Recensione Wilde Salome (2011)

Tutto è recitazione e anche quelli che sembrano attimi di vita vera, istantanee rubate dalla macchina da presa, alla luce del puntiglio del Pacino regista risultano anch'esse sequenze coreografate in cui il Pacino attore interpreta il Pacino personaggio.

L'importanza di chiamarsi Al Pacino

Al Pacino e il teatro. Al Pacino e il cinema. Al Pacino e il deserto. Al Pacino e la vita. Dopo aver sviscerato i segreti della potenza visionaria shakespeariana nel documentario Riccardo III - un uomo, un re, l'artista più istrionico e carismatico di Hollywood si misura con lo scrittore più raffinato e disinibito dell'Inghilterra vittoriana: Oscar Wilde. Pacino decide, infatti, di mettere in scena l'opera più scandalosa dell'artista irlandese, la Salomè. Ma le ambizioni del mitico 'Michael Corleone' sono larger than life e l'artista non si accontenta di dirigere un semplice spettacolo teatrale, bensì concepisce un complicato progetto che comprende una serie di repliche della lettura di Salomè in un teatro di Los Angeles, un "film teatrale" da girare in soli cinque giorni per contenere le spese e un documentario a corredo del tutto. Wilde Salome si apre, infatti, con una dichiarazione d'intenti in cui lo stesso autore spiega l'intenzione di creare una perfetta fusione tra teatro e cinema. In poco tempo Al Pacino decide di mettere in piedi una lettura teatrale della Salomè di Wilde circondandosi di un cast in cui spicca la bella e brava Jessica Chastain, sfolgorante protagonista della tragedia.

Quella dell'arte che si mescola alla vita è una vecchia regola confermata puntualmente anche stavolta. In Wilde Salome troviamo Pacino regista puntiglioso ed esigente, attore viscerale, genitore attento, gioviale e allegro, appassionato d'arte e di letteratura. Le immagini della splendida ripresa in pellicola dello spettacolo teatrale rubano la scena ai vari dietro le quinte per ricchezza visiva e intensità. Magnetica la perfomance della rossa Chastain, Salomè lasciva e crudele, innocente e feroce al tempo stesso. Ma ad appassionare e divertire il pubblico sono anche gli inserti in cui troviamo Pacino in giro per il mondo, impegnato nei suoi viaggi-studio alla scoperta di Oscar Wilde, o il backstage dello spettacolo teatrale in cui scopriamo non senza stupore che anche uno dei mostri sacri della recitazione continua a innervosirsi ed emozionarsi prima di andare in scena. Tutto è recitazione e anche quelli che sembrano attimi di vita vera, istantanee rubate dalla macchina da presa, alla luce del puntiglio del Pacino regista risultano anch'esse sequenze coreografate in cui il Pacino attore interpreta il Pacino personaggio. Quale sia la realtà non ci interessa. Noi ci crogioliamo nella visione di un genio del mestiere attoriale rilassato e sorridente che spara battute a raffica, si agita e si preoccupa, il tutto senza mai perdere il suo fascino inossidabile.
Come qualsiasi altro artista che opera a Hollywood, anche l'immenso Al Pacino è costretto a scontrarsi con i produttori e con i problemi legati al budget, a lottare per strappare un giorno di riprese in più, a discutere con i collaboratori sull'opportunità di girare un film impegnativo in concomitanza con la prima di uno spettacolo teatrale. Sbirciare nel suo tran tran quotidiano, per il pubblico, è un vero piacere. L'interprete di tanti film di culto rimane l'elemento catalizzatore della pellicola che però, al suo interno, ospita anche una serie di spazi didattici dedicati alla storia di Salomè, alla reale location del palazzo di Erode e alla biografia del geniale Oscar Wilde. Questa parte raccoglie gli interventi di personaggi autorevoli come Bono Vox, Tom Stoppard, Gore Vidal e Tony Kushner che affrontano le questioni legate alla vita del controverso scrittore in frammenti di interessanti interviste. Il talento di Pacino riesce ad amalgamare i vari materiali che vanno a costituire il ricco documentario grazie a un montaggio vivace e appassionante, condito da una notevole dose d'ironia. Ogni volta che il geniale attore si accosta all'universo teatrale il risultato è sempre superlativo. Pacino sembra aver appreso alla perfezione la lezione di Wilde per cui "il critico deve educare il pubblico. L'artista deve educare il critico".

Movieplayer.it

4.0/5