Recensione Barbecue (2014)

Gli amici cinematografici di Lavaine mantengono freschezza nella guardo e nelle azioni senza dimenticare, però, di essere degli adulti con le inevitabili "sconfitte" dell'età.

Il barbecue ha le sue poche ma fondamentali regole. Gli uomini sono addetti al fuoco e alla carne, mentre le donne preparano la tavola. Non vi fate ingannare dal primo sguardo superficiale. Non si tratta affatto di una visione sessista ma di un'equa divisione degli spazi che, se poi sono condivisi dagli amici di tutta una vita, si trasforma nell'occasione per commenti e confessioni altrimenti indicibili. Questa regola la conoscono perfettamente Antoine e i suoi amici di sempre che, arrivati ormai alla soglia dei cinquant'anni con qualche decennio di rapporto alle spalle, sembrano non aver più segreti l'uno per l'altro.

Ma non è esattamente così. A mettere in evidenza questo particolare è un fatto improvviso e sconvolgente per tutto il gruppo come l'infarto di Antoine. Eternamente a dieta, seguace di una alimentazione sana per compiacere allo stesso tempo salute e vanità, Antoine si rende conto che tutti gli sforzi fatti per tenere sotto controllo la sua vita e gli anni che passano, alla fine, sono stati del tutto inutili. Così, gettando all'aria qualsiasi precauzione, decide di vivere pienamente e di godere di cibo e buon vino perseguendo la verità a tutti i costi. Certo è che, in alcuni casi, troppa onestà può fare del male, soprattutto a chi amiamo nonostante quei difetti che, tollerati anno dopo anno, sembrano diventati impossibili da sopportare. Ma, a dispetto di tutto, è nel gruppo e in questa famiglia creata fuori da qualsiasi legame di sangue che si torna per cercare consolazione e definizione di se stessi.

Amici miei

Barbecue: Guillame De Tonquedec e Lysiane Meis in una scena della commedia
Barbecue: Guillame De Tonquedec e Lysiane Meis in una scena della commedia

Quando si fa riferimento ad un film sull'amicizia è quasi impossibile pensare a Il grande freddo. Nel caso della quinta regia di Eric Lavaine, però, ci troviamo di fronte ad una storia profondamente diversa nell'ambientazione come nell'atmosfera riprodotta. Infatti, se il gruppo dipinto da Lawrence Kasdan rifletteva con nostalgia e una forma di profondo rimpianto sui sogni della loro gioventù, quello di Lavaine sembra togliere spazio alla riflessione e all'autocritica per perseguire la vita a tutti i costi. In realtà si tratta solo di una visione parziale e superficiale del film perché, se non ci lascia accecare dal sole di una splendida estate francese, si capisce che elementi vitali come il cibo, la tavola,le vacanze ed una bottiglia di vino pregiato "sprecato" per produrre un'ottima sangria non compongono altro che in escamotage per raccontare i rapporti umani che, nelle infinite variabili dell'amore, non smettono mai di stupire e creare vita. Così, gli amici cinematografici di Lavaine, che hanno preso spunto da quelli che nella realtà vivacizzano ormai da tempo le giornate del regista, mantengono una freschezza nella guardo e nelle azioni senza dimenticare, però, di essere degli adulti con le inevitabili "sconfitte" dell'età. In questo modo, senza avere la pretesa di costruire un ritratto generazionale, il regista riesce a definire delle figure caratteriali credibili e tenere nelle loro incongruenze come nella cieca e costante volontà di proteggere i segreti altrui e nel rispetto del singolo che mai viene inghiottito dal gruppo.

Personaggi non in cerca di autore

Barbecue è un film intimo e personale che, evitando le trappole dell'emotività grazie ad una ironia spesso tagliente, fonda gran parte del suo successo su dei personaggi definiti con attenzione e in modo molto personale. Lavaine ammette di aver attinto a piene mani dalla sua esperienza ma, allo stesso tempo, riesce ad allontanarsi da questa per costruire nei particolari i suoi protagonisti. Così il regista non perde mai di vista i passi necessari da compiere per realizzare una commedia di successo e, per questo motivo, utilizza il suo cast come una grande orchestra.

Barbecue: una scena di gruppo della commedia
Barbecue: una scena di gruppo della commedia

Antoine, interpretato da Lambert Wilson, è, in qualche modo, il direttore, colui che detta il ritmo, mentre il "cuoco" Baptiste (Franck Dubosc), la fin troppo vivace Olivia (Florence Foresti) e il logorroico Yves (Guillaume De Tonquedec), insieme a tutti gli altri membri della compagnia, si esprimono attraverso gli strumenti messi loro a disposizione. Il risultato è un'armonia dal ritmo calzante in cui ogni protagonista fa sentire il proprio timbro senza sovrastare quello degli altri. Ed è veramente raro, nonostante l'indiscussa capacità della cinematografia francese nelle realizzazione del genere, trovare un film corale così equilibrato eppure molto vivace caratterizzato da personaggi senza velleità da prima donna.

Conclusioni

Buoni motivi per vedere questo film? Il cibo, una lunga estate francese, l'ottimo vino e la vita che scorre frenetica accanto agli amici di una vita.

Movieplayer.it

3.5/5