Recensione Iron Man (2008)

Arriva finalmente in sala il comic-movie che racconta la genesi di Iron Man, uno dei primi supereroi Marvel creati dalla geniale matita di Stan Lee nel lontano 1963. Un cast stellare e effetti speciali stratosferici fanno da contorno all'eccezionale interpretazione di Robert Downey Jr.

Un supereroe bisbetico e irresistibile

Uomo dotato di un talento straordinario, professionista ineccepibile, fascinoso sciupafemmine, personaggio pubblico tra i più controversi e glamour in circolazione, un uomo dalle infinite risorse, dal carattere suscettibile ed egocentrico che ad un certo punto della sua vita sceglie di cambiare, di invertire la rotta e di svuotare finalmente il suo armadio da ogni scheletro. E' per questo che Tony Stark, l'ingegnere multimiliardario progettista di armi, sceglie improvvisamente di assumere un'identità parallela e di trasformarsi all'occorrenza nel suo alter ego metallico Iron Man. Ma è per lo stesso impellente motivo che un grande attore come Robert Downey Jr. accetta di mettersi 'al servizio' proprio di Iron Man e di celebrare, a suo modo, uno dei supereroi più bistrattati e sottovalutati dell'universo Marvel.
Anthony Stark è un industriale cinico e geniale, un maschilista non troppo convinto, uno che con il suo talento e con i capitali di famiglia è riuscito a costruire un immenso impero finanziario fabbricando armi per l'esercito americano. Mentre si trova in Afghanistan per il collaudo e la presentazione di un nuovo missile, Stark subisce una grave ferita al cuore e viene rapito da una banda di estremisti che lo chiude in un bunker e lo costringe, per i suoi scopi bellici, a creare un missile altrettanto potente. Salvato dall'ingegno del suo compagno di prigionia, Tony riesce in segreto a progettare una potentissima armatura volante che gli permette di scappare e di tornare a casa. Una volta in salvo e rimesso in piedi però Tony decide di cambiare vita e di smettere di produrre armi per dedicarsi anima e corpo al perfezionamento del progetto di una nuova inviolabile corazza volante da mettere a disposizione dell'umanità. Nasce così Iron Man, un (quasi) invincibile supereroe fatto di carne, ossa e tanti marchingegni, ma soprattutto un uomo che riscopre il suo cuore.

Chi meglio di Robert Downey Jr. poteva entrare meglio nel corpo di Tony Stark e nell'armatura di ferro di Iron Man? Probabilmente nessuno, visto che al pari del suo personaggio di finzione Downey è un uomo dal passato assai discusso, uno che nella vita professionale (e non solo) le ha provate davvero tutte: da icona del cinema indipendente ha poi scritto una pagina memorabile di Cinema vestendo i panni di Charlie Chaplin e non si è mai tirato indietro neanche di fronte a personaggi scomodi (soprattutto per lui) come quello del tossico irrecuperabilmente paranoico di A Scanner Darkly e del 'mostro' peloso di Fur, un uomo dilaniato nell'anima perché affetto da una malattia rara che lo costringe a fasciarsi come una mummia e a non mostrare mai il suo vero volto.
Questo Iron Man, il nuovo supereroe prestato al grande cinema di Hollywood che si appresta a dar vita ad uno dei franchise più quotati del panorama cinematografico, deve tutto il suo appeal proprio al carisma, alla simpatia energizzante e alle grandi doti drammatiche del suo attore protagonista, un valore assoluto imprescindibile per ogni film di successo, un qualcosa che va al di là di qualsivoglia effetto speciale. Un'interpretazione dai tempi perfetti quella di Downey Jr., che almeno in parte riesce a colmare le lacune di sceneggiatura di un'opera sì gustosa, ricca di humor e tecnicamente perfetta, ma non sfruttata al massimo dal punto di vista narrativo. Un difetto veniale, congenito e comune a quasi tutte le trasposizioni dalle nuvolette di carta alla celluloide. D'altronde se è vero che Downey Jr. ha una freschezza attoriale e una padronanza della scena da far letteralmente impallidire sia il Christian Bale di Batman Begins che (e ci vuole poco) il Tobey Maguire di Spider-Man, è pur vero che Jon Favreau è un regista assai brillante e capace, ma non è né Sam RaimiChristopher Nolan. Forse si avvicina di più ad una versione scanzonata del miglior Michael Bay.

Probabilmente alcune dinamiche tra i personaggi potranno sembrarvi un po' sbrigative o poco sviluppate, come ad esempio quella tra Iron Man e il cattivissimo Iron Monger (dentro la cui armatura si nasconde niente meno che Jeff Bridges), come assai troppo prolungata potrà apparire l'introduzione del personaggio di Tony Stark prima della trasformazione in Iron Man. C'è da dire a proposito che la genesi di un supereroe è questione delicatissima dal punto di vista del marketing, specialmente nell'ottica di un futuro costosissimo franchise. Per questo la sensazione che si ha a fine film è quella di aver assistito ad un lungo ma necessario prologo e che il 'grosso' debba ancora arrivare. Non c'è da preoccuparsi, combattimenti, scontri aerei, azione e sparatorie non mancano di certo, ma siamo convinti che le enormi potenzialità spettacolari del nostro (super)eroe saranno meglio sfruttate nel capitolo a venire, quel sequel annunciato e poi smentito, ma inequivocabilmente confermato dalla piccola imperdibile scena che segue i titoli di coda. Vale senz'altro la pena di attendere qualche minuto prima di uscire dalla sala.

Movieplayer.it

3.0/5