Recensione We Are What We Are (2013)

Uno spiazzante horror d'atmosfera dal finale inaspettato e brutale: il film di Jim Mickle è tutto da scoprire grazie all'uscita direct to video. Il blu-ray offre un ottimo audio ma sconta il formato video sbagliato. Sufficienti gli extra.

Remake di un film messicano del 2010, We Are What We Are è stato presentato a Cannes 2013 ed è un prodotto da scoprire assolutamente per gli amanti di horror d'atmosfera. Ancora inedito in Italia, ora il film firmato da Jim Mickle è arrivato direttamente in homevideo grazie a Koch Media. Al centro della storia i Parker, all'apparenza una famiglia come tante, unita e felice, ma con pochi contatti con il resto del mondo. Il patriarca Frank (Bill Sage) gestisce un'attività di camping e ha l'hobby di assemblare orologi in un vecchio capannone, ma dietro le porte della loro casa comanda la sua famiglia in modo rigido e intransigente, determinato a conservare tradizioni ancenstrali.

La madre è molto religiosa e si occupa dell'educazione dei tre figli, il piccolo Rory e le ragazze adolescenti Rose (Julia Garner) e Iris (Ambyr Childers). Ma a far da denotatore della situazione, una terribile tragedia che causata da un grande temporale colpisce la madre: le due ragazzine sono costrette ad assumersi responsabilità molto particolari, che vanno oltre la loro giovane età. Infatti, la grande differenza e l'indicibile segreto della famiglia Parker, è che si nutre di carne umana, una sorta di rito religioso che si tramanda da un paio di secoli. E la carne umana va periodicamente procurata. Tra una vicina sospettosa (interpretata da Kelly McGillis) e un medico locale, in paese si comincia a indagare su alcune inquietanti scomparse di persone. E i ragazzini non sono più così sicuri di continuare quelle atroci tradizioni.

Uno spiazzante horror d'atmosfera

We Are What We Are: Wyatt Russell con Ambyr Childers in una scena del film
We Are What We Are: Wyatt Russell con Ambyr Childers in una scena del film

A sentir parlare di una famiglia dedita a cannibalismo, uno spettatore si aspetta al massimo due tipi di film: o un horror splatter, fatto di urli, spaventi e scene forti strabordanti di sangue, oppure una black-comedy grottesca e ricca di ironia. Proprio per questo, il We Are What We Are di Jim Mickle, è decisamente spiazzante. E in senso del tutto positivo. Al contrario delle più logiche aspettative, il film è invece un dramma in tutto e per tutto, molto trattenuto nella prima parte, dove l'orrore è tipicamente da atmosfera ed è solo suggerito, con le particolari caratteristiche della famiglia Parker che restano a lungo quasi nascoste. Nessun compiacimento, nessun bagno di sangue, nessuna concessioni a immagini raccapriccianti, ma tensione sempre palpabile e costante. E quella che emerge è quasi un dolce ma doloroso accompagnamento alla tragedia della famiglia Parker, nella quale affiora prepotente la sofferenza di una condizione davvero singolare, che è soprattutto una condanna e non certo un piacere. Una sensazione amplificata dalle assurde motivazioni pseudoreligiose dei loro comportamenti. Paradossalmente il tutto assume poi un aspetto incredibilmente poetico, grazie alla bella fotografia e all'azzeccata colonna sonora che fa da naturale accompagnamento alla vicenda, anche se qualche passaggio dello script è un po' tirato per i capelli.

