il problema. Credo che la questione legata all'immigrazione vada gestita e disciplinata, ma i media devono cominciare a enfatizzare di meno gli aspetti negativi aiutando l'integrazione che comunque avviene in modo naturale. So di molti immigrati che sono impiegati in lavori pesanti che noi italiani non facciamo più. Dovremmo smettere di considerare l'immigrazione come un problema e cominciare a occuparci di favorire l'integrazione in tutti i modi possibili.

Scamarcio, il suo personaggio compie un percorso di formazione. Quale è la lezione che apprende? Come cambia alla fine del viaggio?

Riccardo Scamarcio: Il protagonista impara a sopravvivere e a conoscere questo mondo. Si scontra con sistemi e meccanismi che impara a conoscere pian piano, ma soprattutto capisce che anche le altre persone sono sole. Lui che idealizza l'Ovest scopre che gli occidentali hanno in comune la solitudine e che forse questo occidente non è come se lo immaginava, non è il paradiso sulla terra, ma vi sono enormi problemi. Quando arriva a Parigi pensa che questa città sia il luogo della magia dove tutto è possibile. Scoprirà che non è proprio così, ma per costruire il proprio destino dovrà impegnarsi duramente.

Quale è il significato della scena in cui la coppia che carica Scamarcio sull'auto per portarlo in Francia decide improvvisamente di farlo scendere in mezzo alla neve?

Costa-Gavras: Quello che è peggio non è la violenza nei confronti degli immigrati, ma l'indifferenza. La coppia del film non si interessa di Scamarcio, ma fa quello che fa in modo casuale, tutta presa dalla propria lite. Io probabilmente mi comporterei come la signora che aiuta Scamarcio dandogli la giacca, ma non lo invita a entrare in casa sua. Non si fida completamente di lui come è normale che sia. Quello che mi interessava era affrontare sì la situazione degli immigrati, ma mostrare che esistono anche persone gentili che si adoperano per aiutare gli altri.

Perché ha scelto Riccardo Scamarcio come protagonista del film? Forse perché è un attore giovane, ma allo stesso tempo virile e di bell'aspetto?

Costa-Gavras: E' vero. Ho scelto Riccardo anche perché è bello. Se avessi preso un attore piccolo e brutto mi avrebbero accusato di creare un immagine stereotipa degli immigrati. Quando ho visto Romanzo Criminale e Mio fratello è figlio unico mi sono reso, però, conto che Riccardo è un ottimo attore perciò ho scelto lui per interpretare un personaggio difficile, che parla pochissimo, che esprime le emozioni soprattutto con lo sguardo e con le espressioni del volto.

L'abbigliamento del film è usato come una sorta di metafora stessa. Seguendo la storia dei capi di abbigliamento si ricostruisce ciò che accade nel film. Questa cosa è voluta?

Costa-Gavras: Si, questa era effettivamente la mia intenzione. Gli abiti rappresentano visivamente lo status sociale di una persona. Quando il protagonista arriva in Italia è costretto a rubare dei vestiti per coprirsi e nascondersi alla polizia e in seguito sarà lui stesso a essere derubato della giacca per ironia della sorte. L'abbigliamento ha una funzione essenziale.

Costa-Gavras, come mai il suo protagonista è un personaggio così naive?

Costa-Gavras: Elias è come un bambino che scopre il mondo per la prima volta. Lui non comprende le regole della nostra società. Se gli viene offerto del cibo con scopi promozionali lui accetta volentieri e anzi, pensa di doverlo pagare.

Riccardo Scamarcio: Ammetto di essere stato io a spingere sul pedale dell'ingenuità per far vedere come siamo diventati e come in realtà dovremmo essere. Il candore del personaggio serve a far emergere i nostri pregiudizi più radicati.

Quando avete scritto la sceneggiatura avete tenuto presente alcuni mitici greci?

Costa-Gavras: Sicuramente si. Tra l'altro i greci sono stati un grandissimo popolo di emigranti. L'idea del viaggio mitico è estremamente importante. Ovviamente non si può parlare dell'Odissea dove il protagonista Ulisse vuole tornare a casa. In questo caso il percorso è esattamente opposto, il protagonista fugge dal proprio paese in cerca di fortuna. I riferimenti ai miti greci ci sono ma l'anello di congiunzione tra questi e la contemporaneità è il Candido di Voltaire.

Ci può spiegare la magia presente nel finale del film?

Costa-Gavras: Non amo gli effetti speciali, ma in questo caso mi occorreva un pizzico di magia. Il protagonista guarda in macchina mentre tiene la bacchetta in mano, è una cosa che non va mai fatta però in questo caso volevo coinvolgere il pubblico per sottolineare come tutto si ferma in modo che Elias possa muoversi in direzione della sua speranza.