Recensione L'innocenza di Clara (2012)

Il regista Toni D'Angelo ha provato ad inserire nella categoria delle dark lady un nuovo volto caratterizzato da una sorta d'innocenza infantile che, oltre a vestire perfettamente i lineamenti delicati e la bellezza raffinata della protagonista Chiara Conti, non lascia però che la natura noir del racconto si esprima chiaramente.

L'insostenibile leggerezza dell'innocenza

Clara si aggira tra la vita degli uomini con la leggerezza e l'inconsistenza corporea tipica della creature provenienti da realtà misteriose. I suoi passi, come lo sguardo da cui trapela una costante necessità di protezione, sfiorano il mondo che la circonda e che sembra essere costantemente inadeguato alla sua natura. Per questo motivo, con i tacchi alti, gli abiti raffinati ed un look da femme fatale " borghese", entra come un sogno ad occhi aperti nella vita monotona e ripetitiva di una piccola comunità legata al lavoro delle cave nella Lunigiana. Arrivata dal nulla e senza un passato preciso alle spalle, se non la presenza di un padre rinchiuso in una casa di riposo, Clara conquista immediatamente il cuore di Maurizio intenzionato a proteggere la sua delicatezza e ad incastonarla come una pietra preziosa all'interno della sua vita e in una abitazione campestre. Qui, per la donna inizia un'esistenza fatta di solitudine e lunghi pomeriggi di pioggia in cui gli uomini tornano ad essere il passatempo preferito. Così, attraverso un amante mai definitivamente cancellato, un marito cui dedicarsi ed un nuovo amico da conquistare, il fascino biondo e delicato di Clara continua a ripetere uno schema che sembra essere stato provato più volte, nonostante la sua apparente casualità. Ma giocare con la seduzione ha un prezzo molto alto da pagare e dei rischi da affrontare, soprattutto se intorno all'oggetto del desiderio si scatenano gelosie e rivalità.


Quella della dark lady è una delle figure fondamentali del noir o della narrazione hard boiled che, dalla letteratura al cinema, ha sedotto e spesso ucciso generazioni di uomini ignari. Bionda o mora, altera o sinuosa, questa antieroina in " nero" si aggira con grazia e morbidezza esibendo spesso un fascino consapevole e letale. Ed è proprio in questa categoria, di cui negli anni hanno fatto parte attrici come Marlene Dietrich,Lauren Bacall e Lana Turner, che il cinema di Toni D'Angelo ha provato ad inserire un nuovo volto caratterizzato da una sorta d'inconsapevolezza infantile capace di vestire perfettamente i lineamenti delicati e la bellezza sofisticata della protagonista Chiara Conti, ma non di lasciar esprimere chiaramente la natura noir del racconto. Per questo motivo L'innocenza di Clara, secondo lungometraggio del regista dopo il successo ottenuto con Una notte, viene plasmato attraverso un'ambiguità di fondo che, invece di regalare al personaggio femminile un carattere ben definito, lo rende spesso troppo etereo ed inconsistente rispetto alla realtà che è destinata a determinare. Allo stesso modo, la narrazione segue i passi incerti di Clara portando lo spettatore verso un'iniziale condizione di aspettativa che, però, viene disattesa troppo a lungo.

Così, nonostante la scelta di un'ambientazione brulla grazie alla quale si accentua la sensazione di estraneità della protagonista, il regista gioca forse troppo con sfumature tanto delicate da risultare invisibili. Per questo motivo, nella ripetizione costante di una tattica seduttiva in cui si ripropongono atteggiamenti, abbigliamenti e luoghi, D'Angelo lascia intravedere le problematiche di un' intimità o di un passato in qualche modo traumatizzante ma, allo stesso tempo, permette che tutto venga semplificato da un infantile bisogno di protezione e attenzioni costante. Ecco dunque che la sua Clara, pur potendo contare sull'attrattiva di una fragilità fisica e caratteriale costantemente in pericolo, non sfrutta pienamente le potenzialità noir tipiche di una falsa vittima capace di gestire a suo piacimento la vita di uomini maturi destinati altrimenti ad una vita pragmatica. Solamente sul finale, mentre la tensione finalmente sale e si fa più esplicita tra i co-protagonisti Alberto Gimignani e Luca Lionello, si viene indotti a credere ad un sottile complotto architettato da una donna finalmente non del tutto inconsapevole del proprio potere. Una speranza, però, che presto viene disattesa perché Clara continua, immobile nella sua innocenza, ad essere spettatrice e mai artefice di una tragedia annunciata.

Movieplayer.it

2.0/5