Recensione Ginger & Rosa (2012)

La Potter elimina qualsiasi filtro tra lo spettatore e le due protagoniste donando alla storia uno sguardo puro e per nulla patinato riuscendo anche a cogliere le sfumature, le passioni e le contraddizioni di un periodo storico della borghesia britannica che raramente abbiamo avuto il piacere di vedere sul grande schermo.

War Girls

Londra, 1962. Ginger e Rosa sono nate nello stesso giorno, quello memorabile dello scoppio della bomba di Hiroshima, e sono cresciute, senza stare lontane neanche per un giorno, in un epoca di grandissimi cambiamenti. Mentre la crisi missilistica cubana tiene il mondo col fiato sospeso e le grandi potenze sull'orlo della crisi nucleare, i Rolling Stones e i Beatles esordiscono con i loro primi album, ma nei dintorni di Londra sembra non esserci molta voglia di ballare. Fanno l'autostop insieme, marinano la scuola, fanno le loro prime esperienze sentimentali con i ragazzi e fumano le prime sigarette sognando una vita molto diversa da quella casalinga delle loro mamme, ma mentre si battono attivamente contro tutte le guerre e tutte le armi di distruzione di massa non si accorgono che le loro stesse vite rischiano di implodere tra sogni infranti, tradimenti e delusioni cocenti.

Ginger (Elle Fanning) è una ribelle che sogna di diventare scrittrice di poesie mentre Rosa (Alice Englert) è molto religiosa e sogna di conoscere l'amore della sua vita. A scatenare il dissidio che le separerà per sempre sarà il fascinoso Roland (Alessandro Nivola), padre pacifista e libertario di Ginger che, se da una parte incoraggia la figlia a continuare per la sua strada, dall'altra cede alle lusinghe amorose della giovanissima Rosa. In questo delicato momento in cui la tragedia familiare incombe e il matrimonio tra i suoi genitori va in pezzi, la piccola Ginger trova conforto emotivo nella coppia gay (Timothy Spall e Oliver Platt) e nella loro amica americana, la poetessa Bella (Annette Bening). Se con le sue proteste può contribuire a salvare il mondo dall'estinzione perché nel suo cuore sembra non riuscire a trovare il modo di comprendere le ragioni di questa terribile crisi esistenziale e sentimentale che sta stravolgendo la sua vita?
Scritto e diretto dalla regista Sally Potter, Ginger & Rosa è un dramma storico e politico ma anche una cupa storia di crescita tutta al femminile in cui c'è molto di autobiografico. Già, perché la sessantatreenne regista britannica appartiene proprio alla generazione delle due protagoniste di questo film, profondamente diverse eppure infinitamente simili nel perseguire il loro sogno di libertà maturato in maniera del tutto autonoma e indipendente. E' profondamente destabilizzante lo stile dark scelto dalla Potter per narrare l'interessante parallelo tra l'idealismo radicale di Ginger, dal cui punto di vista è narrata la storia, e il fatalismo religioso e amoroso di Rosa. La loro dunque non è vista come una separazione ma come l'inizio di un cammino verso una nuova vita, un germe dal quale sta sbocciando la loro complessa personalità. Nel fare tutto ciò la regista elimina qualsiasi filtro tra lo spettatore e le due protagoniste donando alla storia uno sguardo puro e per nulla patinato riuscendo anche a cogliere le sfumature, le passioni e le contraddizioni filo-marxiste di un periodo storico della borghesia britannica che raramente abbiamo avuto il piacere di vedere sul grande schermo. Ma a colpire più di ogni altra cosa è il parallelo sociologico costruito abilmente dalla Potter che vede il mondo diviso tra la paura del conflitto nucleare e una società adulta che non sa prendersi cura dei figli perché troppo presa a pensare a sé, ad un futuro pieno di speranze che sta per soccombere sotto i colpi delle bombe.
Bravissime le due attrici protagoniste ma un plauso particolare va alla giovanissima Elle Fanning, sorella minore di Dakota Fanning che all'epoca delle riprese aveva solo tredici anni, che riesce ad emozionare e a catturare l'innocenza e al contempo la grande grinta di una ragazza che sta per diventare donna lottando con tutte le sue forze per rimanere ancora bambina. Accanto a lei brilla il giovane talento di Alice Englert, la debuttante figlia adolescente di Jane Campion, che in un contesto non facile ha saputo mostrare il suo fascino discreto e inquieto senza sfigurare accanto alla bravura eccelsa della sua compagna di avventure. Un film sorprendente dunque, che la Potter dirige con un tocco del tutto personale ma con grande equilibrio e sensibilità.

Movieplayer.it

3.0/5