Recensione Questi sono i 40 (2012)

Non è certo il classico rassicurante date movie, né un film in cui il pubblico più giovane potrà avvicinarsi con facilità: ma è una commedia insolita e intelligente, oltre che ricca di battute esilaranti e di situazioni in cui tante coppie "navigate" potranno rispecchiarsi con autoironia.

The Lucky Ones

Li avevamo incontrati in Molto incinta: Debbie (Leslie Mann) è la sorella di Alison, e il suo stanco matrimonio con il discografico appassionato di fantasy football Pete (Paul Rudd) rappresentava una sorta di spauracchio per il futuro per la giovane coppia accidentalmente in attesa interpretata da Katherine Heigl e Seth Rogen. Già nel film del 2007, era evidente quanto il regista Judd Apatow rivedesse sé stesso e il suo matrimonio in quel ménage tra una donna afflitta da disturbo ossessivo-compulsivo e un uomo pigro e immaturo, nonostante il suo sodalizio con la Mann fosse praticamente un miracolo in termini hollywoodiani; in Questi sono i 40, Apatow torna a fare di Paul Rudd il suo alter ego, mettendolo accanto alla moglie e alle figlie Maude Apatow e Iris Apatow in una spietata e divertente esplorazione della vita di una famiglia privilegiata.


Nonostante qualche tensione, qualche innocente bugia, il terrore del declino fisico, una libido altalenante e il crescente disinteresse per ciò che entusiasma l'altro, almeno apparentemente le cose per la coppia non sembrano andare così male, ma è nella settimana in cui entrambi spengono le fatidiche quaranta candeline che la situazione precipita: questo perché Debbie, perfezionista con daddy issues, decide di inaugurare un nuovo corso per tutta la famiglia. Cibo sano, attività all'aria aperta, e niente wi-fi, iPhone, iPad, Spotify e compagnia multimediale. Praticamente un inferno per la figlia adolescente Sadie, ma anche per il marito, che si ritaglia un po' di tempo per i videogiochi millantando un intestino iperattivo. La distanza cresce, i silenzi si allungano, Pete non ha il coraggio di confessare le gravi difficoltà economiche in cui versa la sua etichetta, e Debbie stenta a fare partecipe il marito della ponderosa notizia che le ha dato il suo ginecologo, fino alla festa di compleanno in cui tutti i nodi vengono al pettine.

Non è certo il classico rassicurante date movie, Questi sono i 40, né un film in cui il pubblico più giovane potrà avvicinarsi con facilità: in questo, Molto incinta era certo avvantaggiato. Ma è una commedia insolita e intelligente, oltre che ricca di battute esilaranti e di situazioni in cui tante coppie "navigate" potranno rispecchiarsi con autoironia. In più, al rodato tandem Mann-Rudd si affianca un ampio e variegato cast di contorno che aiuta a rendere denso e scorrevole il sostanzioso minutaggio del film, dall'irresistibile Albert Brooks alla supersexy Megan Fox, dal buffo Jason Segel all'incontenibile Melissa McCarthy, fino alla rockstar Graham Parker, al glaciale John Lithgow e alla scoppiata Charlyne Yi.

Molti commentatori statunitensi hanno accusato questo quarto lungometraggio di Judd Apatow di falsità e di eccessi negativi nella caratterizzazione dei personaggi; sulla prima questione possiamo offrire l'umile opinione di chi scrive, alla soglia degli anta con due figli, mutuo a carico e famiglie problematiche alle spalle: l'onestà di Questi sono i 40 è brutale, ma anche piacevolmente catartica. Nella seconda invece crediamo di individuare uno dei punti di forza della pellicola: anche i più dotati e ammirati sceneggiatori di comedy, il più delle volte, si sforzano di rendere fin troppo amabili i propri protagonisti. Sally, dopotutto, era adorabile nelle sue fisime anal retentive, e Harry affascinante nelle manifestazioni del suo lato oscuro.
Invece Debbie umilia e minaccia un ragazzino di tredici anni che ha offeso la figlia su Facebook, mente sfacciatamente alla preside della scuola, spia le figlie e le commesse del suo negozio; Pete, per non essere da meno, insulta la battagliera madre del suddetto ragazzino, si produce in fantasie sui vantaggi di una possibile vedovanza e chiede alla graziosa mogliettina di ispezionare le sue emorroidi. Ma il discorso che porta avanti Apatow è proprio questo: una volta sollevato il velo su tutte le magagne, una volta rivelati tutti gli imperdonabili difetti della persona con cui abbiamo scelto di vivere (o di trascorrere una serata al cinema), vorremo ancora rimanerle accanto?

Così Apatow non ci risparmia nessun dettaglio imbarazzante, e se la risposta è sì, forse siamo anche noi nel novero dei fortunati. Perché questo sono, alla fine, Debbie e Pete, una splendida coppia con due splendide figlie e una bellissima casa che in caso di crisi nera si può sempre vendere, per poi iniziare a creare nuovi ricordi altrove. In questi tempi difficili, può essere irritante vedere i "problemi" di una famiglia come questa rappresentati al cinema. Ma forse non è colpa di Judd Apatow se molti non hanno i soldi per pagare le bollette, figuriamoci un costoso avvocato divorzista; forse il suo film ha il difetto di rivolgersi a un pubblico troppo specifico, ma per questi pochi fortunati Questi sono i 40 sarà un agrodolce, divertente e terapeutico viaggio alla ri-scoperta della propria buona sorte.

Movieplayer.it

3.0/5