Recensione The Necessary Death of Charlie Countryman (2013)

Quello di Charlie Countryman, appena rimasto orfano della madre, è un viaggio a Bucarest destinato a trasformarsi in un'odissea, il cui epilogo, felice o infelice che sia, è quell'amore totale per cui si può anche morire.

Lasciate che l'amore vi salvi

L'amore è dolore. Già di per sé, si potrebbe essere d'accordo, ma specialmente se fossimo, come Charlie, pestati a sangue, appesi per i piedi sopra un canale dal corso impetuoso, e con la persona amata che ci punta addosso una pistola, con intenti letali. L'amore è anche morte, quindi. E però, nonostante questo, a volte l'amore, quello più inaspettato, quello trovato quando era l'ultima cosa che si stava cercando, è la sola cosa in grado di salvarci, dal dolore, certo, e persino dalla morte.

La storia di Charlie comincia a Chicago, al capezzale della madre morente: disperato per la perdita di colei che definisce "la sua unica casa", Charlie viene visitato dallo spirito della donna, che gli impartisce un ultimo consiglio, ovvero quello di andare a Bucarest. Charlie si imbarca e, sull'aereo, fa la conoscenza di un simpatico passeggero, salvo, poco dopo, vederselo morire sulla spalla, non prima di avergli fatto giurare di compiere un'altra missione: recapitare un regalo alla figlia, costi quel che costi. Il ragazzo si butta con determinazione nell'impresa, nonostante le forze ostili incontrate sul proprio cammino, sotto forma di agenti aeroportuali minacciosi e scariche di taser, ma ne vale la pena, perché non appena vede Gabriella se ne innamora perdutamente, senza incertezze e probabilmente anche senza speranze. Gabriella non è una ragazza qualunque: è sposata con un malavitoso locale che, lungi dal recedere dai suoi diritti sulla consorte, si palesa a Charlie dietro a ogni angolo, minacciandolo di orribili conseguenze in caso lui persistesse nel corteggiamento. D'altro canto non è chiaro quanto queste apparizioni siano reali, dato che Charlie, installatosi in un ostello popolato dalla più varia umanità, vaga per Bucarest sotto l'effetto di alcol e droga, mettendo sempre più a repentaglio il proprio futuro a ogni occasione disponibile.

Quello orchestrato da Fredrik Bond è un viaggio onirico, a tratti surreale, nel regno dell'imprevedibile, della coincidenza, dell'assurdo. Charlie parte per quello che doveva essere un modo per svagarsi, per seguire l'ultimo suggerimento di una persona amata, e finisce per trovare altro dolore, altra morte, ma anche quell'amore che rende sopportabile, anzi quasi desiderabile, tutto il resto, l'amore per cui ci si sente vivi per la prima volta e per il quale si è disposti a sacrificare anche quella nuova, e più completa, vita. Bond sfiora il parossismo nel descrivere le diverse, estreme situazioni affrontate da Charlie nel suo breve soggiorno europeo, facendo della sua lotta per il cuore di Gabi quasi un'impresa epica, in cui il premio può essere raggiunto solo in caso si riesca a dimostrare il proprio valore. E la regia, seppur fin troppo caotica in alcune sequenze, è in grado di tradurre con la dovuta intensità i momenti più emotivamente importanti, grazie a un'equilibrata alternanza di intimismo ed esplosioni di adrenalina, trasmettendoci tutta la potenza della volontà che guida Charlie. Shia LaBeouf dimostra ancora una volta la sua versatilità di attore, dando vita a un personaggio che, pur lanciandosi in imprese al limite dell'incredibile, conquista per la propria sincerità, per quella mancanza di resistenza al sentimento che prima o poi, forse, tutti dovremmo sperimentare.

Pur soffrendo di una certa macchinosità nella sceneggiatura, specialmente per quanto riguarda la sottotrama criminale che coinvolge l'affascinante marito di Gabi, cui Mads Mikkelsen conferisce uno charme da vero villain, il film di Bond trascina e coinvolge, e si lascia perdonare anche un finale che ha dell'incredibile. Ma del resto, la storia di Charlie è quasi una favola, occasionalmente vista dalla parte del principe (e, per di più, un principe molto improvvisato) e in tutte le favole un po' di magia c'è.

Movieplayer.it

3.0/5