We Are What We Are: la famiglia Parker a tavola
We Are What We Are: la famiglia Parker a tavola

Un finale feroce e animalesco

We Are What We Are: il piccolo Jack Gore in una scena
We Are What We Are: il piccolo Jack Gore in una scena

Ma se nel padre la condizione di cannibalismo è diventata ormai rassegnata assuefazione, quasi una consuetudine, nelle giovani ragazzine emerge progressivamente una sotterranea forma di ribellione, una voglia di fuga dall'orrore che alla fine esploderà in maniera fragorosa. Già, perché se il film fino a quel momento aveva spiazzato, nel finale riesce a sorprendere ancora di più. L'horror d'atmosfera viene infatti improvvisamente spazzato via da un finale feroce, brutale e animalesco, dove le scene forti arrivano a quel punto in maniera davvero inattesa. Meglio non rivelare di più, se non dire che Jim Mickle spiazza davvero fino in fondo, perfino nell'ultima immagine. Perché il finale è solo illusoriamente liberatorio: quando la liberazione si ottiene con le armi che si vorrebbero bandire, il sapore è quello di una condanna eterna a una condizione irreversibile.

Il blu-ray: video problematico e con aspect-ratio errato

We Are What We Are: Julia Garner e Ambyr Childers in una scena del film
We Are What We Are: Julia Garner e Ambyr Childers in una scena del film

We Are What We Are è approdato in homevideo anche in alta definizione, con un blu-ray targato Koch Media. Purtroppo sul fronte video non tutto fila liscio: troviamo infatti un aspect ratio sbagliato, visto che il film in origine ha un formato 2.35:1 mentre il blu-ray visualizza un'immagine a tutto schermo 1.78:1. Probabilmente è stato effettuato uno zoom che si ripercuote ovviamente anche sulla definizione di un film che su questo fronte ha già parecchie problematiche di suo. La fotografia molto particolare, livida e desaturata, che implica un croma tenue e quasi sbiadito e dona alle figure un aspetto quasi spettrale, è rispettata ma naturalmente non è il massimo per l'alta definizione. Ben altro risalto hanno invece le scene in esterni più illuminati, che mostrano un ottimo dettaglio, una buona compattezza e anche un notevole senso di profondità. Nelle numerose scene scure invece il quadro si fa pastoso, e in tutte le scene in cantina c'è l'invasione di una spessa grana digitale abbastanza fastidiosa. Comunque ripetiamo, gran parte delle caratteristiche del video sono dovute al girato originale e sotto questo aspetto il riversamento sarebbe discreto, ma imperdonabile è l'errore nell'aspect ratio.

Audio lossless di ottimo livello, extra sufficienti

Discorso diverso per l'audio, che invece è molto convincente. Anche la traccia italiana può vantare un DTS HD molto coinvolgente, che presenta un costante utilizzo di tutti i diffusori con un notevole apporto dell'asse posteriore, pronto a sottolineare ogni cenno di ambienza tra pioggia e rumori furtivi. Ma a colpire sono anche le atmosfere regalate dall'audio nei momenti di maggior tensione, grazie a un sub davvero energico, abile a trasmettere una strisciante inquietudine. Forse i dialoghi sono un pelo troppo forti rispetto agli effetti e si staccano leggermente dalla scena, ma la traccia resta di ottima qualità. Il DTS HD inglese resta superiore soprattutto per la naturalezza dei dialoghi, oltre che per una dinamica lievemente più accentuata. Risicatissima la sufficienza per i contenuti speciali, che oltre al trailer propongono solo tre brevi featurette con immagini del film e interventi di regista e cast, incentrate su tre importanti aspetti del film, ovvero la tradizione (4 minuti e mezzo), la fuga (3' e mezzo) e l'amore (3' e mezzo).

Conclusioni

Come talvolta capita, è solo grazie all'homevideo che si possono scoprire certi film di buona qualità. E questo We Are What We Are, pur non perfetto e con qualche breve passaggio a vuoto, è sicuramente un prodotto da vedere, soprattutto per gli amanti dell'horror d'atmosfera, che però non si lasciano inorridire da alcune scene forti e sono disposti a rimanere piacevolmente spiazzati. Il blu-ray purtroppo sconta un video con vari difetti, ma vanta un audio coinvolgente e un sufficiente pacchetto di extra.

Movieplayer.it

3.5/5