Tomorrowland: un inno alla creatività e al divertimento

Il secondo lungometraggio live-action di Brad Bird, basato - molto liberamente - sull'omonima sezione di Disneyland, conferma il grande talento visivo del regista.

Pur essendo noto soprattutto grazie a Topolino e diversi lungometraggi animati che traggono ispirazione da fiabe e classici più o meno limitrofi, Walt Disney si interessava molto anche al futuro, convinto che il domani tenesse in serbo grandi cose per le generazioni a venire. Per questo motivo, nel 1955, quando venne inaugurata la prima incarnazione di Disneyland, situata in California, tra le varie sezioni vi era anche un'area denominata Tomorrowland (Discoveryland per quanto riguarda la filiale europea a Parigi), dedicata a quella che Disney definì "una piantina per il futuro".

Nel corso degli anni, per evitare che le attrazioni riflettano una visione non più a passo coi tempi, Tomorrowland ha subito diverse modifiche, almeno per quanto riguarda la versione americana (quella in California è stata rinnovata due volte, quella in Florida invece è alla seconda incarnazione), ma rimanendo sempre fedele ai sogni dello "zio Walt". Al giorno d'oggi, la Walt Disney Company non esita a prendersi in giro da sola riguardo la natura di Tomorrowland: nel film I Robinson - Una famiglia spaziale, ambientato nel 2037, appare un parco divertimenti abbastanza simile al "paese di domani", solo che questa volta si chiama Todayland, il mondo di oggi.

Brad Bird e l'eredità di Walt

Tomorrowland - Il mondo di domani: una scena del film
Tomorrowland - Il mondo di domani: una scena del film

Traendo liberamente ispirazione dalla visione ottimistica di Disney e dal nome del parco, Tomorrowland - Il mondo di domani, inteso come film, è, prima di tutto, un ottimo sfoggio di bravura da parte di Brad Bird, qui alle prese con il suo secondo film con attori in carne ed ossa dopo Mission: Impossible - Protocollo Fantasma. Bird, veterano della Pixar e de I Simpson (è suo il videoclip di culto Do the Bartman), è riuscito a conquistare due volte l'Oscar per il miglior film d'animazione, prima con Gli incredibili e poi con Ratatouille (il suo primo lungometraggio, Il gigante di ferro, è uscito prima che venisse istituita la categoria per i film animati), grazie al suo grandissimo estro visivo combinato con un talento notevole per la caratterizzazione dei personaggi, anche in circostanze a dir poco bizzarre (vedi la premessa di Ratatouille). Per certi versi, tale miscela era risultata più anonima nel quarto episodio del franchise spionistico capitanato da Tom Cruise, poiché ancorato in un genere che, per quanto ricco di potenziale (e difatti quello di Bird è, ad oggi, il capitolo più spudoratamente inverosimile e divertente della serie), non consente di oltrepassare certi limiti, narrativi e formali. Limiti che invece praticamente non esistono nell'utopia di Tomorrowland (e nemmeno nell'universo di Star Wars, al quale il regista ha rinunciato per girare questo film).

Fin dal primo squarcio del mondo utopistico la cui salvezza dipende dalla giovane Casey Newton (Britt Robertson) e dal brizzolato e cinico Frank Walker (George Clooney), è evidente che Bird abbia voluto rendere omaggio ai blockbuster con i quali lui stesso è cresciuto: i popcorn movies di Steven Spielberg e George Lucas (esplicitamente omaggiati), figli di un periodo in cui l'innocenza, lo stupore e la creatività erano gli ingredienti principali della ricetta per i film destinati al grande pubblico. Un periodo rappresentato, in un certo senso, da quel mondo al quale Frank vuole disperatamente fare ritorno (pur non ammettendolo), dato che lì tutto è possibile. Nel momento in cui noi stessi, spettatori, accompagniamo i nostri eroi all'interno di questa dimensione parallela dedita al progresso scientifico, veniamo bombardati da immagini spettacolari e bellissime, assemblate con brio ma anche coerenza, senza ricorrere ad un montaggio troppo frenetico o al potenziale oscuramento dei colori derivato dal 3D (anche se, applicandolo nel modo giusto, tale supplemento avrebbe potuto essere un punto di forza). E per chi si potrebbe lamentare della leggerezza generale con cui Bird mette in scena una storia che vanta comunque dei temi non proprio trascurabili, il regista ha la risposta pronta all'inizio del film, quando al giovane Frank viene chiesto quale sia l'utilità sociale delle sue invenzioni. La risposta, in originale: "Can't it just be fun?"

Tomorrowland - Il mondo di domani: George Clooney si guarda le spalle in una scena del film
Tomorrowland - Il mondo di domani: George Clooney si guarda le spalle in una scena del film

La forza del destino

La notizia che, a suo tempo, fece storcere il naso a più di una persona: la sceneggiatura di Tomorrowland - Il mondo di domani reca, almeno in parte, la firma di Damon Lindelof, l'autore cinematografico e televisivo che tutti amano odiare per via del finale di Lost e gran parte di Prometheus, trascurando i suoi contributi positivi (stando a Brad Pitt, fu Lindelof a salvare World War Z, riscrivendo tutta la parte finale). Ed effettivamente chi non sopporta ciò che l'amico di J.J. Abrams ha da dire sul destino e sull'importanza di certi individui prescelti - gli echi di Lost sono abbastanza palesi - difficilmente troverà pane per i suoi denti in questa sede. Detto ciò, la filosofia di Lindelof, per quanto occasionalmente spicciola e/o zuccherosa, non appesantisce mai troppo l'operato di Bird, la cui creatività debordante inonda lo schermo in nome di quell'amore viscerale che lui, come tanti registi della sua generazione, nutre per un cinema popolare che, al di là di tutto, non dimentichi mai di divertire.

Movieplayer.it

4.0/5