Recensione Il signore della truffa (2011)

La nuova fiction Il signore della truffa si basa principalmente sulla simpatia e sul carisma di un Gigi Proietti più che mai mattatore, perfetto per il ruolo di un criminale romantico al tramonto.

Truffe amare

Tempi duri per i condomini di un vecchio stabile della provincia romana. Una società di recupero crediti, infatti, ha appena inviato ai residenti un'intimazione di pagamento per l'incredibile somma di 100.000 euro ciascuno. Le famiglie che risiedono nello stabile non avevano preso molto sul serio il precedente invito di pagamento, pensando come da logica a un probabile errore; ma l'arrivo dell'intimazione, ora, ha letteralmente gettato nel panico i condomini, incapaci di far fronte a una spesa stratosferica e con la prospettiva del pignoramento dell'immobile. Dietro a tutto, pare ci sia una truffa abilmente orchestrata dal vecchio proprietario dello stabile, in combutta con la società di recupero crediti e una finanziaria senza scrupoli; disperati, i residenti pensano di rivolgersi a Nicola Persico, loro vicino di casa e generale della Guardia di Finanza in pensione. L'uomo, dopo molte titubanze, accetta di aiutarli ma li informa dell'impossibilità di ottenere giustizia per vie legali in tempi brevi; ci sarebbero però delle vie al di fuori della legalità, che l'ex generale dimostra di conoscere un po' troppo bene. L'anziano Persico è veramente chi dice di essere? Il leggendario truffatore Federico Sinacori, soprannominato "il signore della truffa" e già ricercato dalle polizie di mezza Europa, si è forse ritirato a vita privata nel luogo più impensato, sotto mentite spoglie? I residenti, comunque, sembrano apprezzare le abilità del presunto ex finanziere, con l'aiuto del quale riescono a recuperare parte della somma che spetterebbe loro... fin quando qualcuno non scopre che il loro benefattore non è in realtà chi dice di essere.

La nuova fiction Il signore della truffa, prodotta da Rai Fiction e Artis per la regia di Luis Prieto, si basa principalmente sulla simpatia e sul carisma di un Gigi Proietti più che mai mattatore, perfetto per il ruolo di un criminale romantico al tramonto, che tuttavia conserva ancora il suo fascino e il suo peculiare magnetismo. L'opera, divisa in due puntate e presentata in anteprima al Roma Fiction Fest, occhieggia chiaramente ai modelli della commedia all'italiana, ma anche alla sophisticated comedy statunitense; mettendo in scena un intreccio abilmente calibrato, con al centro un personaggio la cui amoralità è a poco a poco scalfita dal dramma umano a cui si trova di fronte. E' un Proietti che si diverte e fa divertire, da interprete consumato qual è, ma la cui prova si rivela gradualmente qualcosa di più di un mero esercizio di stile: il personaggio di Federico Sinacori, pur nei limiti del formato e di un prodotto pur sempre destinato a un target familiare, emerge come qualcosa di più e di meglio di una semplice figurina, un uomo diviso tra il mai sopito senso di colpa per una vecchia tragedia di cui si sente responsabile, la voglia di tornare in pista seguendo quella che è la sua natura di truffatore, e uno sconosciuto senso di solidarietà verso quelle che, un tempo, avrebbero potuto essere sue vittime.
La sceneggiatura cala una storia dal carattere teoricamente universale in un contesto tutto italiano, nel clima di incertezza e di povertà diffusa che rappresenta l'attuale realtà sociale del nostro paese. I personaggi dei condomini, per schematici che siano, rappresentano comunque lo spaccato di un paese in cui la soglia della povertà si è abbassata drasticamente, in cui quella che un tempo era la media borghesia fatica sempre più ad arrivare a fine mese, e in cui la solidarietà resta l'unica possibilità di difesa nel momento di più drammatico scollamento tra le istituzioni e i cittadini. L'impossibilità di avere tutela dalle forze dell'ordine in tempi ragionevoli, e la sicurezza di finire in mezzo a una strada a meno di non infrangere a propria volta la legge, dice molto sul clima (un po' venato di qualunquismo, ma anche di drammi realmente vissuti) che dalla realtà si trasmette sovente sul grande e sul piccolo schermo. Il riferimento all'esempio da dare ai propri figli e al modo di fare dell'"italiano medio" è molto esplicativo: quasi che il mancato rispetto delle leggi sia ormai un obbligo, una questione di pura sopravvivenza.

Questo Il signore della truffa riesce così a intrattenere in modo leggero e divertito, non facendo tuttavia mancare un occhio per la realtà e per la vita concreta di quegli spettatori che, in teoria, compongono il target a cui vuole rivolgersi. Merito anche di un simpatico e affiatato gruppo di interpreti, che oltre al già citato Proietti comprende un veterano come Narcis De Carreras-Roque (attore spagnolo qui al suo debutto in una produzione televisiva italiana) oltre a volti più o meno noti al pubblico televisivo italiano come Maurizio Casagrande, Susy Laude e Massimo De Lorenzo (che i più ricorderanno per il fortunatissimo Boris). Il divertimento, ma anche quel filo di amarezza e disillusione che da sempre caratterizza i modelli a cui questa fiction si rifà, è certo garantito.

Movieplayer.it

3.0/5