Recensione Bastards (2013)

E' un noir dallo svolgimento lento e calibrato, Bastards di Claire Denis, che si ancora soprattutto sulla performance silente ma generosa di Vincent Lindon.

Sconosciuti a Parigi

Parigi, dopo il temporale. I paramedici trasportano all'obitorio il corpo di un suicida, e una ragazza cammina con calma per le strade, nuda e sanguinante, una strana e inafferrabile espressione sul volto giovanissimo. Sandra, moglie del defunto e madre della giovane, non ha che suo fratello a cui chiedere aiuto, ed è così che Marco Silvestri, capitano di un bastimento che per anni non ha avuto nulla a che fare con la sorella, con il cognato che è stato il suo migliore amico, con l'adolescente Justine, ma neppure con i suoi familiari più prossimi, la ex moglie e le due figlie, torna nella capitale per arginare il disastro in cui sta sprofondando l'azienda di famiglia e per rimettere insieme i pezzi di un sordido puzzle.

E' un noir dallo svolgimento lento e calibrato, Bastards di Claire Denis, che si basa su una sceneggiatura molto essenziale che richiede ai suoi protagonisti una prova molto fisica ed evocativa. Vincent Lindon è l'eroe cui si ancora la narrazione rarefatta del film, e la sua prova è virile, silenziosa, generosa. Chiara Mastroianni, nel ruolo ambiguo della donna con cui Marco intreccia una relazione allo scopo di scoprire la verità sulla rovina della famiglia della sorella, è un attraente e pericoloso enigma.

Intorno alle performance dei due protagonisti, Claire Denis costruisce un mistery non particolarmente appassionante, ma onesto; quattro anni dopo il drammatico e teso White Material, la regista transalpina dimostra la sua capacità di creare tensione con mezzi esigui, un soggetto snello e attori che è un piacere dirigere.

Movieplayer.it

3.0/5